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Rifiuti: dibattito acceso in Regione, Paita illustra il nuovo piano

Nella seduta di martedì 3 febbraio dell'Assemblea legislativa ligure si è svolto il dibattito monotematico sulla gestione dei rifiuti

Nella seduta di martedì 3 febbraio dell'Assemblea legislativa ligure si è svolto il dibattito monotematico sulla gestione dei rifiuti. Dopo la discussione è stato approvato all'unanimità l'ordine del giorno, presentato da Luigi Morgillo (Forza Italia), per valutare i costi dell'emergenza rifiuti e del conferimento fuori Liguria. Il documento afferma che "avendo appreso dall'assessore Raffaella Paita che fino a marzo i rifiuti saranno conferiti fuori regione, impegna la Giunta relazionare in Commissione sui costi reali che saranno sostenuti per la gestione dell'emergenza e gli effetti che tali spese avranno sui tributi a carico degli utenti".

Di seguito riportiamo la discussione integrale, compreso l'intervento dell'assessore Paita sul nuovo piano.

Il dibattito è stato aperto da Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente), uno dei consiglieri che ha richiesto la seduta monotematica, che ha svolto la relazione introduttiva. Dopo aver evidenziato che non sono stati ancora iniziati i lavori di messa in sicurezza della discarica di Scarpino «e tantomeno quelli di realizzazione degli impianti che permetterebbero di conferire nuovamente i nostri rifiuti a Scarpino», ha detto che al momento «l'unica cosa evidente sono i perpetuati scontri tra Burlando e Doria, che continuano ad accusarsi di immobilismo ed inefficienza, invece di confrontarsi e lavorare in sinergia per trovare quanto prima una soluzione al grave problema e smetterla così di giocare a scaricabarile». Ha aggiunto: «Questo atteggiamento di Regione e Comune rispecchia quella che è stata per anni la politica di gestione dei rifiuti da parte delle Istituzioni, che hanno sempre seguito una linea che si può descrivere con una sola parola: mancanza. Mancanza di responsabilità, di decisione, di azione» Ha quindi detto che questo stato di cose ha provocato pesanti ricadute sull'ambiente, citando il periodo natalizio «quando le vie di Genova si trasformavano in una discarica a cielo aperto». Ha continuato: «Amiu è finita in mezzo alla contesa tra Regione e Comune e l'hanno fatta diventare il capro espiatorio dei nodi irrisolti di Genova». Siri ha ribadito: «lo scontro si è notevolmente acuito con l'imminenza delle primarie per il centrosinistra, quando l'assessore alle infrastrutture e all'ambiente, Raffaella Paita si è schierata apertamente contro il sindaco Doria accusandolo di essere ostaggio delle sinistre». Siri ha puntualizzato: «L'unico del centrosinistra che ha veramente cercato di realizzate un impianto è stato Pericu», ricordando che l'ipotesi in gioco era quella del termovalorizzatore. «La scelta era appoggiata dall'allora governatore Biasotti, ma Pericu trovò i più acerrimi nemici in casa propria, in quanto fu proprio la sinistra ad osteggiare la decisione». Ritornando ad oggi, il consigliere ha affermato: «Credo che l'assessore Paita negli ultimi mesi sia stata più impegnata nella campagna elettorale per le primarie che nella gestione dei rifiuti». Ha quindi ricordato che il piano regionale dei rifiuti che doveva essere portato in Consiglio regionale entro la fine dello scorso anno, non è stato ancora discusso in commissione». Ha aggiunto: «Il quadro complessivo della gestione dei rifiuti nel capoluogo e nelle province è particolarmente disastroso e preoccupante anche a causa di una politica in tema di smaltimento che ha impedito la realizzazione di impianti, che ha evidenziato l'immobilismo e l'irresponsabilità di enti locali, di gestori e soprattutto della Regione». Siri ha anche ricordato altri settori nei quali, a suo avviso, la politica della Regione è stata fallimentare.

