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Coronavirus Sestri Levante

Morte di Camilla, nel referto dell'ospedale nessun cenno al vaccino

I genitori di Camilla sostengono che in occasione del primo accesso al pronto soccorso, i medici erano stati informati del fatto che la giovane era stata vaccinata con Astrazeneca

Proseguono le indagini sulla morte di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni stroncata da una trombosi dopo il vaccino Astrazeneca, ricevuto durante un open day nel giugno scorso. Giovedì 23 dicembre 2021 sono iniziate le audizioni, come persone informate dei fatti, dei medici dell'ospedale di Lavagna.

L'aspetto su cui la procura intende fare chiarezza è relativo alla mancata annotazione nel referto stilato dall'ospedale del fatto che la giovane fosse stata sottoposta al vaccino pochi giorni prima. I genitori di Camilla sostengono che in occasione del primo accesso al pronto soccorso, i medici erano stati informati. La ragazza avrebbe anche mandato un messaggio a un conoscente, dicendo che era stata trattenuta in ospedale "per il vaccino".

Si tratta di un aspetto non trascurabile, in quanto all'epoca dei fatti esistevano già le prime linee guida per diagnosticare la Vitt, la sindrome da vaccino appunto, che prevedevano procedere con una tac con liquido di contrasto tra gli accertamenti. Invece Camilla è stata sì sottoposta a tac, ma senza liquido di contrasto.

Sugli eventuali effetti avversi del vaccino c'è grande attenzione da parte della comunità scientifica internazionale, ma, se negli ospedali non viene refertatato che il paziente ha ricevuto il vaccino, il monitoraggio delle reazioni indesiderate diventa certo meno puntuale ed efficace.

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