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Economia

Ex Ilva: governo e sindacati a confronto, sullo sfondo l'amministrazione straordinaria

"Ora si cambierà rotta. Cambierà la catena di comando per rimettere le acciaierie di Taranto e Genova al centro della produzione nazionale", dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanni Berrino, dopo l'informativa in Senato del ministro Urso

Un'altra giornata decisiva per il futuro dell'ex Ilva, con l'ipotesi amministrazione straordinaria, che si fa sempre più concreta. Dopo il fallimento del confronto tra Mittal e governo, oggi, giovedì 11 gennaio 2024, il nuovo faccia a faccia tra il governo e i sindacati Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Usb, in cui l'esecutivo dovrebbe spiegare che strada intenderà intraprendere per il rilancio del sito siderurgico.

"Nell'informativa di stamattina in Senato - dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Giovanni Berrino, componente della commissione Lavoro - il ministro Urso ha toccato i punti fondamentali per il rilancio dell'industria siderurgica italiana. Il ministro ha ripercorso alcune parti fondamentali della storia recente dell'ex Ilva, dai provvedimenti del governo Conte, che l'hanno messa in difficoltà, al tentativo di Arcelor Mittal di affossare la siderurgia italiana, prediligendo la produzione all'estero".

"Ora si cambierà rotta. Cambierà la catena di comando - conclude Berrino - per rimettere le acciaierie di Taranto e Genova al centro della produzione nazionale. Sono molto fiducioso, dunque, sulla ripartenza dell'ex Ilva per tornare a livelli di produzione precedenti alla crisi, garantendo livelli occupazionali soddisfacenti".

Anche il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è intervenuto sulla vertenza a margine degli Stati generali dell'Ordine dei consulenti del lavoro. "Per l'Ilva - ha detto Tajani - mi sono battuto tantissimo come commissario europeo per fare un Piano europeo per l'acciaio e ritengo che si debba fare di tutto per salvare la più grande acciaieria dell'Europa. Il governo si sta muovendo bene, ci sono impegni da parte della società che di fatto ha guidato l'acciaieria. Sarebbe utile tentare ogni cosa per continuare a produrre acciaio in Italia".

Pastorino (PD): "Nessun elemento concreto dal ministro Urso, che ha dimenticato Genova"

"Oggi in Senato nell'informativa dedicata ad Acciaierie d'Italia il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, non ha nemmeno citato Genova, senza peraltro dare date o elementi concreti per trovare una soluzione su ex-Ilva. L'auspicato piano B, che era necessario in tempi brevissimi e che doveva contenere la garanzia di un intervento certo dello Stato per delineare presto la strategia futura, anche attraverso i capitali di un nuovo soggetto estraneo, è invece lontano e anzi pare non esistere o non avere un percorso certo e definito", dichiara Pastorino.

Fratelli d’Italia: "Governo si sta impegnando a risolvere i danni di Pd e 5 Stelle"

"Attendiamo la riunione di questa sera tra Governo e sindacati, ma le parole espresse dal ministro Urso questa mattina sono molto chiare ed esprimono in maniera chiara la volontà dell'esecutivo di intervenire sugli stabilimenti ex Ilva con una strategia chiara e una visione del futuro" così commenta il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, l'onorevole Matteo Rosso.

"L'ingresso del colosso privato Arcelor Mittal - commenta Stefano Balleari, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Liguria - non è stato un successo per Genova e la sua occupazione: da subito ha proceduto con la cassa integrazione e non ha fatto gli investimenti promessi. Come amministratori locali abbiamo sempre denunciato questo e ora, grazie al governo Meloni, vediamo che le nostre preoccupazioni hanno voce: bene ha fatto il ministro Urso a sottolineare che la tutela è centrale, ricordando che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” ed è con questa considerazione che Balleari ricorda come a Genova la produzione nei primi cinque mesi del 2023 è crollata: di acciaio zincato, utilizzato dall’industria automobilistica e degli elettrodomestici, Cornigliano ha prodotto 102 mila tonnellate a fronte delle 244 mila tonnellate sfornate nei primi cinque mesi del 2022. 

Balleari ricorda come il tema e la visione industriale, oltre che il pragmatismo, del Governo italiano siano necessari in Europa: “su molti temi, purtroppo, vediamo affermare quella che io definisco la transizione ideologica con una sinistra che è pronta a sacrificare le aziende e le produzioni italiane a fronte di una transizione green che porta beneficio solo agli altri Paesi esempio ne è la quesitone delle auto elettriche con la transizione del motore endotermico e il così detto Euro 7, su cui grazie all’Italia è passata una linea pragmatica rispettosa dell’ambiente e non in contrasto alle nostre aziende, ma anche il tema degli imballaggi dove purtroppo la furia ideologica ha preso il sopravvento”.

Il tema della produzione rimane esiziale, ma andrebbero ricostruiti i motivi per cui si arriva alla situazione “che il Governo oggi si trova ad affrontare è frutto della scellerata visione di una deindustrializzazione portata avanti, durante il governo Conte II, da Pd e Movimento5Stelle che con la sigla di patti parasociali fortemente sbilanciati a favore del soggetto privato, e prima con la rimozione dello scudo penale, hanno portato alla disastrosa situazione che oggi vede coinvolte migliaia di lavoratori tra aziende e indotto. Ancora, ricordiamo le soluzioni a 5Stelle per gli impianti di Taranto che volevano sostituire con allevamenti di cozze e alpinismo. Oggi grazie al Governo Meloni e all’impegno di Fratelli d’Italia stiamo risolvendo uno a uno i danni che hanno fatto” come spiegano dalla Camera i Deputati liguri di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e Mariagrazia Frijia mentre dal Senato è Gianni Berrino a ricordare che “nell’informativa di stamattina in Senato il ministro Urso ha toccato i punti fondamentali per il rilancio dell’industria siderurgica italiana” oltre al “tentativo di Arcelor Mittal di affossare la siderurgia italiana prediligendo la produzione all’estero” cosa che tocca anche la Liguria evidentemente. 

Intanto questa sera si attende l’esito dell’incontro con i sindacati e il coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni chiosa ricordando come "il governo Meloni si trova a risolvere un altro problema creato, negli scorsi anni, dai precedenti governi: Gentiloni, Conte I e Conte II che hanno agito con incompetenza, senza una visione di sviluppo di politica industriale nel nostro Paese ma agendo solo sotto le spinte ideologiche di una decrescita industriale infelice. Genova attende con grande fiducia l’incontro di questa sera tra il governo e i sindacati con la certezza che sul tavolo la tenuta dell’occupazione nei diversi siti sarà al centro della trattativa".

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