L'assessore alle infrastrutture Raffaella Paita ha parlato dei contenuti del nuovo Piano a cui sta lavorando ma prima ha definito quello di Siri «un comizio» privo di contenuti e ha detto che lo scarno dibattito in aula è frutto del fatto che è già stata convocata una riunione ad hoc della commissione per integrare il Piano dei rifiuti alla situazione di emergenza verificatasi con la chiusura della discarica di Scarpino. Rispetto alle critiche sul suo impegno in contemporanea come assessore e come candidato alle primarie, Raffaella Paita ha ribattuto che «le donne riescono a fare due cose contemporaneamente e anche bene». L'assessore ha anche giudicato «assurdo convocare in pochi mesi una seconda seduta monotematica del Consiglio regionale» per affrontare il tema rifiuti in modo generico nel momento in cui l'emergenza viene affrontata concretamente: «Servono – ha detto – valutazioni sul merito delle scelte e non polemiche». Paita, comunque, ha voluto tranquillizzare l'Assemblea: «In questi mesi, grazie ad accordi con le altre Regioni, la strategia di conferimento dei rifiuti in Toscana, Piemonte e Lombardia ha funzionato e sta funzionando. Abbiamo la garanzia che tutto sia tranquillo fino al mese di marzo. Stiamo lavorando ad un accordo anche con l'Emilia Romagna che ci porterebbe in sicurezza per qualche mese ancora. Ovviamente siamo impegnati per affrontare anche i mesi successivi. Il piano dei rifiuti, che prima non prevedeva neanche la possibilità del verificarsi di una emergenza, viene aggiornato: abbiamo stabilito di avere un Ato regionale di gestione dei rifiuti e ambiti ottimali a livello provinciale che chiuda il ciclo. Questo nella direzione dell'accorpamento e della razionalizzazione. Stabiliremo accordi con le Province per avere un'unica azienda di gestione a livello provinciale, cosa che a Imperia e Savona ancora non c'è. Oggi abbiamo troppi soggetti gestori e non abbiamo una strategia unitaria a livello provinciale. Su questo dobbiamo incidere rapidamente. L'Ato regionale deve coordinare la gestione dei vari impianti. All'interno del Piano regionale, verrà prevista la filosofia dell'emergenza e cioè la possibilità di conferire i rifiuti in siti extraregionali».

Riguardo alla situazione di emergenza, secondo Paita non bisogna guardare solo a Scarpino perché situazioni analoghe ci sono anche in altri impianti. Secondo l'assessore, «in questi mesi le cose sono andate avanti, è stato imposto un colpo di reni nelle realtà di Vado e di Varazze e anche a Genova si sta cambiando verso perché si è scelta una strategia per la definizione di un impianto di pretrattamento. Dobbiamo puntare ad una riduzione dei costi – oggi ancora più onerosi - che pesano sulle imprese e sulle famiglie. Nel Piano abbiamo inserito una interpretazione della differenziata più adeguata alla realtà attuale: sono stanca di sentire che bisogna differenziare i rifiuti senza poi saper dove va conferito il rifiuto differenziato. Nel piano si prevede un parallelismo fra percentuali più alte dei rifiuti raccolti in modo diversificato e verifica su dove e come vengono recuperati questi rifiuti e sul vantaggio economico che la comunità ne trae. Questo comporta una nuova definizione del piano con un riferimento alla logica del conferimento interregionale sulla base della capacità di trasformazione dei rifiuti e della quota residua. Questa va analizzata per la percentuale di organico che contiene e che può essere portato fuori della regione. In sostanza il rifiuto non va più considerato genericamente tale perché attraverso il trattamento avremo una maggiore flessibilità nell'utilizzarlo e nel servirci degli impianti esterni». Su Amiu l'assessore ha affermato: «Ci sono stati confronti netti e schietti soprattutto perché sarebbe stata necessaria una maggiore tempestività nella realizzazione dell'impianto di preselezione. Comunque siamo riusciti ad arrivare ad una quadratura del cerchio. Attualmente la logica Amiu - correggendo il tiro rispetto al passato - è orientata ad un impianto di vagliatura volto al recupero delle materie ad una gestione delle componenti secca e umida del rifiuto indifferenziato in funzione del recupero di materia che preveda una graduale residualità dell'utilizzo delle discariche. Mi auguro che grazie a questa strategia si possa arrivare alla messa in sicurezza di Scarpino e a un suo riutilizzo in tempi non irragionevoli. In ogni caso la giunta è disponibile a ragionale per attivare un sistema impiantistico che sia davvero corrispondente alle necessità».

