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Sicurezza, il Pd attacca: "Modello totalmente iniquo con confusione di ruoli tra polizia di Stato e locale"

"L'attuale modello di sicurezza urbana - dicono i consiglieri comunali del Pd - sta portando a una forte confusione di ruoli tra la polizia locale e la polizia di Stato. Ricordarlo non è un atto di sfiducia verso la professionalità degli agenti della polizia locale, ma un dato oggettivo, imprescindibile da considerare per organizzare il lavoro sul territorio"

Nella commissione consiliare dedicata alla formazione della polizia locale alla presenza dell’assessore Gambino e del comandante Giurato, i consiglieri del Partito Democratico hanno sollevato forti critiche circa l’impostazione che, anche nella formazione del personale, si intende perseguire.

"Appare evidente come anche nei piani formativi per la polizia locale vi sia un consolidamento di un modello di sicurezza urbana che sta innegabilmente portando a una forte confusione di ruoli tra la polizia locale e la polizia di Stato - ribadiscono i consiglieri dem -. L’accesso alla banca dati Sdi del Ced del Ministero dell'Interno è consentito alla polizia di Stato e non alla polizia locale. Ricordarlo, contrariamente a quanto strumentalmente viene affermato dall’assessore Gambino e dal comandante Giurato, non è un atto di sfiducia verso la professionalità degli agenti della polizia locale, ma un dato oggettivo, imprescindibile da considerare per organizzare il lavoro sul territorio".

Di fatto, oggi la polizia locale si rivolge alla polizia di Stato ogni qualvolta avvii un’attività di tipo investigativo: "Questo porta, in una già precaria situazione numerica del personale della polizia di Stato, a una confusione ulteriore. Serve un reale coordinamento, ma per farlo serve uscire da una logica che assegna alla polizia locale un ruolo totalmente schiacciato su una logica securitaria, con un ritorno invece all’idea di ruolo di presidio diffuso ed equilibrato sul territorio, vicino ai cittadini".

E ancora: "Contrariamente a quanto affermato dal comandate Giurato, la sicurezza stradale non è aumentata e a dimostrarlo non sono solo i numeri (difficilmente contestabili), ma anche le richieste che arrivano anche dai banchi della stessa maggioranza in Sala Rossa, che chiede di rivedere gli investimenti della sicurezza stradale partendo da una più corretta suddivisione degli introiti delle sanzioni. E la sicurezza urbana, nonostante venga perseguita con miopia la logica dei pattuglioni, non porta ad alcuna incidenza nella riduzione della criminalità che si distanzi dai dati nazionali. Anzi, a riprova della totale iniquità di questa modalità, c’è la preoccupante crescita di fenomeni di tipo mafioso, a partire dal Centro Storico, territorio simbolo del modello Gambino-Giurato". 

Insomma il Pd mantiene la sua posizione: "Questo modello ha portato il Comune di Genova a sostenere costi enormi, e numeri alla mano a nessun vero risultato raggiunto, arrivando a sostenere spese per la sicurezza urbana che sono arrivate a superare i 60 milioni di euro, 3 volte più che per la cultura e 60 volte più che per le politiche del lavoro. Per questo lascia ancora più sgomenti il silenzio dell’assessore Gambino di fronte all’aggressione da parte del comandante della polizia locale Giurato nei confronti di chi, come il Siap, rappresenta una parte dei lavoratori e delle lavoratrici della polizia di Stato che legittimamente chiede maggiore integrazione tra le diverse forze di polizia. Il tutto peraltro in una inusuale modalità che non prevedeva la possibilità di partecipare alle rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici della polizia di Stato e della polizia locale. In assenza delle risposte, arrivano gli insulti. Insieme al decoro urbano, suggeriamo all’assessore Gambino di occuparsi del decoro istituzionale".

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