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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Serra

Sesso, droga e ‘nobiltà’: lussuose case del centro affittate a prostitute e pusher

L’operazione della squadra mobile ha portato all’arresto di un uomo che gestiva gli affitti e di una donna che spacciava droga. Altre persone sono finite agli arresti domiciliari

Fuori facciate con decorazioni e marmi, all'interno un giro di prostituzione che ha portato all'arresto di un cittadino italiano e dei domiciliari per i suoi complici: due peruviani ed una coppia di moldavi.

I reati contestati dalla polizia sono favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso delle perquisizioni è stata arrestata in flagranza di reato una cittadina italiana per la detenzione di circa mezzo chilo di marijuana e di cocaina. 

La cornice per il traffico di escort e droga era un palazzo storico in via Serra, proprietà di una nobildonna genovese completamente estranea ai fatti, e alcuni appartamenti del centro.

L'indagine è partita dalle dichiarazioni di un testimone: una donna che si prostituiva in un appartamento dato in affitto da un uomo che era a conoscenza dell’attività che si svolgeva all'interno.

Il cittadino italiano, incaricato della gestione degli appartamenti, aveva anche due aiutanti, due uomini sudamericani che si occupavano della manutenzione degli alloggi, delle pulizie e della raccolta del denaro che veniva richiesto alle prostitute come canone di affito, un prezzo gonfiato e fuori mercato rispetto agli affitti della zona.   

Gli accertamenti svolti durante le indagini hanno fatto venire alla luce che i “servizi” delle escort venivano pubblicizzati online tramite inserzioni sui principali siti di incontri a luci rosse. Ma per tenere nascosti i luoghi dove materialmente si sarebbero consumati i rapporti, l’indirizzo esatto veniva fornito al cliente solo una telefonata. Le tariffe partivano da 50 euro fino a 150 in base alla prestazione richiesta.

Lo stesso condominio ospitava anche un appartamento adibito a spaccio di droga. Abitato da dalla famiglia di un cittadino moldavo finito in carcere, che si occupava di “garantire la sicurezza” dello stabile, per conto dell’italiano e contemporaneamente praticava un’attività “in proprio”: spacciava cocaina ad una clientela di ogni estrazione sociale e forniva droga alle stesse prostitute. Fidata collaboratrice era la moglie, che spesso si occupava di consegnare la sostanza stupefacente agli acquirenti, quando il marito non era in casa.

Le perquisizioni negli immobili che ospitavano i “servizi speciali” a base di sesso e droga hanno certificato la presenza delle prostitute e cocaina, oltre a quanto necessario per il confezionamento della droga.

Inoltre, gli investigatori durante gli arresti hanno scoperto anche una terza persona coinvolta: la cittadina italiana si era offerta di custodire altra droga per conto del cittadino moldavo presso la sua abitazione di Bogliasco. La donna perquisita è stata trovata in possesso di marijuana e cocaina, oltre un bilancino di precisione ed una macchina per il confezionamento sottovuoto. Prove che ne hanno determinato l’arresto.

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