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Cronaca Foce / Via Antonio Cecchi

Il business dei kebab, rapine e pestaggi fra iraniani

L'operazione ha avuto origine a seguito della denuncia di un giovane iraniano, che una sera dello scorso giugno è stato rapinato e malmenato in zona Foce

Nella mattinata del 15 aprile, personale della polizia ha portato a termine l'operazione "Iranian Kebab". L'operazione ha avuto origine a seguito della denuncia di un giovane iraniano, che una sera dello scorso giugno è stato rapinato e malmenato in zona Foce.

Nella circostanza il malcapitato, dopo essersi congedato da un connazionale dal quale aveva ricevuto la somma di 400 euro quale compenso per una prestazione lavorativa svolta presso la sua rivendita di kebab, è stato assalito da due persone, armate di coltello, che l'hanno minacciato e picchiato a sangue, rapinandolo del denaro appena ricevuto.

Chiamati i soccorsi, una volta rientrato a casa, il giovane iraniano ha riferito agli agenti di non conoscere gli aggressori, descrivendoli come nordafricani. Gli investigatori, non convinti dalla versione fornita dal giovane, sono riusciti a guadagnarsi la sua fiducia e a scoprire un quadro più ampio e preoccupante della vicenda.

Le indagini hanno permesso di appurare, che alla rapina subita nel giugno dello scorso anno, erano seguite minacce e tentativi di estorsioni - nell'ordine di svariate decine di migliaia di euro - messe in atto da iraniani gravitanti nell'ambito della ristorazione genovese (kebab).

È emerso infatti, che nell'estate del 2013, la vittima aveva preso in gestione da un concittadino un kebab stipulando un contratto che prevedeva il versamento immediato di una cauzione onerosa.

Purtroppo per il giovane iraniano gli affari non procedevano come da lui auspicato, pertanto, trascorsi nove mesi dall'apertura, questi ha informato il locatore della volontà di chiudere anticipatamente l'esercizio, invitandolo a trattenere la cauzione versata all'atto della stipula del contratto.

Il connazionale, pur avendo già intascato circa dieci mila euro in anticipo per l'avviamento del locale e i regolari canoni d'affitto mensili, non contento della proposta, ha iniziato a minacciare il giovane imprenditore, pretendendo da lui svariate decine di migliaia di euro, quale indennizzo per un presunto e immotivato danno d'immagine arrecato al locale.

Il giovane iraniano, già indebitato per il fallimento dell'attività, ha informato il connazionale che non poteva soddisfare una richiesta così sproporzionata, ma questi ha reiterato le minacce, costringendolo a chiudere il locale in "fretta e furia" e a scappare da Genova abbandonando a casa la compagna e il figlio neonato.

Successivamente il giovane imprenditore ha fatto ritorno a Genova dove è stato assunto come cuoco in un kebab da un altro connazionale, dopo essere venuto a conoscenza che il  suo aguzzino si trovava all'estero. Lo scorso marzo, però, quest'ultimo è rientrato in Italia e ha rintracciato la sua vittima, minacciandola nuovamente in maniera sempre più pesante.

Solo grazie all'intervento del nuovo datore di lavoro, probabilmente, non si è consumata una tragedia, che avrebbe avuto risvolti ben peggiori, sia per la vittima, che per il carnefice.

Gli investigatori del commissariato Foce Sturla, venuti a conoscenza di quest'ultima escalation criminale, hanno informato a loro volta il magistrato competente, richiedendo una misura cautelare in ordine ai reati di rapina e tentata estorsione.

Mercoledì mattina, personale della squadra investigativa del commissariato Foce Sturla ha identificato compiutamente l'indagato, un 40enne iraniano con parecchi precedenti penali specifici, notificandogli la misura cautelare del divieto di avvicinamento a non meno di 200 metri dalla vittima.

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