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Green pass sul posto di lavoro: regole e multe fino a 1500 euro

Il governo ha approvato le nuove misure rivolte sia al pubblico che al privato, con l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde a partire dal 15 ottobre

Green pass obbligatorio nei posti di lavoro. Il governo ha approvato le nuove misure rivolte sia al pubblico che al privato, con l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde a partire dal 15 ottobre. Ecco le principali regole, con multe e sanzioni per chi non le rispetta: in ogni caso, comunque, non si potrà arrivare mai al licenziamento del lavoratore, possibile invece la sospensione e lo stop allo stipendio per chi per cinque giorni consecutivi si presenti al lavoro senza green pass. Le regole valgono tanto per i lavoratori pubblici quanto per i lavoratori del settore privato, così anche per i lavoratori esterni all'amministrazione o all'azienda e per chi svolgerà attività formativa.

Decreto green pass: le regole in pillole 

Prima di entrare nel dettaglio ecco il 'bignami' con le nuove regole del decreto green pass approvato dal Governo.

  • Le misure entrano in vigore dal 15 ottobre e si applicano a tutti i lavoratori delle amministrazioni pubbliche e del settore privato (sono inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari (badanti, colf e baby sitter). 
  • Sono previste sanzioni: da 600 a 1500 euro per i lavoratori e da 400 a 1000 euro per i datori di lavoro. I controlli a carico dei datori di lavoro.
  • Nel Decreto si invitano Quirinale, Camera, Senato e Corte Costituzionale ad adeguare il proprio ordinamento alle nuove disposizioni
  • Il prezzo dei tamponi è stato calmierato: obbligo alle farmacie di test antigenici rapidi a prezzi contenuti. Gratuità dei tamponi per coloro che sono stati esentati dalla vaccinazione.
  • C'è inoltre la disponibilità a riesaminare le misure di distanziamento e valutare l'aumento della capienza per i luoghi che ospitano attività sportive e culturali, come cinema e teatri. In merito il Cts si esprimerà entro il 30 settembre.

Green pass, cosa cambia per i dipendenti pubblici 

È tenuto a essere in possesso dei certificati verdi il personale delle amministrazioni pubbliche. L’obbligo riguarda inoltre il personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. Inoltre l’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni. Il possesso e l’esibizione, su richiesta, del green pass sono richiesti per accedere ai luoghi di lavoro delle strutture prima elencate.

Organi costituzionali

L’obbligo di Green Pass vale anche per i soggetti titolari di cariche elettive e di cariche istituzionali di vertice. Gli organi costituzionali adeguano il proprio ordinamento alle nuove disposizioni sull’impiego delle certificazioni verdi.

Green pass, cosa cambia nel lavoro privato

Sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta il green passo tutti coloro che svolgano attività lavorativa nel settore privato. Il possesso e l’esibizione, su richiesta, del certificato verde sono richiesti per accedere ai luoghi di lavoro.

I controlli e le multe

Valgono sostanzialmente le stesse regole. Sono i datori di lavoro a dover verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni. Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del green pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione verde.

Il dipendente pubblico senza Green pass è considerato assente ingiustificato e a decorrere dal quinto giorno di assenza è sospeso dal rapporto di lavoro fino a quando non si mette in regola con la certificazione. Nel privato è sospeso dalla prestazione lavorativa già dal primo giorno di mancata esibizione del Green pass. Non ci sono mai conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Lo stop allo stipendio scatta subito sia nel privato che nel pubblico. Per coloro che sono colti senza la Certificazione sul luogo di lavoro è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari previste dai diversi ordinamenti di appartenenza.

Nel privato per le aziende con meno di 15 dipendenti, è prevista una disciplina volta a consentire al datore di lavoro a sostituire temporaneamente il lavoratore privo di certificato verde. Per tutelare la continuità economica, nelle aziende con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione della certificazione, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021 (quando dovrebbe finire lo stato di emergenza).

Green pass anche in smart working

Nessun accenno o riferimento allo smart working nella bozza del decreto sull'estensione del green pass a tutti i posti di lavoro arrivata sul tavolo del Cdm. La questione è stata affrontata in cabina di regia, non è escluso che delle misure ad hoc arrivino a Consiglio dei ministri in corso. Oggi, durante la cabina di regia, sarebbe stato il ministro Federico D'Incà a chiedere delucidazioni su eventuali estensioni del passaporto vaccinale per chi lavora da casa. La questione sarebbe stata poi affrontata dal ministro Renato Brunetta - favorevole a una stretta anche per chi è in smart working così da non gravare su turni e rotazioni in ufficio - e il premier Mario Draghi.

Tamponi a prezzo calmierato

Il decreto prevede l’obbligo per le farmacie di somministrare i test antigenici rapidi applicando i prezzi definiti nel protocollo d’intesa siglato dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica covid, d’intesa con il Ministro della salute. L’obbligo vale per le farmacie che hanno i requisiti prescritti.  Le nuove norme prevedono inoltre la gratuità dei tamponi per coloro che sono stati esentati dalla vaccinazione.

Il green pass nei tribunali

Il personale amministrativo e i magistrati, per l’accesso agli uffici giudiziari, devono possedere ed esibire le certificazioni verdi. Al fine di consentire il pieno svolgimento dei procedimenti, l’obbligo non si estende ad avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della Giustizia, testimoni e parti del processo.

Chi è esente dal green pass

Il decreto prevede che non si applicherà l'obbligo di green pass "ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute".

Quante persone nella stessa stanza

Il comitato scientifico inoltre sarà chiamato ad esprimersi entro il 30 settembre sulle misure di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative.

Sostegno allo sport di base

Il provvedimento interviene, vista la grave crisi che continua ad attraversare il settore sportivo a causa dell’emergenza pandemica, anche sul settore sportivo. In particolare:

  • a sostegno della maternità delle atlete non professioniste;
  • a garanzia del diritto all’esercizio della pratica sportiva quale insopprimibile forma di svolgimento della personalità del minore;
  • a incentivare l’avviamento all’esercizio della pratica sportiva delle persone disabili mediante l’uso di ausili per lo sport. 

Inoltre le risorse potranno essere destinate ad assicurare un ulteriore sostegno all’attività sportiva di base, anche attraverso finanziamenti a fondo perduto da attribuire alle associazioni e società sportive dilettantistiche.

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