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Cronaca

Oltre mille euro per la gita scolastica, Rete studenti: "Non se ne può più"

Dopo il liceo Leonardo da Vinci, ora è la volta del Montale

Al liceo Montale, un viaggio da più di mille euro causa la rabbia del sindacato studentesco, che già nella scorsa settimana aveva portato all'attenzione delle cronache una gita eccessivamente costosa al liceo Leonardo da Vinci.

"Dopo la gita del Leonardo da Vinci - dice Francesco Devoti, segretario della Rete degli Studenti Medi della Liguria - è la volta del Montale. Ma noi continuiamo a voler ribadire che questo sistema è vergognoso, perché qui entra in gioco anche una vera e propria discriminazione di fatto. Oltre alla cifra eccessiva, quasi uno stipendio italiano medio, qui c'è anche la beffa: chi non ha pagato a inizio anno il contributo volontario si vede costretto o costretta a pagare di più, casualmente una cifra che si aggira intorno all'importo del contributo volontario. Non ravvisiamo in questo modo di operare nessuna attenzione nei confronti degli studenti e delle studentesse meno abbienti, né tantomeno nei confronti di chi si fa in quattro per garantire alle proprie figlie e ai propri figli di poter andare a scuola, diritto che dovrebbe essere garantito per Costituzione e che invece spesso grava sulle spalle delle famiglie e di studenti e studentesse. Non ne possiamo più".

La protesta per una scuola fuori dalla portata di tutti e tutte, iniziata a inizio anno, continua sulla questione delle gite e dei viaggi scolastici. "In questo modo - prosegue Devoti - la scuola va perdendo quella funzione di ascensione sociale, che dovrebbe far parte della sua natura costitutiva. Non è accettabile che si faccia una discriminazione tra chi ha e chi non ha, e soprattutto anche nei confronti di chi legittimamente decide, spesso perché non se lo può permettere, di versare il contributo volontario di inizio anno. Questa questione, lo ribadiamo, è fondamentale, perché i viaggi e le gite non sono qualcosa di alieno rispetto alla scuola, ma ne fanno parte a tutti gli effetti".

"Quale sarebbe la reazione se un giorno si decidesse che per andare a scuola una settimana bisogna pagare 1.200 euro? È una situazione che fa venire i brividi. È vero - conclude Devoti -: non è obbligatorio partecipare a questi eventi, ma se il discrimine sta nel potersi permettere o meno di pagare 1.200 euro, allora la non obbligatorietà diventa solo una scusa per giustificare un'ingiustizia. La scuola deve essere di tutte e tutti, non solo di chi può permettersi di spendere un patrimonio per frequentarla, anche se si tratta di un viaggio scolastico".

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