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Cronaca

Parvovirosi canina, Asl attiva collaborazione con i veterinari

In seguito ai numerosi casi registrati in città, il direttore della Sanità Animale Roberto Parodi ha chiesto alle cliniche di segnalare i casi sospetti

Asl si muove per l'allarme Parvovirosi canina. Il direttore della Sanità animale, dottor Roberto Parodi, ha deciso di attivare una collaborazione con l'ordine dei veterinari. 

«Pur trattandosi di una malattia infettiva non soggetta ad obbligo di notifica - spiega in una nota il direttore - si ritiene tuttavia utile, anche in considerazione dello stato di allarmismo che potrebbe interessare tutti i proprietari di cani, richiedere a ciascun Veterinario libero professionista che eserciti la propria attività nel territorio di competenza di A.S.L. 3 di fornire ogni utile informazione circa i casi di parvovirosi canina che sono stati o che verranno accertati». 

Le cliniche sono invitate a notificare all'ufficio dell'Asl 3 i seguenti dati:  segnalazione del soggetto interessato (con particolare riferimento all’età); provenienza del cane; luogo di detenzione; copertura vaccinale attuale e pregressa nei confronti della parvovirosi; sintomatologia; i referti di laboratorio attestanti l’accertamento della presenza del virus CPV (tipizzazione genetica variante CPV2); esito della malattia. 

L'indirizzo a cui mandare il report è: A.S.L. 3 - S.C. Sanità Animale, via San Giovanni Battista 48. 

L'emergenza Parvo è stata anche portata all'attenzione del consiglio comunale riunito, in Sala Rossa martedì 22 gennaio, con un'interrogazione della consigliera leghista Lorella Fontana. Alla domanda "Quali strumenti ha il Comune per contrastare questo fenomeno?", ha risposto l’assessore al benessere animale Matteo Campora: «La competenza, in senso stretto, compete alla Asl. Come Comune di Genova abbiamo insediato il comitato tecnico scientifico al quale partecipa il direttore dell’istituto zooprofilattico e, inoltre, partirà una campagna di informazione ai proprietari dei cani, in quanto basta vaccinarli per evitare che si ammalino e diffondano la malattia». 

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