rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità

"Chiudete la sala dello stupro". Petizione contro la mostra di Artemisia al Ducale

Attiviste, studiose e associazioni chiedono anche la rimozione dei gadget con le citazioni dello stupratore Agostino Tassi e del libro "La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi" dal bookshop

Dopo le manifestazioni organizzate dal gruppo "Non una di meno" e le dichiarazioni di personalità autorevoli come Cecili Hollberg, direttrice della Galleria degli Uffizi di Firenze, si amplia la protesta contro la mostra di Artemisia Gentileschi. In particolare, si critica la rappresentazione spettacolarizzata della violenza subita dall'artista all'interno di una stanza immersiva, un passaggio obbligato della mostra. Tale stanza, non segnalata nonostante l'impattante allestimento, è stata ribattezzata con il termine controverso "sala dello stupro".

Oggi, 2 febbraio 2024, è stata diffusa una lettera aperta firmata da un gruppo di attiviste, esperte e organizzazioni che richiede la cessazione dell'utilizzo della denominata "sala dello stupro" e la rimozione, nel bookshop di Palazzo Ducale, di gadget contenenti citazioni dello stupratore Agostino Tassi, così come del libro di Pierangelo Buttafuoco intitolato "La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi".

La lettera è il risultato delle riflessioni emerse durante un'assemblea del 13 gennaio scorso convocata dal collettivo "Non una di meno" (Nudm), con altre associazioni e gruppi. L'incontro si è tenuto successivamente a una visita guidata e a un confronto tra le attiviste di Nudm e il curatore della mostra, Costantino D'Orazio.

"Alzare il livello culturale in città", la richiesta di Bucci a Ilaria Bonacossa nuova direttrice di Palazzo Ducale

Proprio ieri, nella giornata di insediamento a Palazzo Ducale, la nuova direttrice Ilaria Bonacossa ha detto la sua sulla questione: "Penso che in realtà una delle funzioni principali dei musei sia diventare luogo di formazione culturale e la formazione del pensiero nasce dal dibattito e dalla discussione, quindi già il fatto che si sia attivata una discussione aperta vuol dire che qualcosa ha funzionato - ha commentato - sicuramente sono dei temi molto urgenti, io sono stata in manifestazione con mia figlia di 16 anni per la prima volta a Milano ed è stato importante e di trasformazione. Bisogna interrogarsi, sono temi delicati, non è facile parlarne perché c'è una parte di oggettività e una di visione soggettiva, però se una mostra del tempo di Artimisia diventa urgente per parlare adesso del tema vuol dire che l'istituzione ha fatto il suo compito".

La lettera che sostiene la petizione

“La mostra Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione, in corso al Palazzo Ducale di Genova dal 16 novembre 2023, ha destato indignazione e contestazioni da parte di attiviste, studiose, associazioni e di chi vive e attraversa la città per la narrazione incentrata sugli episodi di violenza sessuale che subì la pittrice, narrazione che culmina in quella che è divenuta tristemente nota come “sala dello stupro”. La sala, che è obbligatorio attraversare per continuare la visita in mostra e che non viene in alcun modo segnalata, presenta un’installazione che intende rappresentare il primo stupro che Gentileschi subì da parte di Agostino Tassi. Lo fa con un letto collocato al centro mentre i dipinti della pittrice proiettati sulle pareti si colorano di sangue. Non manca una voce femminile registrata di sottofondo che recita le dichiarazioni della pittrice al processo, un processo che fu estremamente intrusivo e umiliante per Artemisia, lasciandola con la reputazione distrutta. Questi episodi violenti vengono morbosamente richiamati anche nelle altre sale dell’esposizione, fino al bookshop in cui vari gadget recano la citazione di Tassi “Io del mio mal ministro fui”, che trasforma la crudeltà di cui fu capace in una specie di atto goliardico di cui fregiarsi, di fatto assolvendolo con simpatia. È in linea con questa narrazione anche il libro in vendita nel bookshop La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore di Pietrangelo Buttafuoco, opera che, come già si intuisce dal titolo, manipola e romanticizza la condotta violenta di Tassi”.

Dopo le prime contestazioni, diffuse su social e giornali, il curatore Costantino D’Orazio ha dichiarato “dobbiamo tenere conto del piano civico, quello scientifico non è più sufficiente”. Questa distinzione ci appare tuttavia estremanete discutibile e faziosa, visto che la spettacolarizzazione dello stupro nulla ha di valido sul piano scientifico e nulla c’entra con la storia dell’arte. Neppure può essere ritenuta scientificamente valida la ricostruzione di un percorso artistico a partire da alcuni episodi dolorosi della vita della pittrice, usati forzatamente come chiave di interpretazione per i suoi dipinti e abbondantemente richiamati nei testi in sala. Per quello che riguarda il piano civico, ci chiediamo invece perché mai dovrebbe essere necessaria una cura particolare nel 2023: ci sembra scontato che risulti quantomeno inopportuno staccare biglietti raccontando in maniera semplicistica e morbosa la vicenda biografica di una persona, nonché grande artista, anche se vissuta quattro secoli fa.

Il compito della cultura, semmai, dovrebbe essere quello di elevare lo spirito, raccontare la complessità e stimolare nuove riflessioni. Questa responsabilità non può essere demandata a una società privata, Arthemisia, che peraltro difende strenuamente questo allestimento, né ad approcci curatoriali spettacolarizzanti (tra i curatori figura tra l'altro la storica dell'arte e consulente per l'arte del Comune di Genova, Anna Orlando). Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni coinvolte in questa mostra, ricordando la funzione pubblica che devono assolvere, e chiediamo il disallestimento della “sala dello stupro” e la rimozione di gadget con la frase autoassolutoria dello stupratore Agostino Tassi dal bookshop".

Continua a leggere le notizie di GenovaToday, segui la nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale WhatsApp

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Chiudete la sala dello stupro". Petizione contro la mostra di Artemisia al Ducale

GenovaToday è in caricamento