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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Sinistra Italiana si spacca: 70 iscritti genovesi lasciano il partito

La decisione presa all'inizio del congresso, la federazione genovese era stata commissariata

La storia della sinistra italiana è una storia di scissioni, a partire dal primo storico 'strappo' di Livorno quando, nel 1921, da una costola del Partito Socialista Italiano nacque il Partito Comunista d'Italia, poi diventato Pci. In occasione del congresso straordinario di Sinistra Italiana Genova, in programma tra 4 e 5 marzo 2023 presso Bi.Bi Service in via XX Settembre, si registra una nuova rottura dopo il commissariamento della Federazione di Genova a ottobre 2022. La parte politica, composta ad oggi da 70 iscritti, che fa riferimento alla segreteria commissariata, ha infatti formalizzato la propria inderogabile fuoriuscita dal partito.  L’assemblea provinciale ha eletto all’unanimità Simona Cosso nuova coordinatrice provinciale della Federazione di Genova e Rocco Albanese come tesoriere. Il presidente della commissione provinciale di Garanzia è Antonio Molari. Alle ultime elezioni politiche l'Alleanza Verdi-Sinistra ha ottenuto il 3,63% alla Camera e il 3,53 al Senato, più alti i numeri in Liguria con il 4,32% e il 4,16% e anche a Genova.

Il documento degli iscritti che hanno lasciato il partito 

In un documento, che riportiamo di seguito, le motivazioni degli iscritti che hanno deciso di lasciare Sinistra Italiana.

"Abbiamo lavorato per mesi in vista di questo Congresso, mettendo le nostre migliori risorse su una proposta politica chiara e netta che rappresentasse in pieno lo spirito ed il respiro politico innovativi e ambiziosi nati a Rimini nel 2017; molti di noi allora c’erano e lo ricorderanno bene o, almeno, sicuramente meglio delle sedicenti nuove leve apparse di recente nel panorama di Sinistra Italiana Genova. Queste nuove risorse, spinte da un iperprotagonismo sterile e scollegato dai pezzi di società che intendevano rappresentare hanno agito da subito in modo molto mediatico, poco pratico, incentrato più sulla promozione della propria personale immagine che sulla ricerca delle soluzioni ai problemi della gente comune.

Ma in tutto questo, le nuove leve non erano certo sole: ad introdurle ed accompagnarle nella loro scalata si è schierata una serie di personaggi più 'storici' i quali, forse timorosi di perdere un po’ del proprio appeal o della propria fittizia rendita politica in favore di un pragmatismo più vicino alla gente, hanno pensato bene di tirare la volata al sedicente 'nuovo che avanza'. Ma cosa c’è di nuovo nel far proprie le opinioni dei leader nazionali riportandole fedelmente sul territorio senza alcuno spirito critico? Cosa c’è di nuovo nell’accomodarsi a corte ignorando talvolta anche i misfatti più evidenti da essa perpetrati?

Non siamo ancora riusciti a capirlo, ma evidentemente siamo noi troppo limitati. Abbiamo lavorato per mesi in vista di questo Congresso, nonostante tutto l’establishment del partito Nazionale e Regionale ci facesse periodicamente giungere messaggi chiari ed inequivocabili sulla mal sopportazione del nostro gruppo, ma soprattutto della nostra richiesta di una minima democrazia e partecipazione nei processi interni del partito stesso.

Le prime avvisaglie le abbiamo avute nella fase pre-elezioni politiche 2022: una fase determinante che avrebbe dovuto esaltare e valorizzare la democrazia e la partecipazione interna e che invece ha favorito l’imposizione di una linea politica attraverso subdole ma evidenti forzature che hanno permesso ad una ristretta élite del partito di dettare legge su tutto, dalle alleanze elettorali, alla composizione delle liste fino ai candidati nei collegi uninominali e così via; il tutto ovviamente in barba alle indicazioni provenienti dal territorio. 

Il risultato elettorale, di cui, come partito, non siamo certamente i primi responsabili, ma a cui abbiamo evidentemente contribuito, è stato la straripante vittoria delle destre e il conseguente isolamento e divisione dell’opposizione ormai relegata ai margini del Parlamento.  Qualcuno obietterà che la nostra lista ha raggiunto il quorum e che ha eletto 8 Parlamentari. A loro rispondiamo con un’analisi obiettiva. Intanto, cominciamo col dire che le scorse elezioni politiche hanno registrato la più bassa affluenza al voto dal dopoguerra: 5 milioni e 9 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti; l’alleanza Verdi-Sinistra supera lo sbarramento con 1 milione di voti, 100.000 in meno di Leu e della Lista Arcobaleno, identificate da sempre come le peggiori disfatte della Sinistra. Se qualcuno pensa che questa possa essere minimamente considerata una vittoria, evidentemente vive su un altro pianeta!

