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Quanto costano gli asili nido a Genova (città con i maggiori aumenti dei privati)

Rispetto a due anni fa le tariffe orarie degli asili nido privati in Italia sono aumentate in media dell’8,8%. Ma a Genova, Roma e Milano l’aumento è stato più elevato: sopra l’11%. Il punto della situazione arriva da Altroconsumo e prende in esame anche gli asili comunali, i risultati dell'indagine

Se l'Italia è una "Repubblica fondata sui nonni", Genova non è da meno: nei nidi comunali è difficile trovare posto e in quelli privati, dove gli orari sono più flessibili, la retta media può essere molto salata. E il capoluogo ligure è tra le città in cui le tariffe orarie dei privati sono aumentate di più. Di conseguenza moltissimi genitori, per avere un aiuto nella gestione dei figli piccoli, non possono fare altro che sperare nella disponibilità dei nonni.

Sono i dati che emergono da un'indagine di Altroconsumo che si è rivolto alla community di Acmakers, coinvolgendo mille intervistati: da qui è emersa la necessità di ripensare i sistemi di welfare per le famiglie tenendo conto delle reali esigenze dei genitori italiani. Da tenere conto che, quest'anno, in Liguria, è stata varata una manovra da oltre 8 milioni di euro per un bando che garantirà la gratuità degli asili nido a più di 22mila famiglie con Isee non superiore a 35mila euro.

Italia in ritardo rispetto allo standard europeo

L'Italia non garantisce un numero di posti nei servizi per l’infanzia adeguato allo standard europeo, fissato dal Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 (un posto per almeno il 33% dei bambini entro il 2010). Nel frattempo, l’Europa si è, però, data nuovi obiettivi: il 45% di bambini frequentanti servizi educativi di qualità entro il 2030. L’Italia, con una copertura del 28%, è in netto ritardo se si considera la media UE del 37,9%, nello specifico, tra i Paesi più virtuosi troviamo l’Olanda con una copertura del 74%, la Danimarca con il 69,1%, Francia e Spagna con una copertura di oltre il 50%. Inoltre, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) l’Italia si è impegnata a realizzare 150 mila nuovi posti nei nidi, centomila in meno rispetto ai 250 mila che erano stati ipotizzati anche per ridurre il divario territoriale aumentando i posti al Sud.

Le tariffe dei nidi comunali a Genova

Ma quanto si spende in media per mandare un bambino a un nido comunale a Genova? Sempre secondo il report, il servizio dalle 8 alle 18,15 per un bambino di 18 mesi residente nel territorio comunale (pasti e iscrizione inclusi) può arrivare a costare anche 492 euro al mese (senza Isee).

Per chi ha Isee di 10mila euro, la tariffa mensile è di 100 euro al mese (a Bologna ad esempio è meno della metà, 44 euro). Per chi ha Isee 20mila euro, la spesa media è di 297 euro. Per chi ha Isee 30mila, 448 euro con una tariffa oraria di circa 2,19 euro.

Nido privati: a Genova aumenti di oltre l'11%

Dopo l’indagine condotta nel 2022 Altroconsumo ha contato nuovamente gli asili nido comunali, 285 privati in otto città (Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Genova, Napoli e Palermo).

Come abbiamo scritto sopra, se i posti negli asili comunali non bastano non resta che rivolgersi a quelli privati. Rispetto all’inchiesta sulle tariffe dei nido privati di due anni fa per le città considerate le tariffe orarie sono aumentate in media dell’8,8%. Ma a Genova, Roma e Milano l’aumento è stato più elevato, sopra l’11% e la spesa media corrisponde a circa 500 euro mensili (prendendo ad esempio iscrizione, pasti e pannolini per un bambino di 18 mesi). Da tenere conto che, sempre con la manovra varata dalla Regione a gennaio, le famiglie potranno chiedere il contributo anche nel caso in cui il figlio frequenti un nido privato autorizzato.

Le donne ancora costrette a scegliere tra lavoro e cura dei figli

Viste le politiche che allungano sempre di più la permanenza a lavoro, mamme e papà richiedono di investire per aumentare le strutture e i posti disponibili, norme che diano maggiore flessibilità lavorativa tra congedi e permessi, con anche un contributo diretto da parte dello Stato nel pagamento della retta, almeno in parte, per tutti. Oltre che la possibilità di essere supportati anche nel periodo estivo: dall’indagine condotta emerge che a luglio solo il 2% dei nido chiude del tutto, il 12% per qualche settimana, l’86% rimane aperto. Situazione completamente differente nel mese di agosto, durante il quale il 93% degli asili nido risulta essere chiuso.

A carenza di servizi per l’infanzia, e i costi spesso insostenibili per le famiglie, sono tra i principali nodi da sciogliere per arrestare il calo demografico della popolazione italiana ed evitare che, soprattutto le donne, siano costrette a scegliere tra lavoro e maternità: oggi il 63% delle neomamme è costretto a compiere questa scelta.

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