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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, altra impennata: 33 morti e 524 casi

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: «Il sistema sanitario regge, ma servono più mascherine»

Si impenna la curva dei contagi da coronavirus in Liguria, nella giornata di domenica 15 marzo 2020 i positivi al Covid-19 sono diventati 524, 90 in più rispetto a ieri. Di questi, 319 sono ospedalizzati, 172 sono al proprio domicilio e 33 sono clinicamente guariti (ancora positivi, a casa). Le persone decedute dall’inizio dell’emergenza salgono a 33: nella giornata odierna si sono verificati 6 decessi.

Coronavirus, i numeri in Liguria: impennata dei casi

Dei positivi, 319 sono ospedalizzati mentre 172 sono al proprio domicilio. I decessi sono ad oggi complessivamente 33 (sono sempre esclusi i 2 campioni positivi su altrettante salme). I pazienti sono attualmente così suddivisi negli ospedali liguri:

  • Asl1 - 47 (di cui 8 terapia intensiva)
  • Asl2 - 52 (di cui 12 terapia intensiva)
  • ASL 3 Colletta di Arenzano/Gallino Pontedecimo – 3
  • Asl 3 Villa Scassi – 14
  • Asl4 – 10 (di cui 2 terapia intensiva)
  • Asl5 - 37 (di cui 8 terapia intensiva)
  • Ospedale Policlinico San Martino – 81 (di cui 20 terapia Intensiva)
  • Ospedale Galliera - 40 (di cui 8 terapia intensiva)
  • Ospedale Evangelico – 35 (di cui 8 terapia Intensiva)
  • Altri reparti ospedalieri – 52

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Al domicilio si trovano complessivamente 172 persone positive al Covid-19 (65 in più rispetto a ieri). Le persone in sorveglianza attiva sono invece così divise.

  • Asl1 – 270
  • Asl2 – 319
  • Asl3 – 245
  • Asl4 – 322
  • Asl5 – 453

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Toti: «Il sistema sanitario tiene»

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha spiegato. «È stata un’altra giornata complessa, sono aumentati i contagi e le vittime. Ma il sistema sanitario ligure tiene ed è in grado di curare tutti grazie all’impegno straordinario di tutto il personale, che sta dimostrando grandissime professionalità e abnegazione, lavorando a pieno ritmo e aumentando i posti letto di Terapia intensiva e nei reparti di media intensità. Stiamo gestendo questa emergenza al meglio delle nostre possibilità, ma chiedo a tutti i cittadini di aiutarci in modo che quella maledetta curva dei contagi inizi a scendere per poter piano piano tornare alla normalità. Altrimenti ci trascineremo questo stillicidio, con vittime e un enorme dispendio di risorse umane ed economiche per tutto il paese che farà fatica a rimettersi in piedi. Non sono solo i medici a curare: ciascuno di noi può essere un cavaliere armato contro il virus».

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«Nuove strutture in arrivo»

«La buona notizia - ha aggiunto il presidente della Regione - è che anche oggi alcuni pazienti sono stati dimessi dagli ospedali. Alcuni sono tornati a casa, altri sono stati accompagnati presso la prima struttura allestita alla Spezia dalla Protezione civile e a disposizione sia per le ‘dimissioni protette’ per concludere il periodo di convalescenza sia per consentire a chi deve effettuare la quarantena di farlo con le condizioni di isolamento necessarie. Lunedì sarà disponibile anche una struttura a Genova ed entro il prossimo fine settimana saranno operativi i primi 25 posti sulla nave ormeggiata in porto e pure la Scuola di Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte».

«Abbiamo poche mascherine, non bastano»

In merito alla carenza di DPI, il presidente Toti ha affermato: «Si tratta di un’emergenza che non va sottaciuta. Abbiamo implorato il governo di mandarci i dispositivi di protezione individuale di cui il sistema ha bisogno, in primis per tutto il personale in prima linea negli ospedali e per le pubbliche assistenze. Ad ora abbiamo poche mascherine e le stiamo distribuendo a chi ne ha un bisogno essenziale. Speriamo che nei prossimi giorni arrivino quelle che abbiamo ordinato ma è un problema che interessa l’Italia e non solo perché tutti i Paesi sono alla ricerca sul mercato di questi dispositivi».

«Serve l'aiuto di tutti»

Circa la presenza di turisti e cittadini in alcune località turistiche, il presidente Toti ha spiegato di aver parlato con il sindaco di Genova e presidente di Anci Liguria Marco Bucci. «Ai nostri sindaci - ha spiegato il governatore - è stato chiesto di inasprire al massimo i controlli. Ai cittadini dico: diamo tutti una mano, rimaniamo a casa, seguiamo le regole per aiutare chi sta combattendo in prima linea. Se tutti ci comportiamo con buon senso, senza spostamenti inutili, che, anche quelli apparentemente innocui come una passeggiata con la propria famiglia, possono comportare rischi elevati di contagio. Cerchiamo di essere molto diligenti: verso la metà della prossima settimana sapremo se la curva del contagio inizierà a scendere».

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Il presidente Toti è intervenuto quindi sulle misure adottate dal governo. «Ben venga l’accordo raggiunto per la sicurezza sui luoghi di lavoro - ha concluso il governatore - perché un pezzo dell’Italia deve continuare a lavorare. Ma quando sento dire che i Dispositivi di protezione individuale andranno distribuiti a tutti i lavoratori, mi viene da sorridere perché la realtà è che ci sono difficoltà in Liguria e in tutto il paese per farli avere a medici e infermieri negli ospedali. Per quanto ci riguarda – ha aggiunto - abbiamo lavorato tutta la notte e continuiamo a lavorare per trovare questi dispositivi ovunque sia possibile acquistarli. Ma in questo momento non abbiamo bisogno di essere velleitari. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno sono, invece, camici, mascherine, assunzioni straordinarie, autorizzazioni e procedure semplificate per adeguare i nostri ospedali all’emergenza, cassa integrazione per i lavoratori che sono rimasti a casa e sospensione dei pagamenti di tasse e imposte per le imprese che non devono fallire. Queste cose devono essere applicate e applicabili nelle prossime ore: questa è la necessità delle Regioni e degli enti locali per sopravvivere».

La raccolta fondi della Croce Rossa Italiana

Anche la Croce Rossa di Genova ha attivato una raccolta fondi, come spiegato dalla presidente Federica Bonelli: «Lo Stato italiano ha adottato misure importanti ma ancora una volta in prima linea ci sono sanitari e volontari. Noi, come Croce Rossa di Genova, facciamo parte di questa seconda categoria, di volontari che mettono al servizio della popolazione il loro tempo libero e anche di più ma soprattutto che mettono le loro competenze e la loro presenza davanti alla paura di questo contagio. Per svolgere al meglio questo servizio e per garantire ai nostri volontari la miglior protezione da una possibile contaminazione, abbiamo bisogno di presidi e materiali che vanno oltre le abituali quantità e tipologie ed è difficile, se non impossibile, fronteggiare tutto questo con le risorse a disposizione. A tal proposito abbiamo avviato una campagna di crowdfunding, per sostenere queste nostre attività e la salute dei nostri volontari; potrete trovare tutti i dettagli di questa iniziativa a questo indirizzo.

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