Abbiamo lavorato per mesi in vista di questo Congresso, pensando che, nonostante la mediocre performance della lista, il superamento della soglia di sbarramento e l’elezione di una pattuglia di parlamentari avesse finalmente saziato gli appetiti consentendo di conseguenza una serena discussione tra noi. Ritenevamo fosse una ghiotta occasione per riprendere il necessario confronto politico interno a Sinistra Italiana. Ma anche qui evidentemente siamo stati ingenui: partendo dal presupposto della dimostrata fondatezza post voto di alcune nostre critiche, anziché riannodare i fili con il corpo attivo del partito e provare a sanare le fratture maturate in seguito alle controverse scelte politiche, quella élite ristretta che di fatto governa il partito, un minuto dopo lo spoglio elettorale ha pensato bene di commissariare le Federazioni da loro stessi considerate dissidenti e di rigettare in blocco, frettolosamente e con motivazioni molto opinabili, i relativi ricorsi.

Abbiamo lavorato per mesi in vista di questo Congresso, nonostante il commissario (o garante come lo chiamano oggi, forse per edulcorarne il ruolo...) inviato a Genova, fin dal primo momento, mostrasse scarsissima terzietà e pochissima volontà di ascolto delle nostre istanze; mentre per contro evidenziava una strettissima connessione con una delle due fazioni in cui si è divisa la Federazione, con atteggiamenti ambigui, a quanto ci risulta, anche alimentati e favoriti dall’unione di intenti con la segretaria regionale e la componente ligure della segreteria Nazionale.

Lo stesso commissario, inoltre, respinge categoricamente la nostra richiesta di svolgere il Congresso in modalità mista (presenza e online come previsto dallo Statuto) per favorire sia la più larga partecipazione possibile, sia la facoltà a partecipare a chi ne fosse impossibilitato per motivi di lavoro, salute, lontananza, e così via.

Abbiamo lavorato in vista di questo Congresso... nonostante la commissione di garanzia nazionale (la stessa che ha rigettato il ricorso sui commissariamenti) abbia respinto il nostro ricorso sullo svolgimento del Congresso in modalità mista e nonostante, fino al 1 di marzo (quindi a tre giorni dall’inizio del Congresso) e dopo una settimana di incessanti e reiterate richieste, gli organismi deputati non ci abbiano fornito la lista definitiva della platea congressuale, adducendo fantomatiche ragioni di privacy. Ma quale privacy può mai impedire anche ad un solo iscritto di conoscere i nomi dei propri compagni di partito?

Abbiamo lavorato per mesi in vista di questo Congresso ed abbiamo costruito un documento di 17 pagine allo scopo di contribuire in modo fattivo con le nostre idee e le nostre risorse alla doverosa chiarezza politica di cui necessita la Federazione in questa delicata fase politica; un documento in cui avremmo presentato una proposta chiara e per noi identitaria su cui confrontarci con la presumibile proposta alternativa, come da normale prassi di un Congresso.

Ma nel momento in cui è giunta nelle nostre mani quella famosa lista della platea congressuale, abbiamo avuto subito chiaro che di normale questo Congresso non ha nulla. Negli ultimissimi giorni prima della chiusura delle iscrizioni, fissata il 26 febbraio, c’è stata una stranissima impennata di nuovi iscritti: oltre 70 persone che, improvvisamente, a quattro giorni dal
Congresso decidono di iscriversi a Sinistra Italiana Genova.

Tralasciando la veridicità di alcune iscrizioni, di cui francamente poco ci interessa, la cosa che ci ha profondamente colpito è stata quella di vedere in lista molti nomi appartenenti ad un’organizzazione sindacale che si chiama Cgil, a cominciare dalla massima carica genovese fino ad arrivare a diversi funzionari ed ex segretari. Abbiamo sempre avuto il massimo rispetto e la massima condivisione per e con la Cgil, un’organizzazione sindacale che però per decine di volte (l’ultima durante le elezioni comunali di Genova) ci ha comunicato di non avere alcun interesse, facoltà né possibilità di entrare nelle dinamiche interne ai partiti politici; cosa che non solo abbiamo sempre rispettato ma che condividiamo in pieno: della serie...a ciascuno il proprio ruolo e la propria autonomia.

In questo caso, invece, abbiamo la fortissima impressione che i ruoli si siano fatalmente intrecciati, con una parte dell’organizzazione sindacale che sembra entrare a piedi uniti, soprattutto, coi suoi massimi vertici nelle dispute interne ad un partito politico per condizionarle. A supporto di ciò aggiungiamo anche i messaggi che un alto funzionario della Cgil genovese ha inviato urbi et orbi per perorare la causa di una delle fazioni politiche che corrono in questo Congresso, denigrando pesantemente l’altra e dimostrando con le sue parole di conoscere proprio poco Sinistra Italiana. Genova e le anime che la compongono, le quali, probabilmente si conoscono e si rispettano tra loro più di quanto le possa conoscere e rispettare lui stesso. Ovviamente, anche questo signore risulta tra i nuovi iscritti.

