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Teoria gender nelle scuole: la Regione dice no. La rabbia delle associazioni: «Messaggio sbagliato»

Dopo l'approvazione in consiglio Regionale della mozione che vieta l'introduzione di lezioni sulle teorie di genere negli istituti genovesi, arriva l'allarme di Equitaly e Arcigay

Scoppia la polemica tra le associazioni per i diritti Lgbt dopo l’approvazione da parte del consiglio Regionale della Liguria del divieto di ntroduzione della cosiddetta “teoria gender” nelle scuole: la mozione, che ha come primo firmatario Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia, è passata con 16 voti favorevoli, tutti provenienti dalla maggioranza di centrodestra, e 14 contrari da parte dell’opposizione, composta da M5S, Pd e Lista Pastorino.

Un provvedimento che nelle intenzioni dei promotori è finalizzato a mettere al centro il modello familiare tradizionale formato «da madre, padre e figli» e a «mettere al riparo i bambini e le loro famiglie dal rischio che in tutte le scuole della Liguria, di ogni ordine e grado, possano essere introdotte lezioni sulle teorie gender, alle spalle e senza il coinvolgimento delle associazioni delle famiglie». Prevedibilmente, questo ha scatenato la dura reazione delle associazioni liguri, con Arcigay che ha sottolineato che «questo voto ci preoccupa molto, perché il nostro lavoro educativo nelle scuole potrebbe essere messo in difficoltà proprio dall'accusa di essere sostenitori di una teoria secondo cui maschio e femmina per noi sarebbero uguali: non condividiamo tale pensiero. Il nostro lavoro con studenti e studentesse ha il preciso scopo di prevenire il bullismo omofobico e di aiutare a preservare la crescita emotiva e fisica di ognuno e di ognuna».

Ancora più secca la riposta di Equality, con Aurelio Mancuso e Damiano Fiorato, rispettivamente presidente nazionale e referente regionale dell’associazione, che hanno visto nell’approvazione della mozione un sostegno incondizionato alla lotta contro «una fantasmagorica "teoria genere", finalizzato a fidelizzare il voto dei settori religiosi più integralisti e a bloccare nelle scuole le azioni positive contro il bullismo omofobico».

Ancora: «L’attuale maggioranza, discostandosi da tante voci ragionevoli del mondo cattolico, ha voluto caratterizzarsi ideologicamente come estremista ed integralista», ha concluso Equality, lanciando poi un appello alla giunta Toti: «Confidiamo che non macchi il suo mandato seguendo questa deriva».

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