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Costume e società

Dialetto curioso: cosa vuol dire "ingiarmâ"?

Viene utilizzato per indicare chi si copre bene per proteggersi dal freddo ma anche chi ostenta abiti o gioielli costosi, in ogni caso in maniera un po' ridicola

Sta iniziando a fare freddo e a soffiare sempre più spesso il vento di tramontana, secco e spesso gelido. E dunque bisogna coprirsi, per il momento solo con giacche e cappotti, ma quando arriverà l'inverno ci vorranno anche sciarpe, berretti, e se andiamo nell'entroterra anche i guanti.

C'è un verbo in genovese che indica l'azione che compie chi si "infagotta", coprendosi molto e a strati, spesso senza alcun gusto: "ingiarmâ". Il verbo però è molto utilizzato anche per indicare una persona che - cercando di sfoggiare in ogni modo i propri vestiti o i gioielli o ancora il proprio corpo - esagera e sfiora il grottesco, "infagottandosi" e ostentando opulenza. 

Insomma in entrambe le opzioni c'entra il cattivo gusto o comunque il rendersi un po' ridicoli, ma da dove arriva questa parola?

Fiorenzo Toso nel suo "Piccolo dizionario etimologico ligure" (Zona edizioni) rivela che il verbo arriva dal francese encharmer, che a sua volta deriva dal latino carminare, ovvero incantare, ammaliare. È nel '700 che questa parola inizia a essere usata per indicare anche ciò che si indossa, in particolare l'armatura dei cavalieri. Anche per questo oggi il verbo "ingiarmâ" viene utilizzato per coloro che si "infagottano" coprendosi di vestiti o di gioielli, proprio come se indossassero un'armatura.

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