Questa per noi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Eravamo pronti a confrontarci anche aspramente sulle nostre convinzioni, avremmo accettato di perdere il Congresso e di restare comunque dentro per dare il nostro contributo al nuovo corso. Quello che non eravamo e non siamo disposti a fare è farci prendere in giro: non giochiamo una partita su di un terreno truccato. Il nostro documento congressuale, che conta già adesso più di 60 firme in calce, non lo condividiamo con chi, a nostro avviso, non merita i nostri sforzi, la nostra passione politica e i mesi di lavoro che ci stanno dietro. Resterà, invece, a disposizione di chi voglia unirsi a noi nella nostra azione politica le cui forme e modalità comunicheremo prossimamente e pubblicamente.

Abbiamo lavorato a lungo in vista di questo Congresso, ma in questo stesso momento vi diciamo che non vi parteciperemo.  Il nostro gruppo, nel momento stesso in cui finirà la lettura di questo documento, abbandonerà contestualmente quest’aula, i lavori del Congresso, incluse le commissioni e Sinistra Italiana: un partito che abbiamo fondato, amato, coltivato, difeso, ma in cui adesso non ci riconosciamo più. Lasciamo a voi il compito e la responsabilità, sempre se lo vorrete fare, di riflettere su quanto accaduto".

La presidenza del congresso: "Dispiaciuti, polemica inutile"

La presidenza del congresso ha a sua volta diramato un comunicato, con un bilancio del lavoro svolto nella due giorni. 

"Ieri si è aperto il Congresso straordinario di Sinistra Italiana di Genova, con la presentazione del documento “Il futuro comincia oggi” che analizza il contesto della nostra provincia e si articola sui temi a noi più cari, dal lavoro, alla parità di genere, dalla sanità alla transizione ecologica.

Sono intervenuti numerosi ospiti appartenenti al campo largo progressista, come Simone D’Angelo Segretario del Partito Democratico, Stefano Giordano responsabile del Movimento 5 Stelle, Simona Simonetti, co-portavoce Regionale dei Verdi, Rossella d’Acqui Presidente di Linea Condivisa, Roberta Burroni di Possibile, Roberta Piazzi di Rifondazione Comunista, mentre Igor Magni, impegnato nella manifestazione di Firenze, ha inviato un caloroso messaggio di augurio per i lavori del Congresso.

Durante lo svolgimento del nostro dibattito, anche grazie agli interventi delle forze politiche che hanno portato i loro saluti, sono emersi diversi punti di convergenza che permetteranno di costruire un’alternativa programmatica e di azione politica sul territorio.

Siamo dispiaciuti che una parte dei compagni abbia deciso di non partecipare a questo dibattito chiamandosi fuori da Sinistra Italiana, rinunciando a portare la propria visione politica già espressa nei lavori precongressuali. Al di là delle forme plateali in cui si è manifestato il loro dissenso, riteniamo che questa scelta sia il frutto di una debolezza di linea politica che a nostro avviso non è in grado di indicare una prospettiva per il nostro partito e per la sinistra nel suo insieme.

Nel corso della preparazione del Congresso e durante lo svolgimento dello stesso, abbiamo assistito ad un’inutile polemica nei confronti delle forze sindacali accusate di ingerenza nella vita politica del nostro partito. Noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà nei loro confronti e vogliamo sottolineare l’assoluta infondatezza di questa accusa. È superfluo ribadire la totale autonomia delle organizzazioni sindacali rispetto a tutti i soggetti politici compreso il nostro; allo stesso tempo crediamo che i valori e le lotte che da sempre il Sindacato porta avanti siano patrimonio per tutto il campo progressista e quindi anche di Sinistra Italiana.

Oggi da parte degli iscritti è stato approvato il documento “Il futuro comincia oggi” e sono stati eletti i nuovi organismi provinciali.  Da oggi finisce il periodo di garanzia, ringraziamo per tutto il lavoro portato avanti in questi mesi il garante Mimmo Caporusso, della Direzione Nazionale di Sinistra Italiana. Comincia oggi, con piena legittimità degli organismi eletti, il nuovo corso della federazione di Genova Città Metropolitana.

L’assemblea provinciale ha eletto all’unanimità Simona Cosso nuova coordinatrice provinciale della Federazione di Genova e Rocco Albanese come tesoriere. Il presidente della commissione provinciale di Garanzia è Antonio Molari. Siamo fiduciosi che Sinistra Italiana Genova contribuirà al nostro obiettivo generale che è il rafforzamento del nostro partito all’interno di una collaborazione sempre più stretta con Europa Verde e Possibile per la costruzione di un polo progressista nel nostro paese".

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