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Cronaca Prà

Cassoni diga a Pra', la rabbia dei comitati: "Non ci arrendiamo, il ponente ha già dato"

Dopo il consiglio comunale infuocato di martedì che ha visto bocciata la mozione presentata dal centrosinistra che si opponeva alla fabbrica dei cassoni a Pra'

Dopo l'infuocato consiglio comunale di martedì sulla fabbrica dei cassoni per la diga a Pra', i comitati del ponente annunciano battaglia. Molti cittadini sono andati ad assistere a Tursi e alcuni - con applausi, grida e proteste durante la seduta in cui è stata bocciata la mozione del centrosinistra - sono stati allontanati dalla polizia locale.

"Amarezza, sconforto e delusione - è il commento del Comitato Pegli Bene Comune - ma anche orgoglio e consapevolezza di avere costruito un movimento di persone unite per difendere il nostro territorio da una servitù pericolosa per l'ambiente, la salute, il futuro del ponente". I cittadini riferiscono di essere rimasti anche sconcertati dall'atteggiamento del sindaco: "Bucci ha seguito distrattamente la seduta, non assumendosi la responsabilità di parlare in modo chiaro". Il comitato ha ringraziato i consiglieri di opposizione (in particolare i firmatari della mozione, Filippo e Rita Bruzzone e Francesca Ghio, Lista Rossoverde e Pd) e anche tutti i cittadini che hanno partecipato a iniziative come sit-in a Pegli, assemblee pubbliche e petizioni. "Non ci arrendiamo - conclude il comitato - la nostra battaglia proseguirà fino a che non sarà accettata l'opzione zero, ovvero nessun mega cassone della nuova diga costruito al porto di Pra'".

Cittadini e comitati temono l'espansione del porto

In consiglio comunale, ieri, mentre la mozione respinta diceva sostanzialmente 'no' alla fabbrica dei cassoni a Pra', è stato invece approvato un ordine del giorno della maggioranza con una posizione meno netta, in cui si chiede alla giunta di impegnarsi per prevedere il cantiere più distante possibile dalle abitazioni. Ma la vera paura, a ponente, è che il cantiere - a prescindere dalla distanza dalle case - possa costituire il pretesto per espandere definitivamente il porto.

"Genova, città per umani o solo una grande piattaforma intermodale? - commenta il Comitato Palmaro - Da anni il porto toglie spazio e aria ai cittadini, soprattutto nella zona del ponente, dove le meravigliose spiagge sono solo un lontano ricordo. Un porto che richiede, esige e ottiene una quantità enorme di soldi pubblici, permettendo di prendere sempre più spazio ai cittadini, costretti a rimanere rintanati nelle loro case con vista sulle gru e le banchine. Com'è possibile pensare solo all’espansione portuale, cercando di illudere i cittadini genovesi con grandi opere pagate con soldi pubblici, che minano o addirittura uccidono l’equilibrio delicato creato negli anni tra porto e cittadini. Siamo quindi disposti a sacrificare il nostro territorio per queste opere? Noi cittadini di Palmaro abbiamo un grande sogno, quello di poter respirare e camminare liberamente nel nostro territorio e nessuno può continuare a dividerci dal nostro mare, nessuno".

Barbazza: "Non condivido la decisione di realizzare il cantiere in quell'area"

Intanto, commentando l'incontro di lunedì in Autorità portuale, il presidente del Municipio Ponente Guido Barbazza affida le sue parole ai social: "A titolo personale e in sintonia e continuità con quanto da me ripetutamente esternato fino dall’inizio di questa spiacevole vicenda continuo a non condividere, sia nel merito, sia nel metodo, la decisione di realizzare il cantiere dei cassoni al sesto modulo del Bacino Portuale di Pra’, in quanto troppo vicino all’abitato di Pegli Lido e in contrasto con la visione di valorizzazione del litorale. Detto questo, come presidente del Municipio è mia intenzione continuare a lavorare e interagire, insieme alla giunta e al consiglio municipale, con le istituzioni nel rispetto del mandato assegnatomi, per perseguire ogni ipotesi alternativa e intraprendere ogni azione possibile per tutelare gli interessi, la salute e la qualità della vita dei cittadini del ponente genovese che ho l’onore di rappresentare".

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