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Cronaca

Processo Morandi, i pm entrano nel dettaglio delle accuse: ce n'è per tutti

La Procura ha esposto le accuse a carico dei 59 indagati. Nella requisitoria sono emerse le responsabilità in capo a Ministero delle Infrastrutture, Spea e Autostrade per l'Italia per le costanti omissioni e carenze di controllo che hanno portato al crollo del Morandi

Nell'udienza preliminare del processo Morandi è arrivato il momento della pubblica accusa. I pubblici ministeri hanno esposto le prove raccolte e le ricostruzioni dei fatti a sostegno delle accuse contro i 59 indagati per il crollo del viadotto Morandi del 2018 che ha provocato 43 vittime.

Nella lunga requisitoria del pubblico ministero Terrile sono state chiarite le cause del crollo, legate principalmente all'avanzato stato di degrado delle strutture portanti del viadotto, e le responsabilità dei soggetti coinvolti nel procedimento penale.

Nelle ricostruzione della Procura emergono chiare le responsabilità di Aspi e Spea. I tecnici delle due società avrebbero costantemente ignorato i report e i dati che segnalavano il pericoloso degrado della struttura. Inoltre sarebbero state anche falsificate le relazioni sullo stato di salute del ponte Morandi, con l'obiettivo di evitare costosi interventi manutentivi che avrebbero inciso sui bilanci della concessionaria.

I pubblici ministeri hanno affermato che tutti sapevano delle gravi problematiche del ponte Morandi già dagli anni '70. I dati in possesso della società concessionaria evidenziavano la necessità di interventi strutturali per rinforzare la struttura del viadotto. Ma nessun intervento realmente risolutivo è stati mai eseguito o programmato.

Responsabilità chiare anche per il Ministero delle Infrastrutture colpevole, secondo l'accusa, di non aver mai vigilato sullo stato del ponte Morandi fin dalla sua costruzione. Non fu nemmeno istituito l'ufficio ministeriale che avrebbe dovuto svolgere i controlli sulle condizioni di stabilità delle opere stradali previsto da una circolare del 1967, organo che avrebbe avuto proprio l'onere di vigilare sullo stato di salute di strutture come il ponte Morandi.

La ricostruzione dei fatti esposta dai pm Terrile e Cotugno durante l'udienza preliminare mostra un quadro di costanti omissioni e violazioni di norme di sicurezza andate avanti per quasi 50 anni e che hanno portato alla tragedia del crollo del viadotto sul Polcevera.

L'esposizione delle accuse da parte della Procura proseguirà nella prossima udienza preliminare che sarà celebrata nella seconda settimana di febbraio.

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