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Economia

Ex Ilva, il ministro Urso a Cornigliano

La Fim Cisl chiede "che la squadra di commissari sia messa in condizioni di operare appieno", mentre il Pd esige rassicurazioni sul fatto che le aree restino a destinazione industriale

Visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, allo stabilimento ex Ilva di Cornigliano nella giornata di venerdì 8 marzo 2024. Il ministro ha annunciato l'interesse da parte di cinque multinazionali al suo arrivo presso lo stabilimento, al cospetto di sindacati e istituzioni locali.

"Oggi a Genova continua il confronto con il ministro Urso sulla siderurgia italiana e sulle crisi del settore al tavolo del Mimit da anni. Iniziato a Taranto, proseguito a Piombino ieri con la Jsw, oggi a Genova e domani a Novi Ligure si sta mettendo a fuoco quali sono le necessità dei siti produttivi dell'acciaio", spiegano il segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D'Alò, e il segretario generale Fim Cisl Liguria, Christian Venzano.

"Cogliamo positivamente - concludono - la volontà del ministro Urso di esserci in prima persona e di coinvolgere appieno le organizzazioni sindacali. Ciò che continuiamo a chiedere è che la squadra di commissari sia messa in condizioni di operare appieno per recuperare i deficit dal punto di vista impiantistico e di sicurezza, della gestione degli ammortizzatori sociali e degli investimenti di cui c’è bisogno per rilanciare definitivamente gli impianti".

Pd: "Destinazione industriale delle aree unica garanzia di sviluppo e di occupazione"

"Nel giorno della visita a Genova del ministro Urso e del commissario Quaranta - dichiarano Natale e D'Angelo del Pd -, sembra una provocazione la visione del sindaco Bucci che propone la destinazione ad uso logistico di circa la metà delle aree in concessione ad Acciaierie d’Italia".

"Definire per le aree di Cornigliano funzioni diverse dalle attuali - proseguono - è il modo peggiore per le Istituzioni locali di combattere la battaglia a difesa dello stabilimento genovese, in una fase delicatissima per l’azienda e per il futuro della siderurgia in tutto il Paese. Immaginare che quelle aree industriali, le uniche in tutto il nord ovest a essere collegate da infrastrutture marittime, stradali, ferroviarie e aeroportuali, possano essere trasformate in banchine per container significa ipotecare il futuro occupazionale e di sviluppo di Genova e della Liguria.

"In primo luogo - continuano -, chiediamo a Governo, Regione e Comune di ribadire che le aree di Cornigliano saranno destinate anche in futuro all'attività siderurgica in sinergia con lo stabilimento di Taranto, secondo il piano di investimenti che sarà predisposto dall'azienda. Il sito genovese è strategico per la filiera dell'acciaio e può lavorare prodotti lavorati anche in altre acciaierie nazionali e non".

"E - concludono - ove il Governo arrivasse alla scellerata decisione di abbandonare la siderurgia, le aree di Cornigliano siano messe a disposizione per nuove e diverse produzioni industriali. Dal futuro delle aree di Cornigliano passa una parte rilevante del futuro di tutta Genova. Non è il tempo di illusioni e scorciatoie: la destinazione industriale è l'unica garanzia di sviluppo e di occupazione sia in termini di numeri di addetti che di qualità del lavoro".

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