"Max Tempesta" in anteprima nazionale al Sipario Strappato di Arenzano
In questa rivisitazione musicata rivivono i luoghi e i personaggi principali del classico "La Tempesta" di William Shakespeare (il principe spodestato ed esiliato con la figlia su un’isola remota, un riottoso indigeno, uno spirito silvano) ma cambia la prospettiva dell’opera, attraverso un ribaltamento dei temi originali.
Nella Tempesta troviamo infatti l’illusione dell’uomo (Prospero) di riaffermare l’ordine naturale delle cose e ricomporre i conflitti secondo solidi valori e riferimenti ostinatamente difesi sebbene minacciati dalle rivoluzioni scientifiche, filosofiche e religiose secentesche.
Il nostro Max Tempesta è un personaggio più meschino e prossimo. Diffida dell’idea del bene e soprattutto non crede che valga la pena lottare per esso se non si ha la speranza di vederlo affermarsi in un mondo dominato dal male. Sfrutta l’esilio per rifondare da zero una realtà più rassicurante e si dà regole personali per meglio controllare il destino proprio e di chi gli sta accanto.
Le sue illusioni si proiettano dunque su un orizzonte breve, le sue aspirazioni si limitano ad una più piccola e rassicurante dimensione personale.
Al tema etico si sovrappone quello più prosaico della sopravvivenza quotidiana. L’opera si domanda infatti anche su quale grado di sanità mentale sia necessario fare affidamento per sopportare lo scorrere dei giorni. In altre parole, quale sia l’equilibrio tra la follia (che porta all’allontanamento dell’individuo dai propri simili) e la eccessiva consapevolezza (che, al contrario, spinge autonomamente il singolo a isolarsi da un mondo di cui rifiuta la brutalità).
A differenza di quello che accade in Shakespeare, non ci si chiede quindi se la vita sia un sogno, ma piuttosto se esista o meno un modo per sognarlo degnamente.
Le musiche originali dello spettacolo - per la regia di Lazzaro Calcagno - sono state composte dall'autore Matteo Maria Rossi.