rotate-mobile
life Carignano / Piazza di Carignano, 8

Inquinamento navale, oltre 100 morti premature all'anno a Genova

Secondo i dati pubblicati su Is Global, Ranking of Cities, Genova è la 34esima città più inquinata d'Europa sugli NO2

Fra luglio e ottobre i cittadini di 15 città portuali del Mediterraneo hanno condotto rilevazioni dell'inquinamento atmosferico nelle aree intorno ai porti. La campagna di scienza partecipata si è svolta in Italia nell'ambito della rete 'Facciamo respirare il Mediterraneo' - coordinata da Cittadini per l'aria e che raggruppa numerosi comitati e associazioni attivi sul tema delle emissioni navali nelle città di porto italiane -  e in Europa della coalizione europea di Ong (Nabu, Cittadini per l'aria, Ecologistas en Acción, Zero, Ornitologiki e BirdLifeMalta), che da diversi anni sostiene l'attivazione di un'area a controllo delle emissioni navali nel Mediterraneo.

"Genova è stata premiata di recente come città più virtuosa del Mediterraneo sulla sostenibilità, la lotta ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile (Istanbul Environmentally Friendly City Award), ma la realtà è tragicamente diversa. Ad esempio, l'inquinamento dell'aria è superiore ai limiti consentiti e buona parte di questo inquinamento, che va a danneggiare la salute di noi genovesi, è causato dalle navi in porto con i motori sempre accesi. Secondo i dati pubblicati su Is Global, Ranking of Cities, Genova è la 34esima città più inquinata d'Europa sugli NO2 e questo causa oltre 300 morti premature ogni anno (di cui circa la metà è causato dall'inquinamento navale). È urgente concludere l'elettrificazione delle banchine e spegnere i motori delle navi in porto per tutelare la salute dei cittadini genovesi. Abbiamo le soluzioni per avere un'aria più pulita, adottiamole". Enzo Tortello, Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest.

Il monitoraggio, che si è svolto durante quattro settimane nelle città di porto di Italia, Spagna, Grecia, Malta e Portogallo ha riguardato il biossido di azoto (NO2), un inquinante che proviene dalla combustione dei carburanti fossili diesel e, in particolare, dai motori delle navi, che, bruciando il cosiddetto 'Olio Pesante' (HFO), producono quantità molto elevate di questo inquinante.

L'esposizione al biossido di azoto è associata all'incremento di asma, infarti, disturbi cardio circolatori e mortalità generale, oltre che ad alterazioni dello sviluppo cognitivo nei bambini. Gli ossidi di azoto, inoltre, danneggiano le piante e le colture e rappresentano precursori dell'ozono troposferico, a sua volta altamente tossico e causa di frequenti allarmi smog nelle città portuali particolarmente nel periodo estivo in cui il traffico navale è particolarmente intenso. L'ozono è, inoltre, un gas a effetto serra che accelera il riscaldamento globale.

Eppure, le soluzioni tecniche per prevenire le emissioni di NOx esistono così come, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, esistono già i limiti per questo inquinante per le navi che vi si spostano. La rete di Ong di Italia, Spagna, Francia, Grecia, Malta, Portogallo e Germania chiede agli Stati che si affacciano sul Mediterraneo di istituire un'area di controllo delle emissioni di azoto (Neca) per il Mar Mediterraneo. Una misura che limiterebbe le emissioni di NOx e porterebbe a una riduzione delle emissioni nocive delle navi fino al 70%.

"Vogliamo che i nostri politici agiscano finalmente per proteggere la nostra salute e l'ambiente. È quindi un'occasione persa che la priorità di giungere al più presto all'attivazione dell'area a controllo delle emissioni di NOx non sia stata messa in cima all'agenda della riunione della Conferenza di Barcellona appena conclusasi in Slovenia - dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l'aria -. Gli abitanti delle città di porto del Mar Mediterraneo si ammalano e perdono la vita a causa di pratiche avide dell'industria navale. È urgente che i governi agiscano per proteggere la salute e l'ambiente di chi vive nelle aree portuali e nel bacino del Mediterraneo che conta circa 250 milioni di abitanti". 

L'esperto di navigazione della Ong tedesca Nabu, Sönke Diesener, afferma: "L'uso di combustibili fossili da parte delle navi senza che vi si accompagnino regole efficaci rappresenta il problema principale. Le aree di controllo delle emissioni (ECA) sono già in vigore nel Mare del Nord e nel Mar Baltico e hanno dimostrato di migliorare drasticamente la qualità dell'aria. I Paesi rivieraschi del Mediterraneo dovrebbero agire per proteggere le persone, l'ambiente e il clima. Un'area di controllo delle emissioni potrebbe evitare 10mila morti premature all'anno entro il 2050. I benefici attesi per la salute superano di 4,4 volte i costi di tale misura, mentre i tassi di trasporto sulla terraferma non aumenterebbero oltre le normali fluttuazioni del mercato". 

Le tante associazioni e i comitati italiani, che hanno partecipato alla campagna di scienza partecipata, misurando l'NO2 nei porti, l'Associazione Livorno Porto Pulito, We are here Venice (in collaborazione con dei cittadini di Chioggia), Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova, il Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest, Italia Nostra Ancona, No Fumi Ancona, Rete Ambiente Altro Turismo La Spezia, il Gruppo Volontari Greenpeace di Napoli e il Comitato Vivibilità Cittadina di Napoli si battono ogni giorno per dare dignità e tutela ai cittadini che crescono e vivono nelle città di porto deprivati di una buona qualità dell'aria indispensabile alla vita e commentano i dati pubblicati oggi e le criticità che affliggono le loro città su questo fronte.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inquinamento navale, oltre 100 morti premature all'anno a Genova

GenovaToday è in caricamento