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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Invasione di cinghiali, la Regione Liguria: "Iniziati i corsi di personale che potrà intervenire anche fuori del periodo venatorio"

Nella nostra regione hanno avuto inizio i corsi di coadiutori che possono intervenire anche al di fuori del periodo venatorio per i cinghiali negli ambiti di loro competenza. A Roma intanto la manifestazione nazionale per chiedere provvedimenti urgenti contro l'invasione: per Coldiretti la strada da percorrere è quella degli abbattimenti

“Massima condivisione sulle preoccupazioni di Coldiretti, così come delle altre associazioni agricole": questo il commento del vicepresidente della Regione Liguria con delega all'Agricoltura, Alessandro Piana, di fronte alla richiesta di abbattere subito parte degli animali per ridurre la minaccia legata alla peste suina ma anche - dato che molti si spingono regolarmente in città - alla sicurezza delle persone. Proprio oggi, 27 maggio, a Roma, si sono ritrovati per protestare agricoltori, allevatori, pastori e cittadini da diverse regioni.

"Abbiamo lavorato di continuo in questi mesi e tantissimo nelle Commissioni Politiche Agricole - continua Piana - per modificare la legge 157 del 1992, attualizzandola alle odierne problematiche, peste suina compresa. Con la strategia comune di tutte le Regioni abbiamo di fatto appoggiato la proposta di decreto per allungare il periodo venatorio da 3 a 5 mesi, improntando le nostre azioni alla massima responsabilità. Come Regione Liguria abbiamo iniziato i corsi di coadiutori che possono intervenire anche al di fuori del periodo venatorio per i cinghiali negli ambiti di loro competenza. Su queste basi non mancheranno di arrivare risultati importanti nei prossimi anni: oltre alla peste suina e agli ingenti danni alle coltivazioni agricole ci sono stati diversi incidenti stradali causati proprio dai cinghiali con gravi conseguenze alle persone e ai veicoli. Sono già decine le morti in un anno e diversi i feriti. Continuiamo a impegnarci su più fronti, certi che la questione cinghiali vada affrontata senza nessuna bandiera, senza alcuna ideologia politica o di altra natura".

La manifestazione

Oggi, 27 maggio, a Roma è scattato il blitz di agricoltori, allevatori, pastori e cittadini da diverse regioni contro l'invasione dei cinghiali: circa un migliaio di persone si è radunato fin dalla prima mattina in piazza Ss. Apostoli per chiedere di fermare quella che Coldiretti chiama senza indugio "una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali con morti e feriti".

Un pericolo concreto nelle campagne ma anche nei centri urbani: Genova è uno dei primi esempi con i cinghiali che da anni ormai si trovano nel letto del Bisagno e di altri torrenti, tra i cassonetti dei rifiuti e anche in spiaggia. Di recente, due ragazzi in bicicletta al Peralto - accerchiati dagli animali - sono stati salvati dai vigili del fuoco.

Anche nel capoluogo ligure gli agricoltori di Coldiretti erano scesi in piazza per protestare contro l'invasione dei cinghiali e i rischi che comporta sul fronte della sicurezza, dell'ambiente e della salute.

Coldiretti: "I cinghiali sono 2,3 milioni, subito abbattimenti"

"Con l’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa": è quanto afferma Coldiretti in occasione della manifestazione odierna, auspicando un piano di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale.

"I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale". 

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10, l'81% per la precisione (secondo l’indagine Coldiretti/Ixè) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, oltre la metà degli italiani (53%) è dell’opinjone che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni. 

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