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Cronaca

Processo Morandi, Possetti: "Manutenzioni? Sbagliato il bersaglio, perché il ponte è crollato"

La replica alla nota di Aspi sui dati elaborati dalla guardia di finanza che dimostrano un aumento di dividendi da distribuire tra i soci e un congelamento delle spese per le manutenzioni

Per la procura di Genova la deposizione in aula al processo sul crollo del Ponte Morandi del colonnello Ivan Bixio, che ha indagato sui movimenti di denaro di Aspi negli anni precedenti al crollo, dimostrerebbe la filosofia dell'allora amministratore delegato Giovanni Castellucci: da una parte aumentavano i dividendi da distribuire ai soci, dall'altra diminuivano le spese di manutenzione. Dati ovviamente contestati dalla difesa di Castellucci che in una nota ha sostenuto esattamente il contrario: "Il dibattito ha permesso anche di mostrare la lettura fuorviante e incompleta nei grafici presentati e relativi ai dividenti ricevuti da Atlantia. Manca del tutto Aeroporti di Roma, una società controllata da Atlantia, mentre stranamente compare Mediobanca". 

E proprio su questo comunicato dei difensori di Castellucci dal titolo "Su manutenzioni numeri chiari, ricostruzioni errate" è intervenuta Egle Possetti presidente del Comitato ricordo vittime Ponte Morandi. "La testimonianza del colonnello Bixio è stata focalizzata sulla parte finanziaria della gestione di Aspi, dimostrando un calo delle spese per manutenzione dal 2010 al 2017, ed un paradossale incremento di utili nella gestione di infrastrutture con molti anni di vita alle spalle", scrive Possetti in un comunicato stampa.

"È stato anche comparato questo andamento finanziario con la gestione di altre concessionarie, dimostrando delle differenze in termini numerici rilevanti. Il lavoro approfondito, preciso, serio da parte degli inquirenti ha ovviamente suscitato attenzione da parte delle difese. In aula e tramite un comunicato stampa i legali dell’imputato Castellucci hanno segnalato incongruenze, a loro dire, dei dati e delle tabelle presentati…dicendo che “…sono i numeri a parlare…”.

Continua Possetti: "Questa frase è molto interessante perché in questa vicenda sono realmente i numeri a parlare, sono 43 i morti, sono numerosi i feriti, sono 43 le famiglie frullate letteralmente da questa vicenda, sono numerosi gli sfollati, sono innumerevoli i disagi che per anni hanno dovuto subire i cittadini, tutto per il crollo di un ponte che per anni fu trascurato. Sono numeri altissimi di persone che hanno rischiato la vita nel transitare su quel ponte per anni ed anni".

"Sono  ancora i numeri a parlare, esplicitando che in un ventennio di concessione privata non furono fatte manutenzioni straordinarie e sostanziali sul ponte Morandi che stava via, via invecchiando, mentre la stragrande maggioranza delle manutenzioni ebbero la paternità del gestore pubblico. Sono però anche i trefoli a parlare segnalando che avevano una tale corrosione da potersi rompere anche solo toccandoli per le misure…e queste sono le reali conseguenze dei numeri, che anche in questo modo possono parlare".

"Certo, ogni parte in questo processo deve gestire al meglio le proprie ragioni, ed è giusto e democraticamente corretto che sia così, che ci si confronti sui numeri, ma dai numeri derivano i fatti…purtroppo e cari signori anche se in Aspi ci fossero stati investimenti in manutenzioni, magari celati come in uno scrigno nel bilancio, avrebbero comunque sbagliato bersaglio perché il ponte è crollato come un plastico, sotto il peso delle mancanze, ricoprendo sogni, desideri e vita. Ci dispiace, e potete forse anche voi immaginare quanto ci dispiaccia…ma i colpevoli che a fine processo saranno giuridicamente tali non potranno rimediare, nostro malgrado, anche se rifacessero i conti mille e mille volte".

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