Luigi Morgillo ha replicato all'intervento dell'assessore Raffaella Paita, in merito alla gestione dell'emergenza ed al conseguente conferimento dei rifiuti fuori regione fino a marzo, preannunciando un ordine del giorno. Con il documento si impegna la giunta a relazionare in commissione sui costi reali che saranno sostenuti per la gestione dell'emergenza e gli effetti che tali spese avranno sui tributi a carico degli utenti. «Non in aula, ma in commissione occorre fare una serie di approfondimenti per vedere cosa è stato realizzato e cosa deve essere fatto. Abbiamo appreso – ha dichiarato - che i rifiuti saranno conferiti in altre regioni e non so bene per quale ragione, l'assessore abbia omesso di dire il prezzo di questa operazione, che è tosto. Questa emergenza ci costa, e molto. Credo sia necessario verificare come queste spese verranno assorbite. Purtroppo in casi analoghi è sempre accaduto che i costi venissero scaricati sulle tariffe. E questo non è un dettaglio». Ha continuato: «Non credo basti la buona volontà di pochi mesi, nella gestione dei rifiuti si paga il prezzo di un blocco di 10 anni che ha un nome preciso: si chiama pregiudizio ideologico e non ha mai tenuto conto di quanto tutto questo costasse ai liguri». Morgillo ha quindi mosso una ulteriore critica all'attuale politica regionale dei rifiuti: «Parlare di ambiti territoriali che corrispondono a province, non ha più senso: significa continuare a celebrare insuccessi. Soprattutto ora che le Province di fatto non hanno più alcuna autorevolezza. Io immagino un solo ambito regionale, all'interno del quale la Regione decide come agire, come fare la raccolta differenziata e lo smaltimento. Ora, in vista della nuova programmazione dei fondi europei, bisogna avere le idee ben chiare, perché i problemi relativi ai rifiuti non si risolvono con le chiacchiere, ma impegnando al meglio i fondi disponibili, necessari per rafforzare la differenziata e realizzare impianti di ultimissima generazione».

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha rimarcato che pesanti critiche alla politica di gestione dei rifiuti di questa amministrazione regionale sono sempre state mosse dal suo gruppo. «Siamo rimasti inascoltati - ha detto - soprattutto quando dicevamo che con il passare del tempo non saremmo più stati autosufficienti. Purtroppo i fatti ci hanno dato ragione». Bruzzone ha rimarcato che questo stato di cose ha pesanti ripercussioni igienico sanitarie e ambientali erappresenta un ulteriore peso per i cittadini. «Chi paga alla fine è pantalone» ha aggiunto il consigliere, ricordando che a Genova per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani si paga il doppio rispetto a Milano. Bruzzone ha quindi annunciato il voto favorevole del suo gruppo all'ordine del giorno presentato da Morgillo ed ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri del suo gruppo al documento, successivamente sottoposto al voto dell'assemblea.

Alberto Marsella (Percorsi in Liguria) ha condiviso la relazione dell'assessore Paita: «La direzione giusta è quella dell'Ambito regionale e - ha aggiunto - al di là delle polemiche elettorali, legate alla sua candidatura alla presidenza della Regione, ritengo ingiusto che venga colpito il lavoro di una persona che sta facendo bene. Al contrario mi sarei aspettato che i colleghi consiglieri avessero avanzato delle soluzioni concrete». Marsella ha, infine, annunciato il proprio voto favorevole all'ordine del giorno presentato da Luigi Morgillo (FI).

