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Flachi, dal ritorno in campo alla biografia: "L'affetto dei tifosi della Samp è la mia coppa del mondo"

Intervista all'ex fantasista blucerchiato che a 46 anni, dopo 12 di squalifica, è tornato in campo nel campionato di Eccellenza della Toscana, ha appena pubblicato un libro insieme a Matteo Politanò

Raggiunta la luce in fondo a un lunghissimo tunnel Francesco Flachi ripercorre tutta la sua carriera nella biografia scritta insieme a Matteo Politanò, giornalista genovese e direttore editoriale di Blucerchiando. 'Una vita rovesciata' racconta angeli e demoni nella vita di un campione forte e di un uomo fragile che ha pagato i suoi errori senza sconti. Un libro ricco di aneddoti che ripercorre tutta la carriera del fantasista, dagli esordi con l’Isolotto alla Serie A, dall'arrivo a Genova fino alla convocazione azzurra con Marcello Lippi. Ma anche un'occasione per fare del bene: parte del ricavato dalla vendita sarà infatti devoluto al canile di Monte Contessa, gestito dall’associazione Una. Il libro è in vendita online a questo link

Bentornato Francesco, eroe 'giovane e bello' di una generazione

'Una vita rovesciata'. Un titolo che è anche una metafora di vita per il folletto blucerchiato capace di diventare un vero e proprio punto di riferimento per una generazione di tifosi, quelli nati a metà degli anni '80. Troppo piccoli per ricordare, se non come flash, i successi in Italia e in Europa targati Vialli e Mancini, diventati ragazzi e poi uomini accompagnati dalle magie di un piccolo genio con il numero 10 sulle spalle, lottando sui campi di provincia, nel limbo della Serie B. 

E poi la rinascita, il ritorno in Serie A e anche in Europa, ma sempre con un'unica grande certezza: 'Ciccio' c'era sempre, tra una rovesciata, una magia, una punizione, un rigore o un semplice fallo conquistato dalla bandierina con la palla attaccata ai piedi, a far scorrere secondi preziosi. La fiaba iniziata nel 1999 si è interrotta nel 2007, con la prima squalifica per positività alla cocaina, poi dopo un passaggio a Brescia è arrivato lo stop definitivo, un secondo errore che nel 2009 gli è costato 12 anni di stop, forse troppi considerando altre vicende calcistiche nostrane. Finalmente, a gennaio 2022 l'incubo è finito e Flachi a 46 anni ha vissuto il suo secondo esordio calcistico, con la maglia del Signa, nel campionato di Eccellenza della Toscana.

L'intervista di Genova Today

Francesco Flachi, terzo marcatore della storia della Sampdoria con 110 goal, si è raccontato a Genova Today tra ricordi in blucerchiato, squalifica e rinascita, fino alla pubblicazione della sua biografia che ripercorre una vita e una carriera. Ecco le sue risposte alle nostre domande.

I dodici anni di squalifica, come li hai vissuti? "Ho vissuto un periodo davvero molto difficile ma non mi è mai mancato l'affetto della gente, che è stato un grosso stimolo per andare avanti nei momenti più bui. Più si avvicinava la 'data di scadenza' e più sentivo che le cose stavano finalmente cambiando, tra sorprese e piccole soddisfazioni che mi hanno accompagnato nell'ultimo periodo". 

Più gioie o rimpianti se guardi indietro? "Ho maturato la consapevolezza che ognuno è artefice del proprio destino, la responsabilità di quanto è successo è stata solo la mia, quindi non butto via niente di tutto il mio vissuto e della mia carriera. Mi tengo i tanti momenti belli che ho vissuto in blucerchiato e anche tutto quello che è successo dopo, nella vita è inevitabile possano esserci momenti negativi, se ne capiteranno in futuro potrò pensare a quanto mi è accaduto e potrò pensare di aver già superato qualcosa di peggiore".

I ricordi in blucerchiato e il rapporto speciale con i tifosi, cosa rimane? "Sono stati otto anni uno più bello dell'altro. La Sampdoria mi ha dato tanto quando giocavo e anche quando ho smesso c'è stata grande riconoscenza, mi porto tutto dentro, fa parte del bagaglio della mia vita. Quando torno a Genova, e succede molto spesso, provo sempre immenso piacere a incontrare i tifosi blucerchiati ed è bello sapere di aver lasciato qualcosa di importante per loro e per la maglia della Samp. In carriera ho vinto poco o niente se parliamo di titoli o coppe, ma la mia vittoria è stata entrare nei cuori dei tifosi e per chi, come me, crede nei valori umani questo vale quanto la vittoria di una coppa del mondo".

