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Cronaca

Cinghiali in città, accordo Comune-Regione: multe per chi li nutre e recinti elettrici

La giunta Toti e la giunta Doria sembrano avere finalmente raggiunto l'intesa sulla gestione della "invasione" di ungulati: «Ma si spara solo in caso di assoluta necessità»

Ci sono voluti due cuccioli di cinghiali “imprigionati” in un parcheggio nel cuore di Albaro per spingere Comune e Regione a trovare finalmente un accordo su come gestire quella che è ormai diventata un’emergenza, e cioè la sempre più frequente presenza degli ungulati in città.

Cuccioli di cinghiale in via Piave

In un documento firmato nella giornata di venerdì, la giunta Doria e la giunta Toti hanno stabilito le linee guida, e le rispettive competenze, quando si tratta di gestire cinghiali più o meno grandi, più o meno aggressivi e più o meno abituati all’uomo quando si avvicinano pericolosamente al centro abitato: innanzitutto recinzioni metalliche ed elettriche per provare a tenerli lontani, poi costante vigilanza, attraverso Amiu, dei cassonetti dei rifiuti che, strapieni, attirano gli ungulati dalle alture.

E poi multe a chi porta loro da mangiare, che è poi ciò che è successo per tutto il weekend in cui Jimmy e Jerry - così sono stati ribattezzati i due cuccioli di via Piave - sono rimasti dietro la cancellata di un parcheggio in attesa dell’arrivo di un veterinario che potesse sedarli in sicurezza: famiglie con bambini, pensionati, ma anche semplici passanti inteneriti hanno trascorso il sabato e la domenica davanti al cancello, offrendo ai due cinghialetti mele, pane raffermo e verdura.

VIDEO | I cuccioli di cinghiale in via Piave

«Il documento firmato - fanno sapere da Tursi - impegna la Regione, cui compete la gestione della fauna selvatica, aprogrammare, coordinare e curare l’organizzazione degli interventi di contenimento e rimozione. Compito della Regione è anche assicurare consulenza e assistenza tecnica al Comune per l’impiego degli strumenti di prevenzione, quali appunto recinzioni, gabbie e dissuasori. Verrà istituito inoltre un apposito numero telefonico regionale che raccoglierà tutte le segnalazioni relative alla presenza di cinghiali negli ambiti urbani».

Il Comune, dal canto suo, si è impegnato a realizzare le misure di prevenzione in questione nei punti ritenuti maggiormente a rischio “incursione”, a rimuovere i rifiuti dalle strade e a multare i “trasgressori” del cibo. Insieme, i due enti prometto inoltre di promuovere campagne di sensibilizzazione per spingere i genovesi a smettere di nutrire gli ungulati e a tenere puliti aree e terreni incolti di proprietà privata a confine tra i boschi e la città.

Accordo raggiunto, dunque, per cause di forza maggiore. Ma la ruggine c’è ancora: «Con l’istituzione della Città metropolitana la Regione ha avocato a sé la competenza per il controllo della fauna selvatica che prima veniva assicurato dalla ex Provincia, e ha assorbito sette agenti specializzati della Polizia provinciale di Genova per svolgere tale compito - ha commentato l’assessore comunale all’Ambiente, Italo Porcile - Il fenomeno della presenza di cinghiali in aree urbane ha assunto nel frattempo dimensioni preoccupanti e quella che doveva essere una normale attività di contenimento ha assunto veri e propri caratteri d’urgenza. La Regione si è sottratta negli ultimi mesi a compiti e attività che le competono. L’amministrazione comunale ha fronteggiato la situazione evitando danni a persone e cose. Con questo protocollo si chiariscono finalmente i rispettivi ruoli».

«Abbiamo fortemente voluto questo protocollo, frutto di un lavoro che dura da almeno lo scorso agosto, sollecitando il Comune a rivedere le proprie precedenti posizioni - ha replicato l’assessore alla Caccia, Stefano Mai - Finalmente sono superati i paletti che erano stati imposti dalla giunta Doria e che limitavano di fatto l’intervento sul territorio urbano di Genova». 

«A questo punto - ha concluso Mai - avremo finalmente autonomia di intervento sul territorio, avendo di fatto il Comune superato i vincoli precedenti e quindi il divieto dell’utilizzo di metodi cruenti nel contenimento dei cinghiali in città». Il riferimento è all’utilizzo di fucili e doppiette per sparare agli ungulati “ribelli” che si avvicinano al centro abitato, vietato da un’ordinanza sul territorio comunale. E le regole, sottolinea l’assessore alla Legalità, Elena Fiorini, restano quelle: si spara solo per assoluta necessità e in caso di rischio per l’incolumità pubblica, per tutelare i cittadini, ma anche i cinghiali. 

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