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Cronaca Cornigliano / Via della Superba

Ex Ilva, assemblea in fabbrica, poi il corteo e il blocco traffico

Protestano i lavoratori di Acciaierie d'Italia: "La situazione sta peggiorando, aumenta la cassa integrazione straordinaria tra i lavoratori soprattutto nel settore manutenzioni, bloccati i buoni welfare, una situazione impiantistica degradata dalla continua assenza di manutenzione e relativi rischi per la sicurezza negli impianti"

Oggi, giovedì 16 novembre, è un giorno di protesta per i lavoratori genovesi di Acciaierie d'Italia (ex Ilva) con l'assemblea all'ingresso dello stabilimento di Cornigliano e la manifestazione subito dopo.

Dopo l'incontro, iniziato verso le 8, i lavoratori hanno poi formato un corteo e si sono mossi per la strada del Papa arrivando intorno alle 10,30 alla rotatoria Castruccio. Sul posto la polizia locale del distretto di Sestri Ponente per regolare il traffico nei pressi di questo blocco stradale. La mobilitazione è terminata dopo circa un'ora.

Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl, presente a Genova, spiega: "Questa vertenza deve vedere una fine di rilancio. È impensabile tenere la siderurgia italiana e l'ex Ilva in questa situazione. È arrivato il momento in cui il governo non può più presentarsi davanti ai sindacati e dire che durante una trattativa segreta tra Fitto e ArcelorMittal la soluzione la vedremo il giorno 23 all'assemblea dei soci. Non possiamo cercare di scoprire le intenzioni di un socio privato a cui si danno risorse pubbliche e si fanno gestire quasi a valle della trattativa che dovrebbe essere in corso".

VIDEO | Ex Ilva, i motivi della protesta: "Basta trattative segrete, risposte ai lavoratori"

Le motivazioni della protesta sono note: "La situazione - scrivono le rsu genovesi - sta peggiorando: aumenta la cassa integrazione straordinaria tra i lavoratori soprattutto nel settore manutenzioni, e poi il blocco dei buoni welfare da 200 euro previsti dal contratto nazionale metalmeccanici, una situazione impiantistica degradata dalla continua assenza di manutenzione e relativi rischi per la sicurezza negli impianti".

La mobilitazione di otto ore e lo sciopero verranno proclamati in tutti gli stabilimenti di AdI entro il 23 novembre, data in cui si riunirà l'assemblea degli azionisti della società. "Mentre a Roma discutono futuri assetti aziendali - concludono le rsu - in una trattativa tra parte privata e pubblica dell'azienda gli impianti sono fermi e ai lavoratori non è garantito neanche quanto concordato col contratto nazionale. Non c'è più tempo da perdere".

"Abbiamo già vissuto come sindacato una trattativa segreta tra il governo Conte 2 e ArcelorMittal - incalza D'Alò - e abbiamo visto il disastro che ha portato. Esclusione dei lavoratori in amministrazione straordinaria, rendendo Mittal fortissimo dal punto di vista contrattuale. Non accettiamo altre soluzioni di questo tipo per cui riparte la mobilitazione e chiediamo al governo risposte certe. L'ultimo incontro è andato malissimo da questo punto di vista. Per un anno il ministro Urso paventava l'idea di far passare lo stato al 60%, a un certo punto in questa trattativa sembra si stia discutendo di tutt'altro. Vanno recuperati gli errori del passato e soprattutto ne vanno evitati di nuovi perché tempo ne abbiamo più. Vanno date risposte ai lavoratori".

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