Il rapporto con mister Novellino. "Devo tutto a lui. All'inizio non eravamo in sintonia - racconta -  io non capivo lui e lui non capiva me. Abbiamo anche avuto alcuni scontri verbali perché siamo entrambi molto istintivi. Piano piano però siamo entrati in sintonia e ha fatto emergere tutte le mie qualità, tra di noi è scoppiato un grande amore e mi è sempre rimasto vicino. Per lui andrei ovunque se avesse bisogno, prima come uomo e poi come mister, perché ha ancora tanto da insegnare. È anche venuto a vedere il mio esordio con il Signa, mi ha fatto davvero molto piacere".

La maglia numero 10 della Sampdoria, dopo Mancini. "Ogni giocatore ha il suo decennio e questo è il bello del calcio. Quando uno va via ci deve essere un successore, qualcuno che indossi con onore le maglie più pesanti e che porti avanti i valori della società e della tifoseria. Oggi purtroppo il calcio è cambiato e sono rimasti pochi giocatori del genere. Alla Sampdoria c'è stato Angelo Palombo, ci sono stato io prima che mi 'autoescludessi' e se non avessi commesso certi errori chissà come sarebbe andata. Oggi forse Fabio Quagliarella è uno degli ultimi calciatori di questo tipo e tutti i compagni dovrebbero prendere esempio da lui, essere onorati di giocare insieme a una persona che ha dato così tanto al nostro calcio e alla Sampdoria". 

La Sampdoria di oggi.  "L'arrivo di Marco Lanna ha portato una ventata di entusiasmo e soprattutto senso di appartenenza. Sta facendo molto bene da questo punto di vista perché ha riportato la passione e anche i tifosi allo stadio. In un contesto non facile sono arrivati giocatori importanti e credo anche che la scelta di Giampaolo sia stata azzeccata, perché conosce la piazza, ha qualità e voglia di riscatto personale dopo alcune annate storte. Il cambio di società? Credo debba esserci in tutti i modi, spero che in futuro la Samp possa ambire a qualcosa in più rispetto alla salvezza, lo meriterebbero i tifosi e lo meriterebbe la storia di questa società".

La Sampdoria di ieri. "Noi nel nostro piccolo abbiamo fatto cose importanti e siamo ricordati come una squadra di uomini che cercava di fare del proprio meglio per la maglia blucerchiata. Questo nostro modo di essere ci ha fatto entrare nei cuori dei sampdoriani perché si remava tutti dalla stessa parte: squadra, società e tifosi. Si è creata una bella alchimia, siamo tornati in Serie A e abbiamo dato battaglia ogni domenica arrivando anche in Europa e a un passo dalla Champions League, un traguardo impensabile, raggiunto con il sudore".

Il calcio di oggi e la Nazionale. "Ovviamente oggi gioco in Eccellenza e si tratta di un contesto molto diverso, è uguale il modo in cui si vive lo spogliatoio, il gruppo o il prepartita, ma in campo sono mondi diversi. Il calcio oggi, però, è cambiato moltissimo, manca qualità e senso di appartenenza, si pensa troppo alle proprie ambizioni e poco al gruppo e alla squadra e questo porta, in senso assoluto, alla disaffezione dei tifosi. Dopo aver vinto l'Europeo l'Italia non andrà al Mondiale per la seconda volta consecutiva, una situazione che qualche anno fa sarebbe stata impensabile e che avrà enormi conseguenze sul futuro del calcio nel nostro Paese. Una generazione di giovani che non avranno mai visto l'Italia nel massimo palcoscenico internazionale e che si affezioneranno ad altri giocatori e ad altre realtà. Serve un cambio di rotta per tornare dove ci compete, anche a livello di stadi e settori giovanili siamo rimasti indietro anni luce, anche a livello di club non si vince più in Europa. Bisogna fare qualcosa e subito".

Perché comprare la tua biografia? "C'è dentro tutta la mia storia, dall'Isolotto alla Fiorentina, alla Sampdoria e a tutto quello che è successo dopo. Un libro semplice dove ho davvero raccontato tutto perché non ho nulla da nascondere, ho sempre fatto le cose alla luce del sole. C'è poi un risvolto benefico perchè destineremo parte del ricavato al canile Monte Contessa, una motivazione in più per fare anche del bene".

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