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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Burqa vietato negli ospedali, l'annuncio di Sonia Viale

«Mi sono consultata con il presidente Toti - ha spiegato Viale - a proposito di un'iniziativa, che io ritengo sia corretto assumere, anche in Liguria, dopo la Lombardia, e vietare l'ingresso in strutture sanitarie di persone che abbiano il burqa»

Annuncio a sorpresa in consiglio regionale della vicepresidente Sonia Viale, che ha illustrato una delibera per vietare l'ingresso negli ospedali liguri alle donne che indossano il burqa.

La delibera sarà votata dalla giunta venerdi. «Mi sono consultata con il presidente Toti - ha spiegato Viale - a proposito di un'iniziativa, che io ritengo sia corretto assumere, anche in Liguria, dopo la Lombardia, e vietare l'ingresso in strutture sanitarie di persone che abbiano il burqa».

«Domani è l'8 marzo. Dire un chiaro no alla discriminazione, che qui è simboleggiata dal burqa, penso che sia un gesto, che debba essere portato all'attenzione della comunità ligure. Il burqa è l'atto di discriminazione sessuale più palese, più indice di fanatismo, che ritroviamo in alcuni Paesi, dove la democrazia è un concetto assolutamente dimenticato», ha concluso Viale.

L'annuncio della vicepresidente Viale è arrivato in risposta a un'interrogazione di Alessandro Piana sul caso di una presunta discriminazione ai danni di una giovane puerpera imperiese ricoverata nel reparto di ostetricia di Imperia.

Le reazioni alle parole di Sonia Viale non si sono fatte attendere. Così Raffaella Paita, capogruppo Pd in Regione Liguria: «la prima obiezione che mi sento di fare è che tutti hanno diritto a essere curati, indipendentemente dalla religione che professano e da come si vestono. Se si vuole aprire una discussione sul burqa, iniziare dagli ospedali è la cosa più sbagliata che ci sia. Anzi, così si rischia di esasperare gli animi e creare tensioni. Se il tema che intende sollevare la Giunta Toti, invece, è la sicurezza, e questo è un argomento serio, allora non si capisce perché voglia affrontarlo solo quando una donna ha bisogno di cure ospedaliere: non ha alcun senso. E poi parliamo di discriminazione: una questione che va senza dubbio affrontata e che riguarda anche le mutilazioni agli organi femminili o le vittime della tratta, un tema rispetto al quale la Giunta Toti si è distinta per essersi dimenticata di chiedere i fondi al governo. Gli stranieri in Italia sono 5 milioni, quasi il 10%. Molti sono musulmani. Una Regione seria affronterebbe queste vicende aprendo un dialogo con queste comunità, utilizzando mediatori culturali e stimolando una riflessione con la parte più moderata e avanzata. Infine una domanda: se si presenta al pronto soccorso una donna in pericolo con indosso il burqa, cosa fa il medico, le dice di andare a curasi altrove?».

Sulla stessa linea Alice Salvatore, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria. «Una delibera discriminatoria e incostituzionale che, invece di estendere i diritti delle donne, li riduce ulteriormente. Un pessimo segnale, alla vigilia dell'8 marzo, che offende tutte le donne. Inorridisce l'idea che, nel 2017, si possa impedire alle donne l'accesso alle cure sanitarie essenziali solo ed esclusivamente per i vestiti che indossa. In Italia esistono già leggi che vietano di girare in luoghi pubblici a volto coperto, come prevede il Testo unico di pubblica sicurezza. Questa delibera non è altro che l'ennesimo atto di propaganda demagogica già andato in scena in Veneto e in Lombardia. Un provvedimento che viola palesemente l'articolo 3 della Costituzione e andrà incontro a una inevitabile bocciatura da parte della Corte Costituzionale. Se vogliamo parlare di discriminazioni – conclude Salvatore - pensiamo intanto alle troppe di cui sono vittime a casa nostra le donne, che ancora scontano un gap importante sul lavoro e sulle retribuzioni e che continuano ad essere oggetto di violenze, soprattutto domestiche. Fenomeno, questo, che dilaga ovunque e sul cui contrasto in questi anni si è investito poco o nulla».

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