
Sale al posto della cocaina: ecco come la finanza genovese ha "gabbato" il cartello
Oltre 2 tonnellate di droga purissima stivate in un container partito dalla Colombia e diretto a Barcellona sono state intercettate nello scalo genovese. Un uomo è stato arrestato in Spagna: ecco cosa è successo
Quattro ore per trovare il container, scambiare il sale con la droga e ricaricarlo
Gli uomini della Guardia di Finanza di Genova, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura del capoluogo ligure, sono riusciti a organizzarla in pochissime ore, portando a casa un risultato senza precedenti grazie a intuizione, tempestività e una buona dose di scaltrezza e sangue freddo: in porto a Genova sono arrivati 1.801 panetti di cocaina pura stivati in 60 borsoni, ma sono ripartite 2 tonnellate di sale grosso.
Cocaina dalla Colombia, maxi sequestro in porto: intercettate 2 tonnellate | Video
Quando il camionista incaricato di recuperare il carico a Barcellona, un 59enne spagnolo, se n’è accorto, era ormai troppo tardi: gli uomini della Policia Nacional lo hanno arrestato, e adesso sono impegnati a ricollegare i fili che dalla Colombia si dipanano sino all’Europa. A tirarli, il clan del Golfo, un cartello di narcotrafficanti che contende un giro di spaccio di enormi dimensioni a rivali storci come Medellin e Cali.
L’operazione condotta tra Genova e Barcellona potrebbe in effetti entrare di diritto in una puntata dell’ormai celebre serie “Narcos”: gli uomini del generale Renzo Nisi, comandante provinciale delle Fiamme Gialle, hanno avuto 4 ore per entrare in azione, e solo una chat su WhatsApp per comunicare in maniera tempestiva con i colleghi di Barcellona della Unidad Central de Droga y Crimen Organizado (Udyco) di Madrid.
Cozzi: «Genova e Livorno nuovi crocevia dei traffici di droga»
Il rischio che il potenziale sequestro si trasformasse in un fiasco era altissimo, come ha ammesso il procuratore capo Francesco Cozzi: «Ovviamente abbiamo soppesato pro e contro del fare o non fare il sequestro - ha spiegato in conferenza stampa - Se non avessimo agito sarebbe stata un’occasione persa, ma una quarantina di finanzieri che si aggirano per il porto maneggiando sale di notte non è certo qualcosa che passa inosservato. Eppure il carico è arrivato regolarmente al porto di Barcellona, e chi doveva consegnarlo si è presentato ed è alla fine stato arrestato. Grazie a strumenti legali come il sequestro differito e la consegna controllata, già utilizzati in diverse operazioni di questo genere, l’operazione si è rivelata un successo».
A contribuire è stata anche la fitta collaborazione tra forze dell’ordine: a segnalare il quantitativo di droga partito sul cargo Bank Majuro dal porto di Turbo sono state proprio le autorità colombiane, la polizia britannica ha collaborato nel tracciare il carico e quella spagnola lo ha atteso al varco. Nel mezzo, il lavoro degli uomini del colonnello Sandro Baldassari della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dei finanzieri del Secondo Gruppo e del nucleo di polizia Tributaria dei colonnelli Mario Piccinni e Maurizio Cintura, e quello del pubblico ministero Stefano Puppo.
«Questa operazione è stata possibile anche grazie alla grande collaborazione interforze a livello internazionale, che è stata tra l’altro più semplice di quanto si potesse immaginare - ha aggiunto Cozzi - Livorno e Genova, come dimostra il sequestro di eroina avvenuto nel novembre del 2018, sono diventati insieme con Vado il crocevia del traffico di stupefacenti a livello nazionale. Hanno di fatto preso il posto del porto di Gioia Tauro, perché là sono state individuate e smantellate le tecniche per portare a termine i traffici».
Le indagini non si chiudono ovviamente con il sequestro: la procura genovese lavora per individuare i collegamenti territoriali con il cartello colombiano, e anche in Spagna si indaga per capire chi, all’interno del porto, abbia coordinato lo sbarco e la consegna del container al 59enne arrestato. Che alla vista delle divise, e del sale all’interno dei borsoni che avrebbero dovuto contenere cocaina, non ha fatto una piega: era “tranquilo”, ha sorriso amaro Luis Bernardino De La Serna, comandante della Udyco, che sul prosieguo delle indagini, entrate nel vivo, non ha però voluto aggiungere una virgola.