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L'invasione delle velelle sulle spiagge genovesi

Qualcuno le scambia per chiazze oleose, altri si lamentano per l'odore, tantissimi fotografano le spiagge colorate di blu: gli idrozoi sono sinonimo di acqua pulita

Qualcuno le scambia per chiazze oleose, altri si lamentano per l'odore, tantissimi fotografano le spiagge colorate di blu/viola. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente delle velelle che da oltre una settimana hanno invaso la costa genovese. Un classico di questo periodo dell'anno gli idrozoi dall’inconfondibile colore e la forma a barchetta che, con l'inizio della stagione calda, si spostano in massa trascinati dalle correnti, finendo per 'spiaggiarsi' e per emanare un odore molto sgradevole. In questi giorni tanti cittadini allarmati hanno anche chiamato la capitaneria di porto segnalando delle strane chiazze in mare, come detto si tratta solo di grossi gruppi di velelle che vengono trascinati dalla corrente. La buona notizia è che sono sinonimo di acqua pulita. 

Il ritorno delle 'velelle' sulle coste genovesi. Foto

Cosa sono le velelle 

Nei giorni scorsi Arpal ha spiegato: "La 'velella velella' (conosciuta anche come 'barchetta di San Pietro') è una parente stretta delle meduse, una specie planctonica appartenente alla classe degli idrozoi che forma colonie di polipi galleggianti. È caratterizzata dal colore blu, che le fornisce una schermatura alla luce ultravioletta, e da una cresta di forma triangolare simile a una vela che le permette di muoversi sulla superficie dell’acqua tramite la spinta del vento. Nonostante possieda cnidocisti (organi urticanti), la velella non è urticante. Il diametro - spiega ancora Arpal - è di pochi centimetri, ma l’aggregazione tra diverse unità forma grandi chiazze bluastre che si estendono sulla superficie marina anche per chilometri. Infatti, il colore e la formazione di questi agglomerati a volte inducono l’osservatore a credere che queste chiazze siano in realtà macchie di petrolio. Il successivo spiaggiamento a riva provoca, invece, odori sgradevoli come tutti gli organismi in decomposizione".

VIDEO | La spiaggia di Boccadasse si tinge di blu: il ritorno delle velelle

Il monitoraggio di Arpal

Arpal monitora le velelle, assieme ad altre specie che fanno parte del macrozooplancton gelatinoso, nell’ambito della strategia marina, una direttiva comunitaria che si basa su un approccio integrato e si propone di diventare il pilastro ambientale della futura politica marittima dell’Unione Europea. Tale monitoraggio ha cadenza bimestrale lungo 4 transetti localizzati tra 3 e 12 miglia nautiche dalla costa davanti a Vado ligure, Genova Voltri, Portofino e Punta Mesco. In caso di avvistamento, gli operatori Arpal hanno il compito di annotare coordinate, data e ora, condizioni meteo-marine, specie osservate, abbondanza, densità e tipo di aggregazione. I dati raccolti vengono quindi trasmessi al Ministero dell'Ambiente unitamente agli altri parametri rilevati. 

La simbiosi con le Janthina Pallida

A volte, accanto alle velelle, si trovano anche molluschi con la conchiglia simile a quella di una chiocciola: si chiamano Janthina Pallida, e vivono in simbiosi con le 'barchette di San Pietro', di cui peraltro si nutrono anche. Molti gli esperti che hanno studiato il fenomeno di interazione tra le Janthina e le velelle, scoprendo che le prime, durante la crescita vivono di fatto attaccate alla 'lamina' blu delle seconde, nutrendosi con loro e lasciandosi trascinare durante la migrazione. Ritrovarle sulla spiaggia, in mezzo alle velelle, non è inconsueto, anzi: al momento di riprodursi, il mollusco si stacca dal suo 'ospite' ma rimane nella marea, in modo che alla nascita i nuovi esemplari possono subito trovare una nuova 'zattera' cui attaccarsi per riprendere il ciclo.

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