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Cronaca

Una "duna subacquea" contro erosione e mareggiate: il progetto di Genova Ocean Agorà

Il progetto riguarda la realizzazione di un reef artificiale capace di mitigare l'effetto dell'erosione e che possa permettere anche la pratica degli sport da onda: l'idea è partita da un gruppo di giovani under 30

L'erosione costiera e i danni delle mareggiate si possono fermare - o almeno ridurre molto - con una "piazza" in mare, una sorta di duna subacquea con una pendenza dolce che darebbe anche la possibilità di praticare sport come surf e altre attività outdoor. È la filosofia di Goa (Genova Ocean Agorà), progetto di sviluppo territoriale per i quartieri di Sturla e Quarto.

Il progetto, vincitore del premio unico della giuria degli stakeholders al Hackathon Blue 2020 del Genova Blue District, è stato presentato agli uffici tecnici del Comune di Genova e di Regione Liguria, ed è promosso da un gruppo di giovani (all'inizio del percorso tutti under 30) che l'anno scorso hanno costituito un consorzio a cui hanno aderito diverse realtà del levante cittadino tra stabilimenti balneari, commercianti e associazioni.

"L'obiettivo - spiega Nicolò Di Tullio, presidente del consorzio - è portare avanti il discorso delle protezioni a mare che in questo caso si intreccia con lo sviluppo territoriale, la protezione civile, il rilancio turistico e lo sport outdoor".

Ma in cosa consiste esattamente la proposta? "L'idea è di realizzare una scogliera sommersa, un reef artificiale, capace di ridurre e mitigare l'effetto dell'erosione costiera - continua Di Tullio - e che possa permettere anche la pratica degli sport da onda, una sorta di 'parco giochi' del mare utile anche a proteggere i nostri litorali. È in corso uno studio di elaborazione del progetto esecutivo, con focus principale sul golfo di Sturla per la prima proposta. Ci aspettiamo di ampliare la nostra interlocuzione e area di azione da Sturla a Quarto e anche in altri settori del litorale cittadino.”

Parte della componente infrastrutturale prevista dal progetto Goa

Non si tratterebbe di una struttura a sviluppo verticale, ma di una sorta di "duna subacquea" da realizzare davanti alla costa: "L'onda frange - conclude Di Tullio - e viene accompagnata attraverso un percorso di variazione della profondità e di attenta modellazione considerando correnti, onde e vento nonché morfologia locale del tratto di costa che, se realizzato adeguatamente, riduce i rischi dell'erosione costiera". Per quanto riguarda il materiale da utilizzare si considerano scogli e sostanze biocompatibili: "Si potrebbero aggiungere anche alcune reef ball, rocce vuote artificiali che servono per aumentare le superfici colonizzabili da animali, vegetali e alghe, favorendo la biodiversità".

Un progetto ambizioso perché in totale Goa prevede il ripascimento degli arenili tra Sturla Capo San Rocco e capo Santa Chiara e la posa di una scogliera soffolta per 100 metri di larghezza e 250 di lunghezza, la ricostruzione del pennello di levante della spiaggia di Sturla, la creazione di infrastrutture digitali e di mobilità urbana per rendere il litorale accessibile, sicuro e integrato, la rifunzionalizzazione di alcuni locali di proprietà comunale in zona e la decarbonizzazione dell'area con l'installazione di verde urbano.

Nel frattempo è arrivata anche la prima tesi universitaria incentrata sul progetto: a gennaio, lo studente universitario Thomas Alfonso si è laureato in Ingegneria civile e ambientale con una tesi sui reef artificiali per la mitigazione del rischio costiero a Sturla, iniziando la discussione proprio con la storia della proposta di progetto di Goa. 

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