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Carlo Felice, debiti per 35 milioni di euro

«Il monte debiti complessivo è di 35 milioni di euro, di cui 11 verso l'Inps e 8 verso l'erario, che saranno rateizzati rispettivamente fino al settembre 2018 e al dicembre 2021». Così il sindaco Marco Doria

Una delle quattro interpellanze esposte ieri in consiglio comunale ha riguardato la situazione economica del Carlo Felice ed è stata presentata da Alessio Piana (Lega Nord). Quest'ultimo ha chiesto a sindaco e Giunta «quali siano i debiti patrimoniali del Carlo Felice, quali quelli nei confronti di Inps ed Erario e come vengano regolati; quale sia il futuro che si ipotizza per il Carlo Felice; quali garanzie sui fondi della legge Bray, a quanto ammontano e quando saranno disponibili».

La risposta è arrivata direttamente dal sindaco Marco Doria: «la situazione del Carlo Felice, come quella di tutte le Fondazioni liriche, è preoccupante. Otto su quattordici hanno aderito alla legge Bray, che prevede la corresponsione di finanziamenti sotto forma di prestito a interesse tendente allo zero e la restituzione in rate dilazionate, che consente di evitare altri finanziamenti. Contestualmente, la Fondazione che ha usufruito di questo finanziamento (che serve a cancellare altri debiti) doveva presentare un piano di risanamento che prevede il pareggio di bilancio entro fine 2016 e l'azzeramento della situazione debitoria. La rivisitazione della legge ha cambiato le cose e, verificata l'impossibilità del pareggio di bilancio nel 2016, l'ha posticipato al 2018 e ha modificato la pressione dell'azzeramento dell'indebitamento, riducendolo».

«Sono stati erogati 3 milioni all'entrata in vigore della legge - ha ricordato il sindaco -, ma non sono ancora arrivati i 13 milioni che spettano al Carlo Felice. Il monte debiti complessivo è di 35 milioni di euro, di cui 11 verso l'Inps e 8 verso l'erario, che saranno rateizzati rispettivamente fino al settembre 2018 e al dicembre 2021. Altri debiti sono col ministero (rateizzabili fino al 2046) e con Carige. Per quanto riguarda il contributo di 1 milione, abbiamo dovuto rivedere il piano perché era antecedente alla legge e, nonostante fosse stato approvato dal Commissario e dal ministero dei Beni culturali, abbiamo dovuto riavviare la procedura. Attualmente, la pratica è alla firma del ministero Economia e finanza».

«Equilibrio dei conti: squilibrio strutturale di 4 milioni, le uscite erano sui 23 milioni, a fronte di entrate di 19 milioni. Alla fine del ciclo precedente c'erano i contratti di solidarietà e il costo del personale fisso era la voce più rilevante. Quando ci siamo insediati erano ancora in vigore tali contratti, che abbiamo rinegoziato alla loro scadenza - ha concluso il sindaco -. Abbiamo raggiunto un accordo con alcune sigle sindacali, ma non c'è stato il referendum tra i lavoratori e non è quindi stato possibile prorogarli. Abbiamo cercato di aggredire il problema riducendo i costi. La Regione dà un contributo di 1 milione e il Comune di 2 milioni e 700 mila. Finora abbiamo ridotto i costi da 4 a 2 milioni e mezzo circa. Per il 2018 bisogna arrivare allo zero e quindi razionalizzare i modelli organizzativi interni per contenere i costi, dato che non è realistico pensare di aumentare gli incassi».

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