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Regione: dibattito sul programma, «troppo vago»

Trentuno pagine per spiegare l'azione di governo per i prossimi cinque anni. Il testo, scaricabile qui, ha attirato le critiche dell'opposizione

Nella seduta dell'Assemblea legislativa di martedì 14 luglio si è svolto il dibattito sulle comunicazioni del presidente della Giunta regionale Giovanni Toti relative al programma di governo. Cliccando sul link è possibile scaricare il testo completo. L'impatto iniziale non è dei migliori visto che la prima 'Macro-area' è stata ribattezzata 'Marco-area'. E così fino alla quarta. Ma consideriamoli refusi di poca importanza e passiamo al sodo.

Nella discussione ieri in via Fieschi sono intervenuti per il gruppo Movimento 5 Stelle, Fabio Tosi, Alice Salvatore (presidente), Gabriele Pisani, Andrea Melis, Marco De Ferrari e Francesco Battistini. Sono seguiti gli interventi di Gianni Pastorino (presidente di Rete a Sinistra), Matteo Rosso (presidente di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale), Raffaella Paita (presidente del Partito Democratico), Alessandro Piana (presidente di Lega Nord Liguria – Salvini), Angelo Vaccarezza (presidente di Forza Italia) e Andrea Costa (presidente del Gruppo Misto - Ncd-Area Popolare).

Al termine del dibattito ha replicato il presidente della Giunta regionale, Giovanni Toti.

Nella stessa sessione dei lavori il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone ha comunicato la costituzione degli otto gruppi consiliari dell'Assemblea legislativa, indicandone i componenti e i rispettivi presidenti, ed è stata approvata all'unanimità la delibera che determina il numero dei componenti delle cinque commissioni consiliari permanenti e la partecipazione di ogni gruppo in termini di voti e consiglieri.

Emergenza rifiuti, costi della politica, governance sanitaria tra i temi affrontati nella replica in Consiglio al programma di governo. Alice Salvatore, presidente del Movimento 5Stelle, ha criticato il programma del presidente ritenendolo troppo vago negli interventi annunciati nel settore sanitario, «si parla di riorganizzare i servizi e non si spiega come», sia sul piano finanziario, «in un mese e mezzo dopo le elezioni non siete riusciti a aprire le cassette del bilancio e fare un'analisi e uno studio».

Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha definito il programma del presidente Toti di una «genericità estremamente preoccupante. Ci troviamo di fronte ad una elencazione di questioni a cui non corrisponde un'azione programmatoria».

Il capogruppo del Pd Raffaella Paita ha detto: «Come Partito democratico non faremo sconti e non daremo tregua nello sfidare la maggioranza sui contenuti: faremo un'opposizione intransigente ma costruttiva, agiremo come un "Governo ombra", perché abbiamo idee, progetti e abbiamo una cultura di governo».

Al termine della discussione ha replicato il presidente della giunta Giovanni Toti, che ha affermato: «ci sono le condizioni per governare bene la Liguria: abbiamo una maggioranza umanamente oltre che politicamente coesa e un programma realistico. Da alcuni esponenti dell'opposizione ho sentito interventi che rientravano nella liturgia della parola, nei riti delle assemblee. Occorre cambiare passo anche in questo senso: dalle urne è uscito un segnale chiaro, gli elettori hanno chiesto uno spirito diverso e un modo nuovo di affrontare i problemi, più concreto, meno ideologico. La nostra azione di governo è partita subito con una raffica di provvedimenti che abbiamo approvato già nella prima giunta. Purtroppo abbiamo ereditato una Liguria che è in ritardo su tutto: dalla sanità all'industria, dai trasporti al governo del territorio, allo smaltimento dei rifiuti. In quest'ultimo ambito siamo in una vera emergenza: non c'è un piano organico, non c'è un termovalorizzatore e le discariche sono chiuse. Addirittura i contratti stipulati per lo smaltimento in altre regioni sono decaduti il 31 giugno. Non si è avuta neppure la lungimiranza di farli valere fino a fine anno. Mi è stato detto di non copiare dalla Lombardia: Dio lo volesse se noi ci trovassimo al livello di efficienza della Lombardia e del Veneto. La maggioranza che ha governato gli ultimi dieci anni non ha governato neppure emergenze che erano ampiamente prevedibili».

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