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Cronaca

«Malore o gesto estremo», così sarebbe morta Martina Rossi secondo i legali degli imputati

La sentenza del processo bis arriverà molto probabilmente il prossimo 28 aprile. Nella scorsa udienza il procuratore Luigi Bocciolini aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione

Assoluzione perchè il fatto non sussiste: è questa la richiesta avanzata dai legali difensori di Alessandro Albertoni, 28 anni, e Luca Vanneschi, 29 anni, entrambi di Castiglion Fibocchi (Arezzo), accusati di tentata violenza sessuale di gruppo nel processo di appello bis sul caso della ventenne Martina Rossi

La richiesta è arrivata nel pomeriggio di mercoledì 14 aprile al termine delle arringhe difensive di fronte al collegio della corte d'Appello di Firenze. La sentenza del processo bis arriverà molto probabilmente il prossimo 28 aprile, in tempo per scongiurare la prescrizione del reato per il quale Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni sono imputati: tentata violenza sessuale di gruppo. 

Secondo l'accusa, infatti, la studentessa ligure, all'alba del 3 agosto del 2011 precipitò dal balcone della camera 609 dell'hotel Santa Ana di Palma di Maiorca - dove erano alloggiati i due giovani - nel tentativo di sfuggire a una violenza. Una tesi che i due aretini negano e che i legali hanno tentato di confutare, già in tre gradi di giudizio, a suon di perizie. 

La ricostruzione della difesa è stata ripercorsa di fronte al giudice dall'avvocato Stefano Buricchi che rappresenta Luca Vanneschi. Secondo il legale Martina non sarebbe caduta tentando di cercare rifugio e aiuto nel balcone vicino, ma sarebbe precipitata proprio dal centro del terrazzo. Questo, secondo la difesa, implicherebbe che la giovane potrebbe aver compiuto un gesto estremo. Oppure, come sostenuto dal legale di Albertoni, Tiberio Baroni, che la giovane sia precipitata a causa di un malore sopraggiunto in seguito all'uso di stupefacenti.

Nella scorsa udienza il procuratore Luigi Bocciolini aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione. Entro la fine del mese, il pronunciamento dei giudici. Dopo indagini in Spagna dove il caso fu archiviato come suicidio, i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, hanno lottato a lungo per far riaprire il caso.

In primo grado ad Arezzo il 14 dicembre 2018 i due imputati vennero condannati a sei anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato (poi estinto per intervenuta prescrizione). Il 9 giugno 2020 la Corte d'appello di Firenze aveva assolto Albertoni e Vanneschi «perché il fatto non sussiste».

La Suprema Corte di Cassazione lo scorso 21 gennaio ha annullato la sentenza di assoluzione, disponendo un nuovo processo per i due imputati come aveva sollecitato, nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore generale Domenico Seccia e accogliendo i ricorsi presentati dalla procura generale di Firenze e dalla parte civile.

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