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Cronaca

Alberto Scagni torturato in carcere: è in coma farmacologico

L'episodio di violenza nel carcere di Sanremo, Scagni è stato condannato per l'omicidio della sorella Alice a 24 anni e mezzo ed era già stato picchiato nel penitenziario di Marassi

Intubato e ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Borea di Sanremo Alberto Scagni, 42 anni, il detenuto condannato per l'omicidio della sorella Alice. Nella serata di mercoledì 22 novembre è stato sequestrato e torturato da due detenuti maghrebini che lo hanno aggredito in cella, nel carcere di Sanremo. Scagni sta scontando una condanna a 24 anni e 8 mesi di carcere ed è stato picchiato per la seconda volta dopo un primo episodio di violenza a Marassi, che aveva portato al trasferimento nel penitenziario dell'estremo ponente ligure.

Alberto Scagni, secondo quanto raccontato dal sindacato Sappe, è stato preso in ostaggio da due detenuti, in carcere per violenza sessuale, entrambi ubriachi a causa del siero ottenuto dalla macerazione della frutta, probabilmente sotto l'effetto di droghe. Scagni sarebbe stato prima torturato e poi aggredito a calci e pugni, poi picchiato con uno sgabello e una sedia rompergli le ossa del viso. Se gli agenti della Penitenziaria non fossero intervenuti con la forza, Scagni sarebbe morto.

L'avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia di Alberto Scagni, ha dichiarato all'Adnkronos: "Quello che è successo è gravissimo. Alberto è stato colpito più volte al volto con degli sgabelli, ha fratture al volto che lo hanno costretto a un intervento di chirurgia maxillofacciale. Non solo. Ha subito un tentativo di strangolamento ed è sotto osservazione per le condizioni del collo". Anche la madre, Antonella Zarri, ha lanciato un grido d'allarme: "Lo Stato ha fatto in modo che Alice morisse e finirà per restituirci un cadavere anche con Alberto. Ci aspettiamo una nuova aggressione. La temiamo. E sappiamo che questo accontenterà la pancia di molte persone perché ormai in Italia più che la giustizia ci si aspetta la vendetta. Anche se Alberto è ostaggio dello Stato noi abbiamo ancora il coraggio di andare avanti e ribadire la verità: lo Stato ci ha abbandonato nella figura delle istituzioni di salute mentale e delle forze di polizia, secondo noi in modo plateale. Uno schiaffo, questo abbandono dello Stato, incomprensibile. E parlo dell'omicidio di Alice. Quante telefonate di minacce di morte registrate, quante richieste di aiuto. E lo Stato non ha fatto in modo che Alice non morisse".

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