Eufemia: i sommersi e i salvati
EUFEMIA / I sommersi e i salvati
Dialogo nel buio / Calata de Mari, Darsena, Genova
Festival del Mare 2019 - Università di Genova
Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili, o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come “lupo”, “sorella”, “tesoro nascosto”, “battaglia”, “scabbia”, “amanti” – gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.
(Da Le città invisibili di Italo Calvino)
È il dicembre del 2018 quando otto studenti della Scuola di Scienze Sociali e quattro ricercatori del Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova arrivano a Ventimiglia per condurre un’esperienza di ricerca sul campo. Da quattro anni Ventimiglia è tornata a essere una città di frontiera perché la Francia blocca il passaggio ai migranti, in particolare a quelli di pelle scura. In Via Tenda, davanti al ponte sotto al quale i transitanti hanno costruito un accampamento informale, su iniziativa dei solidali di “Progetto 20K” è nato nel 2017 l’infopoint “Eufemia”, pensato come punto di incontro e integrazione tra chi abita la città e le persone che la attraversano, come spazio di riferimento e di supporto materiale per i migranti. Le persone che transitano e sostano a Ventimiglia sono le stesse che sono scappate dai lager libici, che durante l’attraversamento del Mediterraneo non sono sommerse e si sono salvate, che hanno provato a superare i successivi confini a bordo di un treno; sono le stesse persone che si incontrano in stazione e che si vedono correre in fila sui binari, le stesse che dormono sotto il ponte o al Campo Roja, struttura di accoglienza temporanea collocata ai margini della città, lontana dagli occhi di abitanti e turisti.
All’interno di “Eufemia”, tra due chiacchiere e un bicchiere d’acqua, i migranti hanno potuto informarsi rispetto ai servizi presenti sul territorio e al sistema migratorio europeo, ricevere consulenza legale e contestualmente lasciare su carta segni pregnanti del loro passaggio: disegni e scritte, come messaggi in bottiglia, parlano di nostalgie, aspirazioni, trascorsi di violenza subita, speranze per il futuro, paure, e veicolano considerazioni sulla condizione personale e collettiva di chi migra. Il mare, in questi racconti, è ovunque. Così “Eufemia” diventa terra franca, spazio di scambio di storie, vissuti e ricordi, in cui “il viaggio”, “il mare” e il “confine” si rivelano in tutte le loro sfaccettature. È dentro e intorno a “Eufemia” che, attraversando il sistema di frontiera, si sono incontrati attivisti, ricercatori, e studenti dell’Università di Genova e dell’Università di Siena, migranti, e operatori sociali, volontari, fotografi e per ultimi, a coordinare e tradurre artisticamente una riflessione collettiva scaturita da questo ambiente, delle curatrici e un collettivo di artisti contemporanei.
Le parole, le testimonianze e i disegni lasciati dai migranti, uniti alle riflessioni degli studenti della Scuola di Scienze Sociali e a un reportage fotografico di Emanuela Zampa, sono il materiale che il collettivo Milotta / Donchev ha assemblato in un’installazione artistica, all’interno di una struttura che diventa narrazione ampia del territorio di confine e di un mare che spesso si profila come un cimitero liquido che inghiotte giovani vite. L’insieme di incontri e racconti che si sono sviluppati attorno alla ricerca del Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova è così diventato narrazione collettiva, polifonia di messaggi e pensieri, opera d’arte pubblica, opera di sociologia pubblica che prende inevitabilmente il nome dell’infopoint.
Eufemia diventa luogo d’approdo che riflette e fa riflettere sul fenomeno della migrazione a partire dalla specifica esperienza di Ventimiglia. Si tratta di un’installazione ambientale di grande formato che si erge sul tetto della chiatta galleggiante sede del percorso multisensoriale del Dialogo nel Buio davanti al Galata Museo del Mare, ribaltando il punto di vista usuale: un molo di legno le cui fondamenta sostengono un “mare” di parole che scorrono su insegne luminose e dove è esposta una selezione di disegni, fotografie e testi. Nonostante la presenza di una scaletta a mezz’aria, la parte superiore del molo rimane inaccessibile, enfatizzando così la drammatica prospettiva di chi per non essere sommerso e salvarsi trovando un approdo sicuro, deve affrontare un viaggio di insidie e pericoli. All’interno della chiatta, invece, una videoproiezione ‘anima’ i disegni dei migranti: una sovrapposizione di tracce e scritte che si intrecciano e si stratificano offrendo così molteplici chiavi di lettura.
