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Domenica, 28 Aprile 2024
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"Negato test dna gratuito a mia moglie in gravidanza a rischio". Regione: "Ritardi dovuti al Governo"

Rimbalzi di responsabilità tra assessorato regionale e ministero della Salute. Intanto per alcune coppie genovesi in attesa di un bimbo stanno scadendo i termini utili per accedere al servizio

La preoccupazione per il bimbo in arrivo, la notizia che la Regione passa gratuitamente un test sul dna da oltre mille euro, e poi la scoperta che nessun ospedale eroga questo servizio e che finora nessuna mamma lo ha potuto richiedere.

È quanto accaduto a una giovane coppia genovese in procinto di mettere su famiglia: "A gennaio abbiamo appreso che la Regione aveva stanziato 100mila euro per rendere gratuito il dna fetale per le donne in gravidanza - racconta a GenovaToday il papà Gabriele Melchionda -. Mia moglie oltre a non poter fare la miocentesi perché è considerata a rischio si è sentita dire in tre ospedali (San Martino, Villa Scassi e Gaslini, ndr), in cui dovrebbero essere stati stanziati i soldi che il dna fetale dobbiamo pagarlo e che nessuno ha mai fatto questo test gratuitamente". 

Da qui la frustrazione dei futuri mamma e papà che, oltre alle legittime preoccupazioni, ora dovranno affrontare una spesa intorno ai mille euro per l'esame: "Ci si lamenta che non ci sono nascite ma quando una famiglia intraprende un percorso come questo trova solo difficoltà. Eravamo sollevati all'idea che l'esame più caro di tutti sarebbe stato passato dalla Regione Liguria e invece no".

La nostra redazione ha contattato l'assessorato alla Sanità di Regione Liguria per fare luce sul caso, come annunciato a dicembre infatti (qui l'articolo), la Regione aveva annunciato che la sperimentazione gratuita sarebbe partirà nei primi mesi del 2023. Ma siamo a luglio. Cosa è successo? Secondo l'assessorato il ritardo è dovuto al Mef e al Ministero della Salute che dà parere sulle leggi regionali, entro le prossime settimana si potrà pertanto dare avvio alla sperimentazione. E sì, sei mesi dopo rispetto a quanto prospettato.

"Il test cfDNA/NIPT (Non Invasive Prenatal Test)  è uno screening prenatale non invasivo, con prestazioni significativamente migliori rispetto ai test di screening basati sulle analisi biochimiche e sulla translucenza nucale, che possono precedere o meno i test diagnostici invasivi. Il test cfDNA/NIPT riduce drasticamente il ricorso alle indagini diagnostiche invasive, abbattendo il numero degli aborti collegati all’invasività delle tecniche di prelievo dei tessuti fetali", spiegano dall'assessorato.

"Il NIPT test può essere eseguito dalla decima settimana di gestazione. Prima dell’esecuzione del prelievo di sangue la gestante deve aver eseguito un’ecografia per la valutazione della corretta epoca gestazionale. Non può essere eseguito in caso di:
– gravidanze gemellari dizigoti o iniziate come tali,
– tumore pregresso nella madre,
– trapianto d’organo nella madre,
– terapia con cellule staminali allogeniche,
– immunoterapia, radioterapia o trasfusione eseguite dalla gestante entro i 3 mesi precedenti".

Ecco il percorso che la proposta di legge ha fatto finora: "Con la Legge Regionale n°15 del 28 dicembre 2022 all'articolo 7 viene autorizzata in Liguria la sperimentazione NIPT nell'arco dell'anno 2023 con lo stanziamento di 100mila euro, ma la stessa Legge Regionale riceve osservazioni da parte del Mef e del Ministero della Salute. La questione approda dunque sul tavolo del Presidente della Regione che, con una nota, si impegna a compiere le modifiche richieste. Tutto questo diventa realtà con la legge 14/2023 promulgata il 30 giugno". 

Infine la promessa: "Entro le prossime settimane si potrà pertanto dare avvio alla sperimentazione. Nel frattempo è stato predisposto il documento tecnico per regolamentare le attività individuando i punti di prelievo dislocati in tutte le Asl che convergono verso il Laboratorio di genetica Umana dell'ospedale Gaslini. Va ricordato che al termine della sperimentazione, dal 1 gennaio 2024 il test NIPT verrà ricompreso e valorizzato nel nuovo nomenclatore LEA (Livello essenziali di Assistenza) e quindi inserito a tutti gli effetti negli esami coperti dal servizio sanitario nazionale".

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