Angelo Barbero (Gruppo Misto) ha sottolineato:«Il termovalorizzazione è l'unico sistema che ci consente di risparmiare mentre i costi della raccolta e del conferimento in discarica e il trattamento sono troppo onerosi». Secondo il consigliere occorre, quindi, agire sulla trasformazione e valorizzazione dei rifiuti.

Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) ha dato atto all'assessore Paita (subentrata a Renata Briano nel luglio scorso, ndr)di «aver smosso le cose ma questo accade dopo 10 anni di immobilismo e di gestione monocolore». Pellerano si è dichiarato «sconvolto» dopo avere letto sui giornali che il nome del nuovo amministratore compare in alcune intercettazioni legate all'indagine sugli appalti di Amiu: «Il Comune di Genova doveva attribuire quell'incarico a persone che non avessero alcun rapporto con la gestione precedente anche perché il primo criterio deve essere la discontinuità totale con il passato». Dopo avere annunciato il proprio voto favorevole all'ordine del giorno di Morgillo, Pellerano ha chiesto di mettere a punto un piano di medio termine sui rifiuti.

Marco Melgrati (FI) «Sono motivi ideologici quelli che hanno impedito alla sinistra di approvare una soluzione definitiva che si chiama termovalorizzatore di terza generazione. Si tratta di un tipo di impianto che funziona in molte regioni italiane e non si capisce perché non possa funzionare in Liguria. Si è assistito ad un balletto vergognoso. Il progetto, presentato all'epoca dal sindaco di Genova Pericu, con il passare degli anni è rimasto carta straccia. Si è sentito spesso ripetere in quest'aula che il problema rifiuti si risolve con la differenziata: la favola di Alice nel Paese delle Meraviglie». Melgrati ha evidenziato: «Adesso c'è la strategia dell'emergenza che serve a questa giunta per arrivare sino a marzo e poi fino alla data delle elezioni. Si portano i rifiuti fuori regione, eppure chi amministra questa regione dice che tutto va bene. Per il termovalorizzatore si dice che qui in Liguria "non ci sono i numeri" per giustificare la sua realizzazione e garantire il suo funzionamento, ma questo non corrisponde al vero».

Roberto Bagnasco (FI): «Io non me la prenderei con l'assessore alle infrastrutture Raffaella Paita, che in due mesi non poteva fare altro, forse ha avuto coraggio a prendere una delega così importante. O forse è stata incoscienza. La divisione totale dei rifiuti – ha aggiunto - è un cancro e vede la Liguria quasi all'ultimo posto rispetto a tutte le altre regioni, siamo l'unica a non avere adottato una soluzione finale. Grazie alla differenziata,si dice, non ci sono i numeri per realizzare un termovalorizzatore, ma non è vero: la compatibilità economica c'è ma manca quella politica».

Antonino Miceli (Pd): «Per molto tempo a sinistra è prevalsa una posizione ideologica che ha fatto si che nei tempi in cui sarebbe stato utile, non si è potuto realizzare un termovalorizzatore. E vent'anni fa avrebbe avuto un senso ma ora non ci sono più le condizioni». Ricordando la quota di raccolta differenziata richiesta e la relativa riduzione di prodotto indifferenziato da smaltire, Miceli ha concluso: «Pensare che quel che resta possa andare a termovalorizzatore non sta in piedi non si regge più da un punto di vista industriale. Noi 20 anni fa abbiamo sbagliato sulla base di una posizione ideologica, ma voi, adesso, correte rischio di fare lo stesso». Il consigliere ha caldeggiato, quindi, accordi industriali con regioni vicine e, infine, ha dichiarato condivisibile l'ordine del giorno di Morgillo.

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