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Cronaca

Processo Morandi, per gli avvocati delle difese "Mion è inattendibile"

Gianni Mion, ex consigliere di amministrazione di Aspi e Atlantia ed ex ad di Edizione, aveva ammesso che già nel 2010, in una riunione fra manager e dirigenti, emersero dubbi sul fatto che il ponte potesse rimanere in piedi, a causa d'un presunto grave difetto di progettazione

Dopo le parole 'shock' pronunciate ieri da Gianni Mion nell'ambito del processo Morandi, gli avvocati delle difese rimandano le accuse al mittente parlando di inattendibilità delle sue parole. L'ex consigliere di amministrazione di Aspi e Atlantia ed ex ad della holding dei Benetton Edizione, ieri, ha in sintesi ammesso che già nel 2010, in una riunione fra manager e dirigenti, emersero dubbi sul fatto che il ponte potesse rimanere in piedi, a causa d'un presunto grave difetto di progettazione: "Chiesi se c'era un ente terzo che certificasse la stabilità del viadotto, mi dissero che lo autocertificavamo. Quella risposta mi terrorizzò, ma non dissi e feci nulla. Tenevo al posto di lavoro".

Il commento del Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi

Dopo le ultime vicende, il Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi ha postato una frase di Giovanni Falcone, scrivendo sui suoi canali social: "Un importante parallelo oggi, anche nella nostra vicenda tanta omertà, mancanza di coraggio, è mancato tutto da parte di chi conoscendo la situazione sarebbe dovuto intervenire immediatamente per evitare una strage. 43 vittime decedute, tante persone ferite nel corpo e nell’anima, 43 famiglie distrutte, molte persone private della loro casa, una città in ginocchio. Non dimentichiamo mai. Non chiudiamo gli occhi per paura di vedere".

Gli avvocati delle difese: "Mion si è dimostrato inattendibile"

Oggi, martedì 23 maggio, gli avvocati delle difese (tra cui anche quelli di Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi) hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “La stampa di oggi riporta con enfasi, travisando, e come se fossero state davvero attendibili le dichiarazioni rese ieri all’udienza dal signor Mion. Attesa la rilevanza che si è così impropriamente riconosciuta a siffatte dichiarazioni, le difese rappresentano che le dichiarazioni di Mion sono risultate del tutto prive di riferimenti oggettivi e riscontrabili e rese da un soggetto che all’esito dell’esame si è dimostrato inattendibile. Per certo vi è che il signor Mion della riunione ‘memorabile’ non ricordava il giorno, il mese, l’anno, la stagione e neppure i partecipanti di quella riunione e, a espressa domanda della difesa, ha smentito la consapevolezza di qualsiasi rischio di crollo. Anzi ha confermato che gli uffici tecnici preposti avevano garantito la sicurezza della infrastruttura. Del resto, nell’esame odierno una figura apicale di Aspi quale l’ingegner Tozzi ha escluso che nel corso delle cosiddette ‘induction’ e in particolare nella riunione di settembre 2010 siano mai emersi ‘difetti di progettazione’ o rischi di alcun genere riferiti al ponte Morandi.  Infine, è ampiamente emerso a dibattimento come nessuno abbia potuto riferire a Mion di una ‘autocertificazione’. Infatti la sorveglianza sul ponte avveniva sia attraverso Spea sia attraverso altre società terze ed esperti qualificati che nel corso degli anni si sono avvicendati".

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