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Cronaca

Scommesse clandestine e usura: nove arresti

Tra gli arrestati Roberto Sechi, condannato nel 2006 con sentenza definitiva a cinque anni e quattro mesi poiché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca

Usura, esercizio abusivo di scommesse, associazione per delinquere e autoriciclaggio. Questi i reati di cui sono accusate nove persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica - direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo. La misura è stata eseguita in mattinata dal personale della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio centrale operativo di Genova (Sisco) della Polizia di Stato su persone residenti tra Genova e la provincia di Alessandria. Tre sono state portate in carcere, tre agli arresti domiciliari mentre per altre tre è scattato l'obbligo di dimora. Uno degli arrestati, Roberto Sechi, è stato condannato nel 2006 con sentenza definitiva alla pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione poiché riconosciuto partecipe di un sodalizio di stampo mafioso presente sul territorio genovese e capeggiato dalla famiglia Fiandaca, di origine nissena.

Reati commessi tra 2019 e 2022

I reati sono stati commessi dal 2019 fino ad aprile 2022, il giudice per le indagini preliminari ha parzialmente accolto la richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata del Pm per usura aggravata, esercizio abusivo delle scommesse, associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione abusiva delle scommesse e autoriciclaggio per somme pari a 85.645,10 euro, scommettendo in maniera sistematica e tramite il meccanismo delle 'giocate a copertura' su eventi sportivi adoperando i canali leciti. La procura per alcuni indagati aveva contestato anche il reato di estorsione e l’aggravante del 'metodo mafioso', questa richiesta non è però stata accolta dal Gip.

Il modus operandi

Alcuni degli indagati sono accusati di aver realizzato un articolato sistema di raccolta di scommesse su eventi sportivi, gestito tramite gruppi whatsapp (denominati 'Biz','Ste' e 'Tranzillo”). Il sistema era alternativo a quello lecito a cui si accede scommettendo presso un’agenzia di scommesse autorizzata dallo Stato all’attività di raccolta o tramite un sito autorizzato. Gli scommettitori potevano giocare formulando le puntate sugli eventi sportivi, maturando un debito corrispondente alla somma che avevano scommesso. Alcuni giocatori, in caso di perdita  si indebitavano a tal punto da non riuscire a restituire le somme di denaro giocate.

Tassi di interesse fino al 10% mensile 

A questo punto scattava l'usura e sono diverse le situazioni che sono state accertate dagli inquirenti. Per un prestito da 25mila euro due componenti di una famiglia titolare di vari locali di ristorazione a Genova, uno dei quali affetto da problemi di ludopatia, si è vista chiedere un tasso di interesse pari al 53% su una quota di 10mila euro, e del 10% mensile poi ridotto al 3,3% per una somma di 15mila euro. In un altro caso il proprietario di un appartamento si è trovato in difficoltà nelle trattative per la cessione a causa della pendenza (in base a quanto emerso allo stato nel corso delle indagini) di una procedura esecutiva gravante sull’immobile. Bisognoso della pronta disponibilità di una somma di denaro che gli avrebbe consentito di liberarlo consentendone la cessione ha ricevuto un prestito di 10mila euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari all'8,33% mensile, E ancora, un venditore ambulante di frutta e verdura in condizioni economiche precarie, che non gli consentivano di approvvigionarsi della merce da rivendere al dettaglio, ha ottenuto un prestito da 12mila euro a fronte di un tasso di interesse richiesto pari al 10% mensile. 

Perquisizioni in alcuni centri scommesse 

Nel corso dell’indagine sono stati individuati anche i gestori di tre agenzie di scommesse di Genova, per le quali sono stati emessi decreti perquisizione. I gestori coinvolti, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto parte del sistema di raccolta abusiva delle scommesse, adoperando le agenzie per mascherare il più redditizio traffico illecito. Uno degli indagati per i quali è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, Giovanni Bizzarro,  risulta destinatario anche di un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare pari al valore dei profitti illeciti nel tempo conseguiti pari a circa settecentomila euro.

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