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Cronaca

Mense scolastiche, genitori sul piede di guerra per il nuovo appalto

La Rete Commissioni Mensa protesta contro il mancato coinvolgimento nella stesura del documento che detta le linee guida per l'assegnazione del servizio di ristorazione in città: i dettagli

Scoppia la polemica nelle scuole genovesi dopo la pubblicazione, da parte del Comune, del capitolato per l’affidamento del nuovo appalto mense e ristorazione scolastica.

A insorgere sono i genitori che fanno parte della Rete Commissioni Mensa, che si sono assunti il compito, negli anni, di vigilare sui pasti serviti agli alunni e sul servizio, e che con il cambio di amministrazione - dalla giunta Doria a quella targata Marco Bucci - avevano espresso parerei positivi sul rapporto instaurato con l’assessorato alle Politiche per l’Istruzione. Eppure, è proprio dall’assessore Francesca Fassio che sarebbe arrivata la sgradita sorpresa: «Aveva dichiarato pubblicamente all'ultima Commissione Consiliare sulle mense che i genitori (e i sindacati) sarebbero stati coinvolti nella stesura dei nuovi capitolati, che riguarderanno i prossimi 5 anni (la prima scadenza è prevista nel 2021, con possibilità di rinnovo per altri 2 anni, ndr)- tuonano i genitori della Rete - Invece la Fassio con un colpo di mano che ha lasciato senza parole anche i consiglieri comunali presenti all'incontro di martedì in piazza Manzoni, era in procinto di pubblicare il bando-compiuto sul sito del Comune: chiude il 9 aprile».

I genitori-commissari protestano dunque in primis per il mancato coinvolgimento della stesura del capitolato, un documento particolarmente importante per le mense genovesi, che regola l’affidamento dei sei lotti di ristorazione cittadini e la destinazione degli 8.7 milioni di euro investiti per la preparazione, il confezionamento, la somministrazione e il trasporto dei pasti: non partecipando, non hanno potuto fare altro che leggere impotenti quanto pubblicato sul bando, notando l’assenza di punti cardine su cui in passato si era più volte discusso, dal menù previsto per i bambini alla riapertura dei centri cottura interni alle scuole.

Il capitolato prevede infatti che le aziende che otterranno la gestione del servizio possano subappaltare sia per quanto riguarda la preparazione sia per la somministrazione dei pasti (allungando dunque la catena che porta sino ai tavoli dei bambini), e non fa cenni a centri cottura di quartiere: potranno essere indicati centri lontani sino a 45 minuti dalle scuole. Proteste, inoltre, per l’assenza dal capitolato dell’obbligo di servire pasta e latticini italiani e riso, formaggi, pasta, pomodori e legumi 100% biologici: al cibo, sottolinea la Rete, sono dedicati soltanto 12 dei 75 punti valutati per assegnare l’appalto alle aziende che parteciperanno alla gara, mentre altri 54 saranno decisi da una commissione nominata dalla giunta. Ed è qui che la polemica si riaccende: il ruolo dei commissari, volontario e gratuito, pur ormai riconosciuto non è mai stato di fatto “ufficializzato” dal Comune. Che adesso annuncia l’arrivo di un regolamento ad hoc e di commissari esterni che vigileranno su incarico del Comune.

«Secondo il Comune, nella nostra quota dei 93 milioni di euro che andranno a ripagare questo servizio (per chi vorrà continuare ad usufruirne...in queste condizioni) ci potrebbe essere dunque anche una quota per dare uno stipendio a chi ci dirà che tutto va bene e il cibo è ottimo - protesta Sabina Calogero, coordinatrice della Rete Commissioni Mensa - PerchéP non sappiamo se il cibo lo potremo ancora vedere, noi genitori. La giunta vuole vedere fino a che punto i genitori sono disposti a non reagire. E diverse reazioni sono già arrivate: alcuni genitori hanno deciso di servirsi del pasto da casa in segno di protesta, e per venerdì 16 marzo è stata indetta un’assemblea straordinaria per discutere delle novità. 

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