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È morto Roberto Maroni, il cordoglio di Toti: "In Liguria non scorderemo i tuoi consigli"

L'ex ministro e segretario della Lega lottava da tempo contro una grave malattia

"Caro Roberto, in Liguria non scorderemo i tuoi consigli e l’aiuto generoso che ci hai dato all’inizio della nostra amministrazione. La tua voglia di cambiare in meglio il nostro Paese è stata contagiosa per molti. E se un giorno festeggeremo quella autonomia che hai sempre voluto e per la quale ti sei sempre battuto, tanto merito sarà tuo. Ciao Bobo": con queste parole il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti saluta sui social Roberto Maroni, ex segretario della Lega, governatore lombardo e ministro dell'Interno e del Welfare. 

Maroni lottava da tempo contro una grave malattia. "Con la sua scomparsa - continua Toti - il Paese perde un grande politico e un uomo delle Istituzioni nelle quali ha ricoperto molteplici ruoli Maroni è stata una figura di spicco della politica nazionale oltre che della Lega. In Liguria non scorderemo i consigli e l’aiuto che ci ha dato all’inizio della nostra amministrazione. La sua voglia di cambiare il Paese è stata contagiosa per molti. E se un giorno festeggeremo l’autonomia per cui si è tanto battuto, grande merito sarà suo e delle sue battaglie. Alla sua famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze".

Chi era Roberto Maroni

Classe 1955, Maroni nasce a Varese dove al liceo scopre la passione per la politica grazie a un suo professore cattolico-marxista, Cesare Revelli. Poi nel 1979 l'incontro con Umberto Bossi che cambia la sua vita: "Ero un giovane neolaureato che votava Democrazia proletaria. Un mio amico mi disse che c’era un tipo interessante da conoscere. Mi trovai una sera nella sua casa di Capolago, frazione di Varese. Lui parlava di autonomie, federalismo. Io pensavo: 'Questo è matto. Sto perdendo tempo'. Ma poi disse che voleva fondare una rivista. Mi proposi e nacque il sodalizio". Nel 1985, dal consiglio comunale di Varese, inizia la sua carriera politica che lo ha portato in Parlamento, fino a diventare ministro dell'Interno del governo Berlusconi tra il 1994 e il 1995. Nella succesiva esperienza di governo è stato anche ministro del Lavoro per 5 anni (2001-2006), e nel triennio 2008-2011, nuovamente al Viminale con il quarto governo Berlusconi. Con Umberto Bossi il rapporto si incrina viste le divergenze di vedute ma questo non gli impedisce di salire alla guida del partito tra il luglio 2012 e il dicembre 2013 dopo lo scandalo Belsito: furono gli anni di transizione della Lega dall’era Bossi a quella Salvini. 

Chiusa l’esperienza da segretario, nel 2013 diventa governatore della Regione Lombardia succedendo a Roberto Formigoni. A causa di gravi problemi di salute rinuncia sia alla candidatura alle Regionali del 2018 che a sindaco di Varese nel 2020. 

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