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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Rapallo

Tigullio, sanità: dialisi a Rapallo, addio piastra a Santa Margherita

Oggi in Consiglio regionale sono state discusse le situazioni delicate della sanità nel Tigullio: il reparto dialisi a Rapallo e la piastra ambulatoriale di Santa Margherita

Durante il Consiglio regionale si è discusso a lungo di sanità nel Tigullio. In particolare sono stati affrontati i temi riguardanti il mancato utilizzo del reparto dialisi dell'Ospedale di Rapallo e la piastra ambulatoriale di Santa Margherita.

Roberto Bagnasco (Popolo della Libertà) ha illustrato un’interrogazione sul mancato utilizzo della dialisi a Rapallo. Bagnasco ha chiesto alla Giunta per quali motivi la parte della struttura dedicata alla dialisi è ad oggi del tutto inutilizzata con evidente spreco di denaro pubblico e, soprattutto, profondo disagio per i cittadini. "Stiamo assistendo ad una politica della disattenzione. – ha detto il consigliere - Il funzionamento della dialisi era uno degli impegni che si era assunta la Regione. Nell’ospedale, inaugurato lo scorso anno, in realtà non c’è quasi nulla di quanto previsto».

Ha risposto l’assessore alla salute, Claudio Montaldo: "Nell’ospedale di Rapallo abbiamo attivato tutte le funzioni meno le dialisi. Per quanto riguarda le funzioni chirurgiche, c’è ancora spazio nel pomeriggio del sabato che vorremmo in futuro venisse utilizzato per contrastare le fughe di ortopedia. Ricordo che abbiamo attivato medicina, oculistica, ortopedia e attività ambulatoriali. Non la dialisi che però viene assicurata ai sette pazienti presenti sul territorio accompagnandoli ogni giorno a Genova".

L'assessore ha poi spiegato al Consiglio il motivo per cui ancora la dialisi non è stata aperta: "A Rapallo il reparto è sostanzialmente pronto, ma manca il personale. Per questo non è stato attivato il servizio. Sulla base delle condizioni di carattere economiche e umane, verificheremo quando saremo in grado di mettere in atto questa attività. Oggi possiamo dire che l’ospedale è in funzione al novanta per cento".

Per quanto riguarda, invece, la Piastra ambulatoriale di Santa Margherita Ligure Armando Ezio Capurro (Noi con Claudio Burlando) ha illustrato un’interrogazione sulla riconversione del presidio di Santa Margherita Ligure in polo residenziale riabilitativo con piastra ambulatoriale, previsto con la deliberazione del 2008 “stralcio del Piano socio-sanitario relativo alla rete di cura e assistenza – accorpamento e nuova definizione di alcune Aziende sanitarie”.

Il consigliere ha chiesto se corrisponda al vero la notizia di un possibile trasferimento della piastra ambulatoriale presso i locali dell’ex istituto San Giorgio di Santa Margherita al fine di permettere l’alienazione dell’immobile dell’ex ospedale. In tal caso, Capurro ha chiesto se la giunta non ritenga utile che la futura destinazione dell’edificio sia sempre sanitaria, al fine di prevedere un centro di riabilitazione “primario” ad alta specializzazione che riservi, almeno, il 30% alla riabilitazione convenzionata oppure, nel caso non ci fossero operatori interessati al centro di riabilitazione primario, che la destinazione d’uso dell’edificio sia cambiata in alberghiero tradizionale, senza una trasformazione come quella delle RTA (Residenza Turistica Alberghiera) che costituiscono appartamenti sotto falso nome.

Nuovamente chiamato in causa, ha risposto l’assessore alla salute Claudio Montaldo: "Ieri il direttore della Asl 4 ha sottoposto all’attenzione della conferenza dei sindaci la richiesta di parere sulla alienazione dell’edifico che ospita l’ex ospedale di Santa Margherita, che si rende necessaria, insieme a quella di altri numerosi beni, per contribuire al ripiano del disavanzo 2011 e evitarci una imposizione fiscale aggiuntiva rispetto a quella dello scorso anno. Di questo devono prendere consapevolezza tutti. Se non vendiamo, come ripianiamo disavanzo? Credo ci si debba mettere il cuore in pace. Preferirei vendere per fare ospedali nuovi, invece dobbiamo farlo per ripianare".

Montaldo ha sottolineato che la Regione ha però dato la sua disponibilità per mantenere in zona le attività di carattere ambulatoriale secondo modalità da concordare con gli enti locali ma sempre passando dall’alienazione di quell’edificio.

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