L’installazione è volutamente presentata nella cornice del Festival del Mare 2019, nella Darsena del porto di Genova, luogo per eccellenza di scambi e di transiti. All’interno della chiatta che la ospita si realizza quotidianamente il progetto “Dialogo nel Buio”, promosso dall’Istituto David Chiossone Onlus e gestito dalla cooperativa sociale Solidarietà e Lavoro s.c.s. in partnership con Costa Edutainment: una mostra-percorso sensoriale durante il quale i visitatori, accompagnati da guide non vedenti, compiono un “viaggio” nell’oscurità che trasforma luoghi e gesti familiari in un’esperienza straordinaria. Trasformare lo svantaggio in vantaggio, abbattere i pregiudizi e ribaltare i ruoli convenzionali in un’ottica di scambio e immedesimazione, è anche l’intento di Eufemia, che vuole dare voce e ascolto a coloro che hanno affrontato il mare, i naufragi, i soccorsi ricevuti o mancati, e la vita di frontiera, lasciandone poi viva e concreta memoria.
Eufemia è inoltre parte integrante del percorso di riflessione sul tema delle migrazioni contemporanee coordinato nel suo insieme dai ricercatori del Laboratorio di Sociologia Visuale del Dipartimento di Scienze della Formazione; l’altra parte si realizza nel convegno I sommersi e i salvati che si svolgerà, nell’ambito delle conferenze del Festival del Mare dell’Università di Genova, presso l’Acquario di Genova il giorno 16 maggio alle ore 18:00, e in un appuntamento con gli studenti il 17 maggio dalle ore 10:00 alle 12:00 presso l’Istituto Nautico San Giorgio. Durante i due incontri interverranno: Luca Queirolo Palmas (Università di Genova), Enrico Fravega (Università di Trento), Vittorio Alessandro (già Contrammiraglio Marina Militare), George Kouagang (Operatore umanitario), Alessandro Metz (Mediterranea Saving Humans) e Nicola Stalla (SOS Méditerranée).
EUFEMIA / I SOMMERSI E I SALVATI
Installazione di Milotta / Donchev Fotografie di Emanuela Zampa
A cura di Amina Gaia Abdelouahab e Anna Daneri
Coordinamento scientifico e ricerca:
Silvia Aru (Università di Amsterdam), Cristina Capineri (Università di Siena), Livio Amigoni, Massimo Cannarella, Federico Rahola, Enrico Fravega, Luca Giliberti, Graziella Marturano, Luca Queirolo Palmas (DISFOR, Laboratorio di Sociologia Visuale).
Studenti del progetto di formazione all’etnografia visuale della Scuola di Scienze Sociali: Irene Bressan, Marco Cepollina, Alice Gresele, Amalia Innocenti, Libera Palmeri, Bianca Alice Sanna, Greta Tanzi, Niccolò Vano.
Coordinamento lavori sul campo: Progetto 20K, Farog Adam Ali, Georges Kouagang. Promossa da: Laboratorio di Sociologia Visuale (Università di Genova) e Progetto 20K. Con il contributo di: Università degli Studi di Genova e Università degli Studi di Siena.
Si ringrazia: Istituto Chiossone Onlus, Costa Edutainment, Solidarietà e Lavoro s.c.s., Galata Museo del Mare, Istituto Nautico San Giorgio.
info&contatti:
Massimo Cannarella: massimocannarella@unige.it (Laboratorio di Sociologia Visuale) Amina Gaia Abdelouahab: amina.gaia@gmail.com (Comunicazione)
Graziella Marturano: graziella.marturano@gmail.com (Progetto 20K)
Opera collettiva in mostra il 16-17-18 Maggio 2019
Orari: Giovedì 16 - Venerdì 17 dalle 12:00 alle 18:30
Sabato 18 dalle 10:00 alle 21:00
presso Dialogo nel buio-Calata de Mari, Darsena, Genova
Ingresso gratuito