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Cronaca Nervi / porticciolo di nervi

Nervi, la posidonia non abbandona il porticciolo

Dopo i lavori svolti dal Comune sono sparite le montagne di posidonia sui gradoni, ma il problema rimane insieme al forte e sgradevole odore emanato dai cumuli tra mare e riva

Non ci sono più le montagne di alghe che si erano viste nelle scorse settimane, ma la posidonia non abbandona il porticciolo di Nervi e, sui gruppi di quartiere e in zona, continuano ad arrivare le lamentele dei cittadini, sia sul lato estetico che, soprattutto, per l'odore sgradevole emanato. "Una puzza insopportabile che non ci abbandona da diverso tempo" commenta un residente della zona a passeggio nella mattinata di giovedì 23 febbraio. 

Posidonia al porticciolo di Nervi. Foto

Dopo i malumori tra fine gennaio e inizio febbraio erano cominciati i lavori per la rimozione, annunciati anche dal sindaco Marco Bucci in un post Facebook dove il 9 febbraio si leggeva: "La pulizia proseguirà per cinque giorni e tutte le piante depositate a terra saranno regolarmente smaltite. Presto il porticciolo ritornerà a disposizione dei cittadini in tutto il suo splendore". La situazione era approdata anche in consiglio comunale il 14 febbraio e l'assessore all'ambiente Matteo Campora aveva spiegato che si trattava di circa 90 tonnellate di materiale organico in via di rimozione. A distanza di un paio di settimane GenovaToday, in seguito ad alcune segnalazioni dei lettori, ha effettuato un sopralluogo. La situazione è sicuramente migliorata, ma mucchi di alghe sono ancora presenti nella zona del porticciolo, un problema comunque noto in tutta la zona, anche prima dei recenti lavori, che tra l'altro proseguono, nell'ambito della riqualificazione urbanistica voluta dal Comune. 

Nonostante i disagi, però, la presenza di Posidonia è considerata un buon indicatore della qualità delle acque marino-costiere per la sensibilità alle alterazioni delle condizioni ambientali e si tratta di una specie protetta. Viene spiegato sul sito dell'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Si tratta di una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo presente lungo molte aree costiere italiane, può formare vere e proprie praterie su fondali sabbiosi dalla superficie fino ai 40 metri di profondità in acque limpide. I problemi nascono dalle foglie che cadono dalla pianta e possono arrivare sulle spiagge in seguito a mareggiate, formando accumuli anche imponenti, fino ad alcuni metri di altezza, chiamati 'banquettes'. La loro presenza nelle aree a vocazione turistico-balneare è poco gradita ai bagnanti che la considerano un rifiuto piuttosto che una componente naturale propria del litorale, e come tale, un fastidio da rimuovere. La rimozione prevede il trasferimento in discarica.

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