“Tu sei un valore”: incontro con Andrea Nembrini sulla realtà africana
Giovedì 2 marzo Andrea Nembrini racconta una scuola modello ai bordi di uno slum africano e le mamme che l’hanno costruita
L’associazione AVSI e il Centro Culturale Charles Peguy invitano a incontrare Andrea Nembrini, Direttore della Luigi Giussani Pre-primary and Primary school di Kampala, Giovedì 2 marzo 2023, ore 21:00 presso il Circolino Cardinal Siri, Viale Des Geneys 31 B/r Genova - Quarto.
Il Covid e la Guerra in Europa hanno posto in secondo piano il dramma africano, costellato da guerre tribali, carestie ed epidemie, che costringono le popolazioni a esodi di massa. Ma l’emergenza nel continente più giovane del mondo non si è fermata, anzi si è acuita. Nembrini vive a Kampala, in Uganda, dal 2016 ed è preside di una scuola collocata in una realtà durissima, simile a moltissime presenti in una terra troppo spesso dimenticata, ma tragicamente segnata dalla povertà e dilaniato dai conflitti. L’istituto di Andrea Nembrini sorge nei pressi di una baraccopoli, Acholi Slum: a Kampala ce ne sono diverse, costruite da profughi dei villaggi in modo disordinato e disperato per sfuggire alle atrocità della guerra finita solo da quindici anni. Una guerra che in Africa è ancora più terribile, animalesca, fatta a colpi di machete e bambini soldato, di stupri e rapimenti che durano mesi o anni. Questo ha segnato la vita di centinaia di migliaia di persone, in particolare donne, che si rifugiano nello slum, che, però, non è casa. E’ un nuovo inferno, fatto di baracche di lamiera e canali di scolo.
Proprio a Kampala è nato un luogo di rinascita, si chiama Meeting Point. “In mezzo a tutto questo male- racconta Nembrini - è nata e cresciuta l’esperienza di Rose Busingye: da infermiera ha iniziato a distribuire alle donne ammalate di AIDS gratuitamente le medicine, ma le donne le abbandonavano a terra. ‘Se la vita fa schifo ed è sofferenza, perché prolungarla tentando di guarire?’ Queste donne avevano perso la speranza, di fronte a loro Rose ha dovuto cambiare metodo. Ha ricominciato ad aiutarle decidendo semplicemente di stare con loro, andarle a trovare, cantare e ballare insieme, lavorare con loro, spaccando le pietre per produrre la ghiaia che poi viene venduta a pochissimo prezzo. Si tratta di donne che in molti casi vivevano grossi sensi di colpa, perché la loro condizione spesso derivava dall’essere state rapite dai ribelli con cui avevano vissuto nei boschi per anni. “Voi non siete quello che avete fatto, che anzi avete subito. Voi siete molto di più.” Questo ha detto loro Rose. Ed è stata la prima ad averlo fatto. E loro hanno capito e si sono affidate a lei, hanno seguito il suo sguardo nuovo e sono risorte. Hanno iniziato a curarsi perché si sono reinnamorate della vita.
Questo è il tema dell’incontro con Nembrini: “Tu sei un valore!” è ciò che Rose ha comunicato a queste donne ed esse hanno cominciato a trasmettere ai propri figli, fino ad averne una consapevole responsabilità educativa. Visto che erano e sono madri, una delle prime conseguenze per essersi sentite abbracciate dalla speranza è stato il desiderio che quel bene raggiungesse i loro figli tramite una scuola, e l’ONG AVSI si è impegnata a accompagnare e a sostenere con risorse economiche e umane il progetto. L’hanno intitolata a don Luigi Giussani, quell’amico di cui Rose aveva raccontato, che le aveva insegnato ad amare con quello stesso sguardo che lei aveva avuto con loro.
“La scuola è bellissima.” aggiunge Nembrini “Nello slum il primo diritto che è stato tolto a quei bambini e che bisogna restituire loro è la bellezza. Loro entrano a scuola e possono imbattersi con una cosa ordinata, pulita e piacevole. La nostra speranza è che questo possa prima o poi arrivare anche dentro la loro vita fuori, piena di disordine, sporcizia e violenza. Nelle altre scuole vige il metodo del bastone. Anche perché la formazione di base permette di avere accesso al college solo tramite esami molto selettivi e, in una società spesso contrassegnata dalla violenza nei rapporti umani, gli studenti e le famiglie tollerano le punizioni corporali in vista del superamento dei test che dà accesso alle scuole superiori e al salto sociale tanto desiderato. Alla Luigi Giussani di Kampala le cose vanno diversamente: istruzione ed educazione avvengono nel dialogo e nell’ascolto. Eppure di solito i risultati di questa scuola sono migliori di quelli del resto dell’Uganda. Di fronte alla violenza e alla frantumazione dei rapporti umani e della persone, il metodo privilegiato di Rose e di Avsi è quello di avere a cuore il cammino personale di ciascuno, lo sviluppo della consapevolezza di sé”.
Ecco i temi che affronterà Andrea Nembrini: per ascoltarlo e per confrontarci con la sua testimonianza l’associazione AVSI e il Centro Culturale Charles Peguy invitano tutti a partecipare giovedì 2 marzo alle 21 al Circolino di Quarto.