rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Pillola abortiva nei consultori, via libera dal consiglio regionale

Si spacca la maggioranza, a favore hanno votato Lega, Pd-articolo Uno, Movimento 5Stelle, Lista Sansa, Linea Condivisa, Gruppo misto, Daniela Menini e Alessandro Bozzano del gruppo Cambiamo con Toti

Il consiglio regionale della Liguria ha dato il via libera alla distribuzione della pillola abortiva RU486 presso i consultori approvando un ordine del giorno presentato da Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) che è stato votato dalla minoranza, ma anche da esponenti della maggioranza. Sono stati infatti 17 i voti a favore (Lega Liguria Salvini, Pd-articolo Uno, Movimento 5Stelle, Lista Sansa, Linea Condivisa, Gruppo misto, Daniela Menini e Alessandro Bozzano del gruppo Cambiamo con Toti presidente) e 9 quelli contrari (Fratelli d’Italia, Forza Italia, e Giovanni Boitano, Lilli Lauro, Chiara Cerri, Domenico Cianci e Angelo Vaccarezza del gruppo Cambiamo con Toti presidente). Il documento impegna la giunta ad avviare le azioni necessarie per permettere la distribuzione della pillola presso i consultori territoriali già adeguati e a impegnarsi ad adeguare, dopo monitoraggio, un numero congruo di consultori in modo omogeneo sul territorio regionale. Nel documento si rileva che in altre Regioni la pillola RU486 è già o verrà resa disponibile anche nei consultori garantendo alle donne assistenza, protezione grazie a strutture e persone qualificate e che in Lazio, grazie all’adozione di un protocollo operativo, la somministrazione della RU486 viene effettuata anche a domicilio, laddove vi siano accertate condizioni di sicurezza e che tale percorso non ha evidenziato alcun pericolo di sicurezza.

Il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello, primo firmatario, commenta: "Ringrazio l’assessore Gratarola e i consiglieri della maggioranza che hanno capito l’importanza di questa misura e non ne hanno fatto una questione ideologica. In questo modo la nostra Regione garantisce alle donne un’ulteriore possibilità nell’effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, che ad oggi è il metodo meno invasivo e anche psicologicamente più vantaggioso rispetto a quello chirurgico".

Il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno Luca Garibaldi aggiunge: “Prevedere l’accesso a un trattamento sanitario sicuro, senza la necessità di un ricovero ospedaliero, è un’opportunità in più e un diritto che chiediamo venga garantito sempre più in Liguria, anche nei consultori. Il voto favorevole è un passo avanti: purtroppo una parte della destra, anche di fronte a questa iniziativa di civiltà, perde l’occasione di abbandonare posizioni ideologiche e si dichiara contraria  ad un diritto alla salute delle donne, come l’aborto farmacologico".

Soddisfatta anche la consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia: "Grazie al voto in Consiglio regionale finalmente anche in Liguria le donne intenzionate a interrompere una gravidanza in modo farmacologico potranno rivolgersi ai consultori per la somministrazione della pillola RU486, e non più esclusivamente agli ospedali".

"Occorre ricordare che già ad agosto 2020 il Ministero della Salute aveva emanato una circolare che prevedeva la fine del ricovero obbligatorio in caso di aborto farmacologico e la possibilità di somministrazione della pillola anche in ambulatori e consultori - sottolinea Candia -. Dopo quasi tre anni la Liguria si adeguerà a quella circolare, accodandosi a Emilia Romagna e Lazio, che sono state le prime due Regioni ad accogliere le indicazioni del Ministero".
 
Le linee guida ministeriali prevedono che la RU486 venga prescritta da un medico e poi somministrata in ospedale in regime di Day Hospital, ma anche, ed è questo il passaggio importante, in un ambulatorio o in un consultorio. Non è quindi necessario un ricovero, e una donna può tornare alla propria vita. "In Inghilterra e Svezia le interruzioni volontarie di gravidanza in modo farmacologico (RU486) rappresentano, rispettivamente, il 60% e il 90% delle totali, mentre in Italia siamo fermi al 35% secondo i dati del 2021) - osserva la consigliera regionale -. In Liguria le interruzioni volontarie di gravidanza negli ultimi 6 anni (periodo dal 2016 al 2021) sono diminuite del 24% e nel mentre è aumentato il ricorso all’aborto farmacologico, sempre per il 24%, rispetto a quello chirurgico".

Rispetto alle altre Regioni italiane la Liguria si avvicina di più alle medie europee con il 71% di interruzioni volontarie di gravidanza in modo farmacologico sul totale delle IVG: 1438 su 2021. Inoltre il ricorso all’IVG farmacologica è stata già dal 2016 la scelta più diffusa in ASL 3, 4 e 5, mentre per l’ASL 1, 2 e per l’ospedale San Martino ed Evangelico (OEI) lo è solo dal 2021.
 
"Dispiace solo - conclude Selena Candia - che, nonostante il passo in avanti fatto con l'approvazione dell'ordine del giorno, alcuni consiglieri di centrodestra sia siano trincerati dietro a posizioni ideologiche votando contro su un tema così importante che riguarda un'opportunità e un diritto in più per tutte le donne liguri".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pillola abortiva nei consultori, via libera dal consiglio regionale

GenovaToday è in caricamento