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Saluto fascista in aula a Cogoleto: a processo consiglieri comunali

Il 27 gennaio del 2021, nel giorno della Memoria, votarono alcune delibere di seduta facendo il saluto romano. Il Tribunale di Genova li ha chiamati davanti al giudice con udienza programmata ad ottobre

I fatti risalgono al gennaio del 2021 quando tre consiglieri di centrodestra di Cogoleto alzarono il braccio per votare quello che al sindaco e agli altri membri del consiglio apparve come un saluto romano. Ora, il Tribunale di Genova li ha chiamati davanti al giudice con udienza programmata ad ottobre. A riportare la notizia è Repubblica.

Andranno dunque a processo per violazione della legge Mancino: Valeria Amadei (Fratelli d'Italia), Francesco Biamonti (Lega) e Mauro Siri (indipendente). Siri e Biamonti si sono poi dimessi. 

Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha mandato nelle scorse settimane il decreto di citazione diretta a giudizio. Il processo inizierà a ottobre 2023.

Dopo le polemiche i tre avevano sostenuto di aver alzato la mano per una votazione. In Comune erano arrivate anche le forze dell'ordine, dopo che il sindaco Paolo Bruzzone aveva espresso su Facebook sdegno per l'accaduto, e i poliziotti avevano acquisito video e verbale dell'assemblea e ascoltato Bruzzone e l'operatore che aveva effettuato le riprese, primo ad accorgersi del gesto.

Il caso era arrivato anche in prefettura, con l'avvio di un procedimento istruttorio sollecitato dalle opposizioni in consiglio regionale (Lista Sansa, Pd, Movimento 5 Stelle e Linea condivisa). Il sindaco Bruzzone invece aveva inviato una relazione scritta sull'episodio al prefetto chiedendo di dichiarare la decadenza di tutti e tre i consiglieri. Siri (difeso dall'avvocato Alessandro Sola) ha affermato che aveva tenuto il braccio in quel modo per difficoltà a piegarlo.

Biamonti e Amadei (assistiti dagli avvocati Giacomo Gardella e Mauro Frigerio) avevano spiegato che si era trattato di un "voto scomposto" e non "di saluto romano.

Per il pubblico ministero Cardona Albini quello dei tre consiglieri comunali è stato invece "un disegno criminoso perché da consiglieri di minoranza compivano manifestazioni usuali ai gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione, o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".

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