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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Cogoleto

Saluto fascista in aula, poi denunciarono il sindaco per diffamazione: procedimento archiviato

Gli ex consiglieri comunali autori del gesto presentarono denuncia per diffamazione nei confronti del sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone e di tre consiglieri che avevano puntato il dito sul fatto avvenuto nel Giorno della Memoria

È stato archiviato il procedimento penale proposto dagli ex consiglieri comunali Francesco Biamonti e Valeria Amadei nei confronti del sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone e dei consiglieri Matteo Calcagno, Giorgia Pisani e Federico Giusto. 

Biamonti e Amadei insieme a un terzo consigliere, Mauro Siri, che due anni fa erano espressione della minoranza di centrodestra in consiglio comunale, sono stati rinviati a giudizio per violazione della legge Mancino, in quanto il 27 gennaio 2021, nel Giorno della Memoria, votarono alcune delibere esibendosi in quello che sembrava a tutti gli effetti un saluto fascista (loro hanno sempre negato). In seguito - dopo che il caso venne fuori con un importante risalto mediatico - Biamonti e Amadei presentarono denuncia per diffamazione nei confronti del sindaco e di altri esponenti della maggioranza che li avevano apertamente accusati. Ma proprio in questi giorni la denuncia è stata archiviata.

Nelle motivazioni del decreto di archiviazione emesso dal giudice per le indagini preliminari Alberto Lippini si legge che “le espressioni usate nella nota stampa di Paolo Bruzzone, all’epoca sindaco del Comune di Cogoleto, sono state pienamente rispettose dei canoni di verità e rilevanza pubblica del fatto, nonché dei canoni di continenza e correttezza dell’esposizione”. Il gip Lippini ha altresì disposto la proroga delle indagini nei confronti di coloro che hanno rivolto offese e minacce a Biamonti e Amadei su Facebook e gli altri social media.

Il caso scatenò una vera e propria bufera che uscì dai confini della Liguria e dopo poche settimane, a Cogoleto, venne organizzata una manifestazione da Anpi a cui parteciparono circa 300 persone. Successivamente, i tre consiglieri si dimisero. 

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