"Il mago di Oz" al Teatro della Tosse
Lo spettacolo è realizzato con trenta cubi colorati in scena. Da ogni cubo fuoriesce una parte della storia. Questo principio nasce dall'idea di lavorare sui colori che nel racconto sono un elemento fondamentale: il grigio del Kansas, la strada gialla, la città verde smeraldo e così via. Ogni passaggio è accompagnato da fraseggi di pianoforte che rendono il racconto e la visione delle scene sempre più magica.
I protagonisti sono tutti alla ricerca di qualcosa di cui hanno bisogno, e solamente Oz li può accontentare: Dorothy vuole tornare a casa, l'omino di paglia ha bisogno di un cervello, l'uomo di latta desidera un cuore perché pensa di essere privo di sentimenti ed ancora un leone, re della foresta, è alla ricerca del coraggio.
Ma ahimè, si viene a scoprire che Oz non esiste, è una truffa, e di conseguenza nessuno potrà ottenere quel cerca. L'adattamento per un teatro di figura crea ora un colpo di scena: l'animatore di pupazzi interpreta il mago e, come nella storia, basterà un pugno di segatura, un cuore di carta e una bottiglia con un liquido verde per rassicurare i protagonisti di aver finalmente ottenuto ciò che cercavano. Nel continuo perpetrare dell'inganno avviene però un fatto molto importante: tutti hanno la certezza di poter riuscire da soli.