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Cronaca

Processo Morandi: chiesto rinvio a giudizio per i 59 imputati, compreso Castellucci

Dopo 11 udienze preliminari nel corso delle quali la Procura ha ricostruito minuziosamente le cause e le responsabilità per il crollo del viadotto Morandi, sono arrivate le richieste di rinvio a giudizio per tutti e 59 gli imputati

I pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno ultimato la lunga ricostruzione dei fatti e delle responsabilità che hanno portato al crollo del ponte Morandi che, nell'agosto del 2018, ha provocato 43 vittime. I magistrati della Procura, nel corso dell'udienza preliminare, hanno svolto un'accurata ricostruzione delle circostanze che hanno portato alla tragedia, grazie alle prove raccolte nel corso delle complesse indagini preliminari.

Al termine della lunga requisitoria l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti i 59 imputati nel processo, oltre alle due società Aspi e Spea, compreso l'ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci. Le accuse sono, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza, falso, omissione d'atti d'ufficio.

Secondo i pm il viadotto sul Polcevera sarebbe crollato a causa di un avanzato stato di usura delle strutture portanti, provocato dalla mancanza di adeguati interventi di manutenzione. L'accusa, nelle diverse udienze, ha chiarito che i vertici di Spea, società incaricata della manutenzione, di Autostrade per l'Italia e lo stesso amministratore delegato Castellucci fossero pienamente consapevoli dello stato di ammaloramento del ponte.

Nonostante il crescente degrado dell'opera non sono mai stati pianificati adeguati interventi di manutenzione per evitare di far aumentare i costi di gestione della rete autostradale. I pubblici ministeri sostengono che Giovanni Castellucci sarebbe stato il principale artefice di una gestione di Aspi improntata al massimo risparmio per non intaccare utili e dividendi dei soci.

La Procura ha individuato responsabilità anche per i dirigenti di Spea e Aspi che avrebbero falsificato documenti e perizie per nascondere lo stato di degrado del Morandi e quindi evitare costosi interventi strutturali. Ci sono anche gli organismi addetti alle ispezioni tra i responsabili del crollo, colpevoli di non aver mai svolto effettivi controlli sul viadotto.

I pm hanno anche chiesto il dissequestro dei reperti, così da permettere al Comune di Genova di ultimare i lavori per il Parco della Memoria, progettato dall'architetto Stefano Boeri per ricordare le vittime della tragedia.

Nella prossima udienza preliminare prenderanno la parola gli avvocati delle parti civili, terminati i loro interventi sarà il momento dei legali dei responsabili civili e, in ultimo, potranno esporre le loro difese gli avvocati dei 58 imputati nel processo.

"La scelta dei pm appare scontata dopo la ricostruzione andata in scena che è basata su mere suggestioni non suffragate da fatti. Avremo modo di dimostrarlo intervenendo, per fortuna ormai a breve, in aula".

È quanto hanno dichiarato al termine dell'udienza Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni, legali di Castellucci.

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