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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Nuovo regolamento rischio alluvioni, Toti: "Norme rigorose, grave accostarlo a quanto accade in Emilia Romagna"

Dopo gli attacchi dell'opposizione - che sostiene sarà più facile costruire in aree esondabili - e la petizione lanciata da Genova che Osa e Lista Sansa, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si difende

Non si placano le polemiche sul nuovo piano di gestione del rischio alluvioni: dopo gli attacchi dell'opposizione - che sostiene sarà più facile costruire in aree esondabili - e la petizione lanciata da Genova che Osa e Lista Sansa, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si difende.

Il nuovo piano di gestione del rischio alluvioni è emanato dall'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale, riguarda Toscana, Liguria e Umbria e le regioni sono state chiamate a definire sul proprio territorio le regole di dettaglio in campo urbanistico, coerenti con il piano distrettuale: "Siamo pronti a fare un salto di qualità - dice Toti, presentando il documento - garantendo la piena aderenza al piano sovraregionale, la massima precauzione sul nostro territorio, la conoscenza tecnico scientifica come punto di partenza imprescindibile per stabilire la pericolosità delle aree attraverso un unico regolamento chiaro e di semplice interpretazione. È un passo che compiamo memori delle esperienze passate, anche tragiche, che ci hanno fatto alzare il livello di attenzione sulla mappatura del territorio, unendolo ad importanti investimenti sul piano della sicurezza del territorio che continueremo a fare anche nel futuro. Si tratta di un piano di gestione ampiamente condiviso con tutti i soggetti coinvolti, sul quale negli ultimi giorni sono state dette cose gravissime accostando arbitrariamente la questione a quanto successo in Emilia Romagna, dove peraltro sono impegnati decine di volontari con la colonna mobile di Protezione Civile".

In sintesi, il nuovo regolamento dovrebbe facilitare l’applicazione della normativa da parte di tutti quegli uffici tecnici che si devono esprimere sui progetti, oltre a garantire la certezza normativa per tutti i soggetti che desiderano investire sul territorio regionale, dalla ristrutturazione di una casa all’impianto di un’azienda. Ed è qui che si è concentrata l'attenzione dell'opposizione. "Non si tratta di un atto politico - dice Toti - ma tecnico, nel quale sono stati i tecnici a decidere il da farsi sulla base di quello che è stato compiuto negli ultimi 10 anni in Italia e in Liguria, come normative nazionali e locali, piani di bacino, messa in sicurezza dei torrenti. Il regolamento stabilisce una disciplina rigorosa, chiara e univoca e basa su criteri scientifici e oggettivi non interpretabili, ovvero su studi idraulici dettagliati e validati, la definizione della pericolosità delle aree e i conseguenti divieti, vincoli e criteri da seguire all’interno delle stesse in campo urbanistico e infrastrutturale. Si seguono studi idraulici accurati e aggiornati, proposti da enti pubblici e validati da Regione e Autorità di bacino, come presupposto per stabilire la pericolosità delle aree. Viene applicata l’univocità e cioè l’applicazione di regole omogenee sul territorio e sostituzione con un'unica disciplina di un groviglio di norme, atti e circolari accumulatesi nel tempo".

Anche l'assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone respinge le critiche: "All’interno di questo assetto normativo mutato e di queste nuove previsioni - spiega - c’è l’introduzione di alcuni vincoli maggiori rispetto alla disciplina precedente, oltre ad alcune migliori interpretazioni delle zone inondabili che vengono definite con maggiore precisione. Questo non significa permettere di costruire in aree inondabili, ma l’aver aumentato la conoscenza del nostro territorio, mappando aree di rischio che fino a dieci anni fa erano considerate pienamente edificabili".

L'assessore specifica che le nuove norme prevedono che ogni intervento debba essere realizzato in condizione di gestione del rischio: "Sono consentiti quindi solo alcuni interventi in specifiche e definite condizioni costruttive, così da non mettere in alcun modo a rischio la pubblica incolumità o causare danni a beni pubblici o privati. Le aree a ‘minore pericolosità’ dovranno essere individuate solo a seguito di studi idraulici accurati e aggiornati, svolti da enti pubblici e validati da Regione e Autorità di bacino. Oltre a questo, il concetto di ‘minore pericolosità’ delle aree esondabili è già presente nelle norme che regolano le possibilità di costruzione in Liguria: non viene introdotto con il regolamento ma esiste dai primi anni 2000, ed è presente anche nei regolamenti di altre Regioni".

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