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Cronaca

Morandi, Anas e ministero escono dal processo

La stessa richiesta è stata presentata anche dai legali di Aspi, ma il gup Faggioni, che ha accolto le altre istanze, in questo caso l'ha respinta

Nella giornata di mercoledì 15 dicembre si è celebrata la nuova udienza preliminare del processo sul ponte Morandi, nel quale sono indagate 59 persone per il crollo che il 14 agosto 2018 provocò 43 vittime.

Nel corso dell'udienza i legali di Società Autostrade, Anas e Ministero delle Infrastrutture hanno depositato le istanze per chiedere l'esclusione dei loro clienti dal processo che accerterà le responsabilità sul crollo. Il Gup Faggioni, dopo aver sospeso l'udienza, ha deciso di respingere l'instanza di Autostrade e Spea, ma di accogliere le altre, escludendo così dal processo Anas e ministero.

Un nuovo colpo di scena in un iter processuale che ha già subito molti rallentamenti e intoppi. Infatti dopo l'esclusione del comitato delle vittime di ponte Morandi dal processo e la richiesta di ricusazione del Gup Faggioni, sulla quale deciderà la Corte di Cassazione, ora anche l'esclusione di alcuni responsabili civili dal procedimento.

Aspi, Anas e Ministero hanno chiesto l'esclusione dal processo per non aver potuto partecipare agli incidenti probatori. Il giudice ha ritenuto questo fatto lesivo del loro diritto alla difesa e ha così deciso di accogliere le istanze depositate dai legali.

La giudice Faggioni ha rinviato poi il processo all'udienza del prossimo 28 dicembre, nel corso della quale i Pm titolari dell'inchiesta interverrano per esporre le motivazioni a sostegmp delle richieste di rinvio a giudizio delle 59 persone indagate. 

Nessuna vacanza prevista per questo importante processo, le udienze infatti proseguiranno durante tutti i giorni feriali che si trovano tra Natale, capodanno e l'Epifania. Un fitto calendario di udienze che il Tribunale ha stilato con l'obiettivo di accorciare il più possibile i tempi processuali.

I soggetti danneggiati dal crollo potranno comunque citare Aspi, Anas e Ministero dinanzi alla giustizia civile per ottenere il risarcimento dei danni patiti, indipendetemente dalle sorti del processo penale.

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