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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Ponte Morandi, Castellucci 'accentratore forsennato' e organi di controllo assenti

I pubblici ministeri hanno esposto le proprie tesi accusatorie secondo le quali l'ex ad Castellucci sarebbe stato a conoscenza dello stato di degrado del viadotto mentre gli organi di controllo sulle strutture non svolgevano le necessarie verifiche, il tutto per contenere i costi di manutenzione

Il 7 e 8 febbraio 2022 è proseguita l'udienza preliminare del processo Morandi, per accertare le responsabilità per il crollo del viadotto sul Polcevera che, nell'agosto del 2018, è costato la vita a 43 persone. 

Nel corso delle udienze i pubblici ministeri Terrile e Cotugno hanno esposto le ricostruzioni dei fatti a sostegno delle richieste di rinvio a giudizio dei 59 imputati nel procedimento, tra cui l'ex ad di Autostrade per l'Italia Castelluci e le due società Aspi e Spea.

Nel corso della requisitoria l'accusa ha affermato che, sulla base del materiale probatorio acquisito, Giovanni Castellucci era un figura centrale nella gestione di Autostrade per l'Italia. L'ex amministratore delegato si occupava nel dettaglio di ogni aspetto delle gestione della rete autostradale, compresa la sicurezza del ponte Morandi.

Secondo il pm Massimo Terrile, Castellucci era a conoscenza dello stato del viadotto e di tutti i dettagli circa gli interventi necessari. Per provare questa affermazione il pubblico ministero ha letto alcune intercettazioni tra cui quella di Gianni Mion, ex amministratore delegato di Edizione Holding, società che controlla Atlantia.

Nella conversazione telefonca il manager definisce Castellucci un "accentratore forsennato". La Procura ha sottolineato anche le gravi carenze nei controlli di sicurezza sulle tratte autostradali, infatti i numerosi comitati delegati a svolgere verifiche e controlli erano "organismi che servivano solo a prendere il gettone di presenza".

Il crollo del ponte Morandi, secondo la Procura, non è dovuto a specifiche mancanze, ma è il frutto di una complessiva strategia di gestione della rete autostradale mirata esclusivamente al risparmio e alla riduzione dei costi. Una politica di gestione voluta e guidata proprio dall'ex ad Giovanni Castellucci, che aveva come obiettivo principale il contenimento dei costi di manutenzione per preservare gli utili di Società Autostrade e i dividendi per i soci.

Sulle ricostruzioni della Procura sono intervenuti con una nota gli avvocati difensori dell'ex ad Castellucci che hanno dichiarato:

"Il fine ultimo di questa ricostruzione è rendere l'ingegner Castellucci responsabile pur in assenza di prove. La verità dei fatti tratteggia un quadro diverso e diametralmente opposto".

Nell'udienza di giovedì 10 febbraio continuerà a parlare il pm Terrile, mentre nella settimana che inizia il 14 febbraio prenderà la parola il collega Cotugno che si dedicherà a ricostruire la parte relativa ai falsi. Infatti, in base alla ricostruzione della guardia di finanza, gli allora manager di Autostrade non pianificarono interventi di manitezione per evitare costi eccessivi, falsifcando report e relazioni sullo stato delle infrastrutture.

Dopo le requisitorie dell'accusa a parlare nel processo saranno, nell'ordine, i legali delle parti civili, i difensori dei responsabili civili e gli avvocati degli imputati. 

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